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Calcio, Fabrizio Miccoli, condanna definitiva: si è presentato al carcere di Rovigo

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Aggiornato 24/11/2021 alle 16:34 GMT+1

MICCOLI - L'ex calciatore si è recato oggi spontaneamente al carcere di Rovigo, dopo essere stato condannato in via definitiva per per estorsione aggravata dal metodo mafioso di martedì sera.

Fabrizio Miccoli

Credit Foto Getty Images

Purtroppo per Fabrizio Miccoli, è tutto vero. L'ex calciatore di Casarano, Ternana, Perugia, Juventus, Fiorentina, Benfica, Palermo, Lecce e Birkirkara, condannato in via definitiva per estorsione aggravata dal metodo mafioso di martedì sera, si è presentato spontaneamente oggi al carcere di Rovigo. L'ex calciatore dovrà scontare 3 anni e 6 mesi di carcere.
Secondo la sentenza, Miccoli commissionò un'estorsione aggravata dal metodo mafioso a Mauro Lauricella, figlio del boss della Kalsa Antonino "u scintilluni", già condannato a sua volta in via definitiva a 7 anni di carcere. Per l'ex capitano rosanero non esiste soluzione alternativa alla prigione, perché a causa dell'aggravante non vengono concesse misure alternative.

L'avvocato di Miccoli: "E' un uomo distrutto"

Ad accompagnare il 42enne ex attaccante nel carcere di Rovigo è stato il proprio legale Antonio Savoia che si è lamentato della diffusione delle notizie riguardanti il suo assistito prima che gli venisse notificato l'ordine di esecuzione. "Fabrizio è un uomo distrutto", il commento del suo avvocato. L'Ansa spiega anche il motivo per cui, Miccoli abbia deciso di costituirsi nel carcere veneto e non in quello di Lecce, città dove risiede con la propria famiglia, da quanto si è apprende, è riconducibile alla volontà dell'ex calciatore di "stare lontano il più possibile da tutto e da tutti".
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2013, Fabrizio Miccoli

Credit Foto LaPresse

La vicenda giudiziaria

La vicenda giudiziaria, che risale a 10 anni fa, nasce dalla richiesta di Miccoli a Mauro Lauricella, figlio di Nino, un mafioso del quartiere Kalsa, di chiedere la restituzione di diverse migliaia di euro all’imprenditore Andrea Graffagnini per conto del suo amico Giorgio Gasparini, ex fisioterapista del Palermo Calcio. La vicenda fece molto scalpore anche per perché Miccoli e "Scintilla" parlavano nelle intercettazioni del giudice Giovanni Falcone come di un "fango". L’ex capitano del Palermo per tali frasi si scusò pubblicamente poi pubblicamente.
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