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Juve, Morata racconta il momento attuale della Juventus e ritorna sulle minacce nei suoi confronti a Euro2020

Francesco Friggi

Pubblicato 10/11/2021 alle 14:36 GMT+1

Juventus - Morata torna sul difficile momento estivo e sulle minacce dei tifosi nei suoi confronti agli Europei 2020. L' attaccante spagnolo si sofferma anche sulla stagione poco brillante attuale della Juventus e sul suo momento poco realizzativo in termini di gol.

Alvaro Morata in azione durante Juventus-Roma - Serie A 2021-22

Credit Foto Getty Images

In un'intervista a El Pais, Alvaro Morata racconta il momento non brillante che sta vivendo con la Juventus con un gol in campionato che manca ormai dal 19 settembre, scavetto ed esultanza contro il Milan: "Siamo tutti sotto pressione. Io forse di più perché sono in prestito. Ma quando sei padrone del tuo destino, l'unica cosa che puoi fare è lavorare. Sono stato quasi un mese fuori per la fretta di tornare e non sono stato bene fisicamente. Ho dovuto lavorare molto per la squadra e non avevo la lucidità necessaria per segnare. Nelle ultime partite ho giocato a sinistra, quasi da esterno. Ma l'importante è giocare e fare quello che mi chiede il mister. Ovviamente mi piacerebbe giocare meglio e fare più gol, ma, prima dell'infortunio, stavo bene; ho fatto fatica a recuperare".
Delle sue esultanze ha bisogno soprattutto la Juventus che, in campionato, sta faticando terribilmente totalizzando solo 18 punti: "In campionato non stiamo vivendo un bel momento, ma c'è un grande gruppo. E' molto difficile risalire fino ai primi posti, ma in passato ci siamo riusciti. Dobbiamo essere oggettivi, dimenticarci delle cose che non si possono fare e cercare innanzitutto di tornare in zona Champions, da lì poi guardare avanti".
Morata torna anche sul difficile momento di Euro2020 dove le critiche si sono trasformate in vere e proprie minacce di morte a lui e alla sua famiglia: "Se non fosse stato per il mister e i miei compagni, l'avrei vissuta anche peggio. Penso sempre al fatto che se avessimo battuto l'Italia, col nostro gioco avremmo avuto molte possibilità di superare anche l'Inghilterra. Ma ci siamo guadagnati il rispetto di avversari e tifosi. I fischi? Non fanno mai piacere. Nessuno è perfetto, non siamo macchine e so quello che ci si aspetta da me. Ci sono cose in cui dobbiamo fare dei passi avanti, come nell'odio che certe volte si mostra. Ho visto genitori, che erano assieme ai figli, con le facce arrabbiate ed è quello che trasmettono ai bambini. Ma credo che qualcosa stia cambiando, che la gente si stia rendendo conto che ci sono dei limiti. In campo possono insultarmi, sputarmi, ma non quando sono fuori a passeggiare con mia moglie o i miei figli. Ci sono stati momenti in cui non avevo voglia nemmeno di alzarmi dal letto. Ho detto spesso che ho passato molti momenti brutti e, con un'altra mentalità, magari sarei potuto essere un giocatore migliore, ma ho anche grande forza di volontà per uscire dai momenti bui, altrimenti non avrei avuto la carriera che ho avuto".
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