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Calcio, Serie A - Milan-Inter 1-1, 5 verità: Lautaro si è inceppato, Diavolo con personalità

Francesco Sessa

Aggiornato 08/11/2021 alle 15:05 GMT+1

SERIE A - Pareggio tra Milan e Inter nel derby di Milano: 1-1 con gol di Calhanoglu e autogol di De Vrij. E' la notte del turco, ex della partita: rigore trasformato ed esultanza provocatoria. Il pari, in fondo, non sta stretto a nessuno: spettacolo e tante emozioni, a ripagare l'attesa di un derby d'alta quota.

Lautaro Martinez sconvolto dopo un'occasione mancata in Milan-Inter - Serie A 2021/2022

Credit Foto Getty Images

Pareggio tra Milan e Inter nel derby di Milano: rigore di Calhanoglu e autogol di De Vrij, tutto nel primo tempo. Tantissime emozioni a San Siro: Tatarusanu para il rigore di Lautaro Martinez, nel finale Saelemaekers colpisce un palo pieno con una conclusione da fuori. Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato il derby.

1) Milan o Inter? No, il pari non sta stretto a nessuno

In questi casi, la domanda rivolta ai protagonisti rischia di arrivare spontanea, ripetuta a macchinetta: “Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?”. La risposta giusta, in questo caso, potrebbe essere: “Mezzo”. Punto. Perché a San Siro Inter e Milan hanno dato vita a una sfida bella, avvincente e ricca di episodi che hanno aumentato i battiti, entrambe hanno avuto la possibilità di vincere e hanno rischiato di perdere. I nerazzurri hanno avuto tante palle nella fase centrale per portarsi a -4 in classifica, ma dopo il triplice fischio avrebbero potuto essere sbattuti a -10. E quindi fuori dai giochi. Discorso che può valere opposto per il Milan: istintivamente il tifoso rossonero rimugina sull’occasione di Bennacer e sul palo di Salemaekers (con errore successivo di Kessié), ma la ragione riporta alla mente il rigore parato da Tatarusanu e le tante occasioni nerazzurre. In conclusione, no: il pari non sta stretto a nessuno. E va bene anche alle altre, dal Napoli - fermato dal Verona ma ancora in vetta e con l'Inter a -7 - in giù.
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Çalhanoglu batte il rigore in Milan-Inter - Serie A 2021/2022

Credit Foto Getty Images

2) È stato il derby di Calhanoglu

Calhanoglu aveva ingannato l’attesa con un post sui social – quello con il turco raffigurato con entrambe le maglie - che aveva avuto il magico effetto di provocare malessere in entrambe le tifoserie. Risentimento rossonero e qualche critica dai tifosi nerazzurri, ma pur sempre futile e isolata. Poi, il riscaldamento: il pubblico di casa, quello milanista, ha bersagliato l’ex fin dai primi istanti. Quando l’attesa ribolle dentro, si è più diretti nell’esternare i sentimenti. E dunque giù di fischi e qualche coro, come in occasione dei primi palloni toccati nel match. Chi pensava che Calha potesse essere bloccato, si sbagliava di grosso: subito palla rubata a Kessié, rigore guadagnato e pallone chiesto a Lautaro, con educazione e consapevolezza. Faccia tosta, gol ed esultanza: orecchie aperte verso la Sud. Clima rovente. Poi c’è stato il resto della partita: tra i migliori in campo. L’altalenante Hakan era in modalità ON e quando è così un signor giocatore: forse c’era da aspettarselo.
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3) C'era tanta attesa: ripagata da un grande spettacolo

C’era tanta attesa per questa sfida. Perché Milano sta tornando a vivere momenti di gloria: riaccendersi, con un passato glorioso nella memoria, è un attimo. Il tifo interista è già tornato a esultare per davvero con lo scudetto vinto, ma con quell’amaro in bocca delle porte chiuse e del trionfo vissuto senza l'estasi di un San Siro in festa. I supporter rossoneri si stanno lasciando trascinare da un Milan bello e coraggioso: l’entusiasmo, considerando oltre all’estetica anche la classifica e i risultati, viene da solo. Ecco che le aspettative per questo derby erano altissime: dopo stagioni magre con sfide di metà classifica e al massimo per la zona Champions, negli ultimi due anni la stracittadina è tornata stabilmente partita d’alta quota. Ma se l’anno scorso il pubblico non c’era, quest’anno il Meazza ha risposto presente. Milan e Inter non hanno tradito: è stato un bello spettacolo. A partire dalla coreografia della Curva Sud per i medici e gli infermieri che hanno lottato contro il Covid.
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Tomori esulta per il gol del pareggio in Milan-Inter - Serie A 2021/2022

Credit Foto Getty Images

4) Questo Milan non ha paura

Il Milan è dunque bello e coraggioso. Non ha paura. Le prove iniziano a essere tante: da Anfield all’Olimpico, dal Gewiss Stadium di Bergamo alla sfida contro l’Atletico Madrid. Anche nel derby i rossoneri hanno giocato a testa alta, cercando di imporre il proprio gioco e aggredendo sempre alto, con i giocatori dell’Inter marcati a uomo per soffocare il palleggio nerazzurro. Poi bisogna fare i conti con gli avversari: se di alto livello come i giocatori di Inzaghi, i pericoli possono arrivare. E così è successo: bravo il Milan a non cadere (e un po’ ingenua l’Inter a non capitalizzare). Passata la paura di una fase centrale di partita complicata - tra la fine del primo tempo e la prima parte del secondo - il Diavolo ha ripreso come se nulla fosse successo: la vittoria a quel punto è stata a un passo. La reazione dopo le occasioni nerazzurre è una bellissima notizia per Pioli.
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Il duello Lautaro Martinez-Kjaer in Milan-Inter - Serie A 2021/2022

Credit Foto Getty Images

5) Inter, Lautaro si è inceppato

Anche Inzaghi può essere soddisfatto dei suoi, che comunque hanno fermato la corsa di una squadra capace di vincere 10 partite su 11 in campionato (l’unico pari era arrivato con molte assenze all’Allianz Stadium contro la Juventus). La nota negativa in casa Inter è Lautaro Martinez: il Toro non segna più. L’ultima esultanza dell’argentino resta quella del 2 ottobre sul campo del Sassuolo; l’ultima dopo un gol su azione è datata 25 settembre, contro l’Atalanta. Il rigore era l’occasione giusta per sbloccarsi: il primo se l’è preso Calhanoglu, il secondo è stato fallito. Poi l’occasionissima nel finale di primo tempo: controllo e destro da pochi passi, largo. La palla non vuole entrare. Per puntare in alto, Inzaghi deve a tutti i costi ritrovare Lautaro Martinez. Anche perché Dzeko non potrà segnare sempre (e ultimamente lo sta facendo meno) e Correa va e viene.
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