Mihajlovic: "Sono un uomo migliore, ma non vedo l'ora di tornare uno zingaro di m..."
DaEurosport
Aggiornato 24/02/2021 alle 16:23 GMT+1
Il mister del Bologna, in vista dell'uscita del suo libro "La partita della vita", ha concesso una lunga intervista al Corriere della Sera per raccontare di sé, della malattia che lo ha colpito e di cosa si aspetta dal futuro. Eccone un estratto.
Senza filtri, come sempre. Nella lunga intervista con il Corriere della Sera, Sinisa Mihajlovic, in vista dell'uscita del suo libro "La partita della vita" da oggi in libreria e in edicola, parla senza alcun tipo di remora della malattia che lo ha colpito e, soprattutto, della sua vita.
Chi è oggi Mihajlovic?
"Un uomo che cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno. Gli applausi e l'affetto mi hanno aiutato molto. Ma ora basta. Non vedo l'ora di tornare a essere uno zingaro di m...".
Quindi, la riflessione sulla leucemia.
"Ammalarsi non è una colpa, succede e basta. La verità è che non sono un eroe e neppure Superman. Parlavo così perché avevo paura. Chi non ce la fa, non è un perdente. Non è una sconfitta, è una maledetta malattia. Adesso mi godo ogni momento, prima non lo facevo e davo tutto per scontato. La malattia mi ha reso un uomo migliore".
Infine, il rapporto con Zeljko Raznatovic "Arkan": criminale di guerra durante le guerre jugoslave.
"Sono un uomo controverso, divisivo. E ci ho messo del mio. Ma se faccio una cazzata, mi prendo le mie responsabilità. All'inizio forse ero attratto dal fascino del male, ma poi diventammo grandi amici. Non condividerò mai quel che ha fatto, ma non posso rinnegare un rapporto che fa parte della mia vita".
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