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Serie A, Dal Pino: "Il calcio è a un passo dal disastro economico"

Samuele Ragusa

Aggiornato 31/10/2020 alle 13:21 GMT+1

In un'intervista al Corriere della Sera, il presidente della Lega Serie A ha ribadito la criticità del momento che sta vivendo il sistema calcistico italiano: "Al Governo chiedo ristori per i danni sofferti a causa delle misure restrittive".

Paolo Dal Pino, presidente Lega Serie A

Credit Foto Getty Images

Gli anni più difficili della storia del nostro campionato: li ha definiti così gli ultimi Paolo Dal Pino, numero uno della Lega Serie A. In una lunga intervista concessa al Corriere della Sera, il presidente del massimo campionato italiano di calcio ha manifestato tutta la sua preoccupazione attorno al sistema calcio in relazione all'emergenza coronavirus. Il calcio italiano rischia il collasso economico-finanziario:
"Ho scritto al premier Conte usando un tono diretto. Chi banalizza il mondo del pallone non conosce la sua importanza, il calcio è innanzitutto un’industria primaria dell’entertainment, un prodotto che compete a livello globale. Un fenomeno attorno a cui si coagula l’interesse di 30 milioni di persone. Il calcio non è solo star, campioni, ingaggi milionari, ma un movimento che coinvolge 300 mila lavoratori complessivi. La demagogia, il populismo e la superficialità di giudizi vanno messi da parte. Il calcio ha un linguaggio universale, perciò chiedo al Governo che si possa ragionare di sistema: lavoriamo insieme, non contro".
Sono tre le possibili soluzioni individuate dal presidente della Lega Serie A per fronteggiare la nuova emergenza:
"La prima sono i ristori per i danni sofferti dal calcio a causa delle misure restrittive imposte dal Governo. La seconda la richiesta ai ministri interessati affinché si lavori insieme. Sulla riforma dello Sport non siamo stati nemmeno consultati, parliamoci per cortesia. Condividiamo tavoli di lavoro. La terza è l’attenzione al valore che il calcio possiede e che la politica non immagina neppure: in Italia per la dimensione sociale che ha, all’estero come veicolo di comunicazione".
Chiediamo ristori per i danni sofferti dal calcio a causa delle misure restrittive imposte dal Governo

A un passo dal disastro economico...

"Siamo molto vicini al disastro economico-finanziario. Da un lato lavoriamo con la Figc per misure sul ritardo dei pagamenti o l’introduzione di un salary cap. Dall’altro, se non avremo respiro attraverso ristori e dall’entrata in scena dei fondi nella media company della Lega, il rischio che il sistema si fermi è molto alto".
Niente richiesta di aiuti, Paolo Dal Pino e la Lega chiedono ristori:
"Noi non chiediamo aiuti, ma ristori a seguito di misure restrittive, per esempio gli stadi chiusi, introdotte dal Governo che ci hanno colpito, creandoci dei danni. Questo è un momento di grande crisi di liquidità".
E sulla possibile riduzione dei salari milionari degli attori del sistema calcio...
"Il discorso deve restare all’interno del perimetro sportivo, considerando pure che il valore del giocatore si deve assestare su scala internazionale. Sarebbe controproducente se in Italia facessimo i virtuosi e gli altri Paesi, le altre Leghe, no: verrebbe depauperato il patrimonio tecnico del nostro campionato. Ecco perché ha fatto bene il presidente della Figc, Gabriele Gravina, a scrivere alla Uefa affinché a livello europeo avvenga un allineamento sul tema dei salari".
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