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Tamponi, isolamento violato e Asl ignorata: cosa rischia la Lazio

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Aggiornato 08/11/2020 alle 10:11 GMT+1

La situazione in casa-Lazio non migliora, anzi: alla mancata convocazione di Immobile, Leiva e Strakosha per il match con la Juventus sono seguite le acquisizioni di referti e altri elementi da parte della polizia giudiziaria presso il centro sportivo di Formello e il laboratorio di analisi di Avellino. Ora cosa rischia la Lazio?

Claudio Lotito a colloquio con Ciro Immobile: il giocatore della Lazio al centro della bufera per il caos tamponi che ha investito il club biancoceleste, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Sono giorni convulsi in casa-Lazio: nella giornata di sabato, gli investigatori della polizia giudiziaria inviati dalla Procura della Repubblica hanno acquisito elementi sia nel centro sportivo di Formello che dal laboratorio di analisi di Avellino “Futura Diagnostica”. Ora inizia il lavoro delle Procure per indagare su quali e quante violazioni ci siano state. Ecco la ricostruzione della Gazzetta Sportiva in edicola oggi.
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Una seduta di allenamento della Lazio

Credit Foto Getty Images

Il caso Immobile

La Lazio ha dichiarato di “aver sempre rispettato i protocolli” su Ciro Immobile, ma le violazioni su di lui riguardano il club: primo, la mancata comunicazione della positività alla Asl dopo i tamponi Synlab “pre-Champions” del 26 ottobre e 2 novembre, data in cui era “leggermente positivo” anche quello del laboratorio di Avellino. La seconda il mancato rispetto dell’isolamento di 10 giorni previsto in queste circostanze, visto che poi ha addirittura giocato contro il Torino. Secondo la Rosea, questo è uno dei nodi dell’inchiesta Figc: è necessario appurare che casi analoghi a quello di Immobile non siano già capitati in passato, magari con una positività evidenziata da Diagnostica Futura che, operando in Campania, non ha il dovere di avvisare la Asl per casi di altre regioni.

Le possibili sanzioni

Secondo l’articolo 8 delle norme emanate dal consiglio federale dell’8 giugno “la gravità della violazione è valutata in funzione del rischio per la salute dei calciatori, degli staff, degli arbitri e di tutti gli addetti ai lavori esposti al contagio da Covid-19, nonché dell’accertata volontà di alterare lo svolgimento o il risultato di una gara o di una competizione”. Le sanzioni, come già evidenziato in precedenza, vanno dall’ammenda all’esclusione del campionato, passando dalla penalizzazione alla retrocessione. Molto ovviamente dipenderà dall’esistenza o meno del dolo nell’operato del club e del medico sociale.

Si può andare nel penale?

La violazione dell’isolamento di un positivo è materia anche della giustizia ordinaria e oltre a sanzioni amministrative si rischiano procedimenti penali. Il datore di lavoro può rispondere per non aver rispettato le misure di cautela prevenzionistica dettate dal protocollo sanitario e dalla normativa di cui ai Dpcm. Le sanzioni penali vanno dall’arresto da 3 a 6 mesi più un'ammenda da 3mila a 7,8mila euro. Il responsabile sanitario risponde con l’arresto fino a due mesi o con l’ammenda da 368 a 1.474 euro. Tra i reati più gravi c’è l’epidemia colposa che si configura quando il positivo, sfuggendo all’isolamento, contagia altre persone.
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