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Serie A - Inter, Conte ha messo d'accordo tutti con i risultati: elogio dell'antiestetica

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Aggiornato 08/04/2021 alle 13:01 GMT+2

SERIE A - In Inter-Sassuolo a confronto si sono visti il "risultatista" Conte e l'esteta De Zerbi, il contropiede e il possesso palla. Meglio il bello o l'efficace? È l'eterno dilemma del calcio italiano. A volte è questione di gusti, altre no perché sono i trofei, e non le chiacchiere, a riempire le bacheche.

Antonio Conte - Inter - Serie A 2020-2021

Credit Foto Imago

L'estetica è la disciplina che studia la natura della bellezza e la sua percezione da parte degli individui, motivo per cui è strettamente legata all'arte. Se si parla di percezione c'è, però, una componente di soggettività che va sempre messa in preventivo. Se poi si parla di calcio, l'estetica non può che passare in secondo piano rispetto ai risultati. Inter-Sassuolo è stata il manifesto di questo concetto: a confronto si sono visti il "risultatista" Conte e l'esteta De Zerbi, il contropiede e il possesso palla (spesso e volentieri sterile). A vincere è stato il tecnico salentino alla sua maniera. Al di là degli episodi - l'azione del secondo gol è stata lo spartiacque della partita - l'Inter ha sprecato numerose occasioni da gol. I neroverdi passavano minuti a far girare il pallone senza trovare sbocchi mentre i nerazzurri con tre passaggi ribaltavano l'azione e si presentavano davanti a Consigli.
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20 aprile 2010: Inter-Barcellona 3-1, la vittoria manifesto del Triplete dell'Inter targata Mourinho

Filosofie a confronto, come ben sa Mourinho che incartò il Barcellona nel 2010 infischiandosene del possesso palla. Un'idea molto chiara anche nella testa di Antonio Conte: l'anno scorso l'Inter, insistendo con il pressing alto, rimediò un 3-3 contro la sua bestia nera. La lezione è servita per non ripetere gli stessi errori: "Il bel gioco? Andremo dall'estetista e ci faremo un lifting". La risposta dell'allenatore nel post partita sintetizza la sua scala di priorità.
Non è solo l'Inter che non vince da 10 anni, ha vinto sempre la stessa per 9 anni. E sarebbe molto bello se fossimo noi a spodestare questo regno
Difficile dargli torto perché ad aprile è normale che la squadra sia stanca e spremuta. L'ultima ottima prestazione dei nerazzurri resta quella del derby, seguita da altre vittorie sicuramente meno brillanti. Ora si tratta di gestire il vantaggio e l'occasione di allungare nel recupero era troppo ghiotta per non essere sfruttata. D'altronde, l'Inter ha conquistato la decima vittoria di fila (filotto storico nel girone di ritorno), la 19esima nelle ultime 22 giornate e certi numeri non si vedevano dalla cavalcata della stagione 2006-07 targata Mancini, quella delle 17 vittorie consecutive e dei 97 punti a fine campionato.
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Milan-Inter, la costruzione dal basso paga

Cifre insostenibili per una concorrenza che arranca e vede ormai partire il countdown Scudetto. L'Inter di Conte è il trionfo di una formula che prevede due attaccanti centrali e di una filosofia cucita alla perfezione dal tecnico per questa rosa. I due centravanti in questione sono i registi offensivi, due terminali che sanno giocare in area e negli spazi. Per questo concedere poche reti diventa fondamentale: là davanti prima o poi il gol arriva, soprattutto con un leader come Lukaku, mister 21 gol e 8 assist. Sono 36 quelli della Lu-La, la seconda coppia gol in Europa dopo Lewandowski-Muller (45).
In definitiva, se l'estetica e il possesso restano questione di gusti, i risultati mettono d'accordo tutti. Perfino gli avversari, perfino i detrattori di Antonio Conte. Il trofeo del possesso palla non va a riempire le bacheche, lo Scudetto sì.
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Romelu Lukaku - Inter - Serie A 2020-2021

Credit Foto Getty Images

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