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Calcio Serie A Caso plusvalenze, ecco cosa rischia ora la Juventus di Andrea Agnelli

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Aggiornato 27/11/2021 alle 12:36 GMT+1

SERIE A - Inchiesta della procura della Repubblica di Torino per falso in bilancio, inchiesta della procura Figc. Cosa rischia i bianconeri per il caso plusvalenze.

Juve-Boss Andrea Agnelli wirbt weiter für die Super League

Credit Foto Getty Images

L'intero mondo Juventus è sotto shock dopo che la Guardia di Finanza ha perquisito nella serata di venerdì le sedi di Milano e Torino alla ricerca di documenti che certifichino le ipotesi di reato di falso in bilancio contestate ad Agnelli, Paratici, Nedved e altre 3 ex dirigenti. Il focus dell'inchiesta è incentrato sul fenomeno delle plusvalenze che il club bianconero ha completato nel corso delle ultime 3 stagioni e che è stato portato alla luce dalla Covisoc e dalla Consob prima che i pm di Torino avviassero l'inchiesta ufficiale. Cosa rischia ora il club bianconero, dunque? A tale domanda da "100 milioni di dollari" occorre rispondere su due corsie, stando alla ricostruzione della "Gazzetta dello Sport".

I due filoni

La prima riguarda i reati di falso in bilancio, illustrati negli articoli 2621 e 2622 del Codice Civile, e del decreto legislativo 74/2000. Si parla delle presunte “false comunicazioni di società quotate in borsa” e “false fatturazioni”; pene declinate a seconda della gravità della violazione. Nella seconda si entra invece nel merito della giustizia sportiva. "È sempre stato difficile stabilire con criteri oggettivi inattaccabili il valore economico di un calciatore e la conseguente iscrizione a bilancio", scrive il giornalista Valerio Piccioni sulla Rosea individuando la zona d'ombra.

Capitolo Plusvalenze

Il ruolo strutturale delle plusvalenze a “guarire” i bilanci in rosso per poter aggirare i vincoli di correttezza gestionale e mantenere i requisiti per l’iscrizione ai campionati: questa è la vera falla della giustizia sportiva. Trattasi di segreto di Pulcinella, insomma. C’e stato però una sorta di precedente: nel 2018 la Corte d’Appello federale condannò il Chievo a tre punti di penalizzazione per “reiterata violazione ed elusione delle norme di prudenza e correttezza contabile”, decisione confermata anche in sede di Collegio di garanzia. In quel caso fu respinto al mittente, tuttavia, una parte consistente dell’impianto accusatorio della procura federale a chiedere 15 punti di penalizzazione.
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