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Calcio, Serie A - Buffon: "Sarri-Juve, fu avvilente; Pirlo non ha fallito. La squadra di Allegri è competitiva ovunque"

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Aggiornato 23/11/2021 alle 09:35 GMT+1

SERIE A - Gianluigi Buffon è stato protagonista di una lunga intervista a TikiTaka, in cui l'attuale portiere del Parma ha toccato diversi argomenti: dalle difficoltà avute con Sarri alla Juventus alle motivazioni che lo fanno restare in campo a quasi 44 anni, dalle potenzialità dell'attuale rosa bianconera al passato con Pirlo. E poi Nazionale e non solo...

Buffon bei Juventus Turin

Credit Foto Getty Images

Il 28 gennaio Gianluigi Buffon compirà 44 anni, ma la voglia di divertirsi e di dare il massimo in campo sembra rimasta quella degli anni d'oro. L'attuale portiere del Parma lo fa trasparire spesso nelle sue dichiarazioni ed è stato così anche nella lunga intervista concessa a TikiTaka, dove ha parlato di molti temi del mondo pallone. A cominciare dalla "sua" Juventus.
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Sulla Juve di oggi

"La Juventus quando sembra in difficoltà poi sorprende sempre e ha dei colpi di reni che le fanno vincere i trofei più impensabili. Vedo la squadra sempre protagonista in ogni competizione, poi vincere la Champions in questi anni, contro determinate squadre, è sempre complicato. Non gioca male, la Juve quando vince lo fa da squadra solida, compatta che non concede spazi e che quindi imbruttisce la partita. La nostra Juve che è arrivata due volte in finale era solida, poi non ha vinto perché ha giocato contro un Barcellona e un Real Madrid che erano quattro volte superiori a noi. Ma senza quelle caratteristiche non saremmo mai arrivati in finale".
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Sarri e Pirlo

Buffon ha giocato 19 stagioni in maglia bianconera e le ultime due sono coincise con le annate di Maurizio Sarri e Andrea Pirlo in panchina. Sui due allenatori, il portiere ha le idee ben chiare. "Sarri da noi ha avuto tantissime difficoltà perché già all’inizio ha avuto dei piccoli attriti con qualcuno. Non è scoccata la scintilla. Dopo un mese, si è accorto che il tipo di lavoro che era abituato a fare avrebbe dovuto rivederlo e avrebbe dovuto cercare di mediare. E per uno come lui mediare è un qualcosa di avvilente. Non aveva quell’entusiasmo che di solito uno come lui ha. Pirlo ha fallito? Non direi, il vitello sacrificale dà l’idea di un perdente ma un allenatore che vince Coppa Italia, Supercoppa e che arriva in Champions non ha fallito". Infine sull'ultima estate: "Se Ronaldo non era più convinto di rimanere ha fatto bene ad andarsene. E Allegri ha fatto bene a tornare perché si vede che è convinto di fare bene ed è convinto di poter incidere”.
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Titolarità e Atalanta

Buffon ha anche rivelato che un anno fa era stato vicino al passaggio a un'altra squadra italiana: l'Atalanta di Gasperini. "Lui lo sa, è successo che nel momento in cui avevo deciso di andare a Bergamo ho parlato con i dirigenti della Juve e con Pirlo che mi hanno convinto a restare. Mi conoscono alla perfezione e hanno toccato determinati tasti che mi hanno persuaso a non andare. A Gasperini comunque voglio bene, le sue chiamate e la sua volontà di volermi a Bergamo perché secondo lui ero ancora forte per fare il titolare, mi hanno gratificato moltissimo. Quando all’andata degli ottavi di Champions noi avevamo vinto ma la Juve aveva perso non mi sentivo a mio agio per la sconfitta della Juve. E questa cosa ha pesato nelle scelte future. Così poi sono tornato, non mi faceva impazzire l’idea di fare il secondo ma l’idea di poter vincere la Champions con questa dirigenza e con questi compagni è stata la cosa che ha pesato di più. Vincerla per la gente della Juve mi avrebbe dato una soddisfazione enorme”.
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La Nazionale

Infine il capitolo Nazionale, con cui Gigi è stato campione del Mondo nel 2006 e primatista di presenze. Ma che ora rischia seriamente di non qualificarsi al suo secondo Mondiale di fila, pur restando per lui una fonte di ispirazione. "Questa è la scusa per continuare a giocare. È la motivazione che mette d’accordo tutti. Delle analogie con la squadra di Ventura ci sono, la differenza è che questa Nazionale ha delle certezze maggiori in virtù anche del successo insperato agli Europei. E quando hai delle certezze è più facile superare i momenti delle difficoltà. Lo spareggio con la Svezia? Quella è stata l’anticamera di una spedizione che sarebbe stata non vincente. Abbiamo commesso degli errori e abbiamo avuto delle mancanze troppo grandi che non ci hanno permesso di andare al Mondiale. Le colpe sono di tutti, l’ho sempre detto. Quando si fallisce lo si fa tutti, lo staff, l’allenatore e tutti i giocatori”.
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