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Il dopo Donnarumma (e C.): perché il nuovo Milan non deve aver paura

Roberto Beccantini

Pubblicato 19/07/2021 alle 22:13 GMT+2

SERIE A - Il Milan, come l'Atalanta, è uno dei pochi club che potrà avere continuità con l'allenatore. La partenza di una pedina fondamentale come Donnarumma può così essere 'tamponata' da un concetto reso celebre anche da Roberto Mancini: il gruppo. Pioli, inizialmente, dovrà affidarsi soprattutto a quello.

Stefano Pioli alla prese con i primi allenamenti del Milan

Credit Foto Getty Images

Il Milan «secondo» che torna in Champions è la correzione di un refuso storico. Stiamo parlando del club più internazionale d’Italia: 18 scalpi, tanti quanti gli scudetti. Con l’Atalanta, inoltre, potrà contare sullo stesso allenatore, dettaglio non marginale visto il can-can di Inter, Juventus, Napoli, Lazio e Roma.
Stefano Pioli è il ponte che lega la rinascita alle ambizioni. Lo hanno mollato Gigio Donnarumma e Hakan Calhanoglu, pedine cruciali. Soprattutto il portiere, fresco di oscar agli ultimi Europei. Parigi, dunque: Paolo Maldini non ha voluto arrendersi a Mino Raiola. Né ai cinque milioni pretesi dal turco. Sono snodi. Dolorosi, rispettabili: perché netti, trancianti. Tocca a Mike Maignan, titolare del Lilla campione. Subito identificato, subito reclutato: così si fa. Per il trequartista, non che Calha fosse un genio ma occupava, e occupa, un ruolo nevralgico. Il fatto che sia passato all’Inter accentua la paura dello smacco. Brahim Diaz è un trottolino che, a suo modo, potrebbe rilevarne le mansioni. L’ideale sarebbe stato Rodrigo De Paul. Si legge pure di Francisco Isco, scuola Real, e di Nikola Vlasic, croato esule a Mosca, sponda Cska. Si guarda, golosi, alle «idi di Marzio».
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Gianluigi Donnarumma (Euro 2020)

Credit Foto Getty Images

Mancava un vice Ibra, che il 3 ottobre ne farà 40. Ecco Olivier Giroud, l’usato sicuro. Prima che scoppiasse la pandemia, Franck Kessié era in gruppo. Oggi è in fuga, uno dei più forti centrocampisti in circolazione. Andrà in scadenza nel 2022, batte cassa. Sei milioni: i soldi non sono miei, lo si accontenti. Li merita. In difesa, si riparte da Simon Kjaer e Fikayo Tomori: scelta corretta, specialmente dopo il terremoto in porta.
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Come cambia il Milan con Olivier Giroud

Il mercato è di una lunghezza esasperante, a stilare la lista della spesa si rischia di scrivere banalità. Servirebbero un’ala, una mezzala di spessore, una punta giovane. Par di capire che la società si sia stufata di aspettare Rafael Leao. Piace Kaio Jorge, diciannovenne del Santos. Come esterno lampeggia Hakim Ziyech, ex Ajax, periferia del Chelsea. La spalla di Theo Hernandez è stata individuata in Fodé Ballo-Touré del Monaco. Senza dimenticare il riscatto di Sandro Tonali, dal Brescia. Tutto si può dire, del fondo Elliott, tranne che non abbia afferrato lo spirito del tempo.
A maggio, il baby-Diavolo finì a 12 punti dall’Inter. In ossequio al bilancio, la Champions gli impone di adeguare la rosa alla storia. Prima o poi tornerà il pubblico, e anche questa è una variante non trascurabile. Quale sarà la reazione? San Siro è cattedra esigente, non a caso si disse che, tra le micce del boom, c’erano state proprio le porte chiuse, tesi cara ad Alessandro Costacurta.
Nel suo piccolo, e con il suo calcio, Pioli aveva già anticipato la lezione di Roberto Mancini. Il gruppo come cuore pulsante e pochi dirigenti - pochi ma buoni - a isolarlo. Da qui al 31 agosto molto potrà ancora succedere. La «bella» di Londra ha celebrato l’equilibrio. E il Milan è squadra equilibrata. Il doppio binario, però, esige un salto di testa, oltre che di gambe. Questa sarà la vera sfida.
Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini http://www.beckisback.it.
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Maldini: "Obiettivo mantenere le prime quattro posizioni"

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