Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Juventus, Raspadori e il "cambio" con Dybala: è lui l'uomo giusto?

Simone Eterno

Aggiornato 26/04/2022 alle 14:53 GMT+2

SERIE A - L'incrocio del Mapei ha mandato in gol entrambi, ma con l'uscita certa di Dybala a fine stagione sembra proprio Raspadori il sostituto dei bianconeri per il futuro. Un rapporto sui numeri e un'analisi sull'eventuale futuro.

Paulo Dybala e Giacomo Raspadori

Credit Foto Getty Images

Sassuolo-Juventus è stata anche l’occasione per parlare di mercato. Lo scrivevano in molti già alla vigilia. E non è più un mistero ormai: i bianconeri, su Giacomo Raspadori, gli occhi li hanno messi ormai da tempo. D’altra parte in casa Juve bisogna sostituire Paulo Dybala. E in un ottica di giovani, di ricambio, di acquisti senza svenarsi – impossibile a bilancio dopo il sacrificio di gennaio per Vlahovic – il nome del giovane attaccante del Sassuolo è uno dei pochi a rispecchiare l’identikit di ciò a cui si punta in casa Juve.

I numeri: un destino simile

Sassuolo-Juventus è stata anche l’ultima occasione per vederli contro, forse, Dybala e Raspadori. Che un gol, a testa, l’hanno fatto; e che in qualche modo sembrano accomunati, se trasferimento sarà, da un destino simile. Quando nell’ormai lontana estate del 2015 Dybala sbarcò alla Juventus con un volo proveniente dalla provincia del calcio italiana, in questo caso Palermo, l’argentino non aveva ancora 22 anni compiuti. Il suo bottino tra Serie A e B con la maglia rosanero? 93 presenze, 21 gol. Qualcosa di molto simile, se lo si vuole guardare, a ciò con cui Raspadori sta provando ad affacciarsi alla Juve: 76 presenze col Sassuolo, 18 gol. Numeri che curiosamente diventano gli stessi di quel Dybala se allarghiamo le presenze dell’italiano a partite con la Nazionale U21 e la Maggiore: 93 match complessivi, 24 gol.

Raspadori come Dybala? Che Juve era, che Juve è

Non sono numeri da bomber. La Juventus non sta certo acquistando il nuovo Haaland oggi come non stava comprando con Dybala il nuovo Messi all’epoca – paragone nefasto per chiunque, figuriamoci per un argentino con la 10, non troppo alto e cui piace partire la lontano. Il discorso però qui diventa più ampio. In dove entrava Dybala all’epoca e in dove dovrebbe entrare Raspadori, se l’affare si concretizzerà, oggi.
Quella Juventus, quella dell’estate 2015, era una squadra dall’impianto solidissimo e dal valore enorme. Una squadra che certo, cambiò qualcosina in estate, ma che poche settimane prima era andata a una partita dal Triplete, fermata a Berlino dal tridente più forte di sempre – Messi-Suarez-Neymar – e perché no dalle decisioni del famigerato Cakir, arbitro scarso (oggi, senza più alcun beneficio del dubbio, a fonte di quando combinato in carriera, lo si può affermare senza remore). Dybala insomma entrava in una Juventus forte, pronta, in un ciclo ben lanciato in cui il rinnovamento era tale in quanto mix tra necessità ancora di far cassa e possibilità concreata dagli sviluppi del mercato. Raspadori, a Torino, troverebbe una situazione completamente diversa. Questa Juventus dell’Allegri-bis resta un cantiere a cielo aperto, una squadra ancora priva di identità, di spirito e in cui il tasso tecnico, specie in mezzo al campo, è davvero molto modesto.
picture

Paulo Dybala e Giacomo Raspadori

Credit Foto Getty Images

Raspadori può fare la differenza alla Juventus?

Una domanda che una risposta l’ha già: no. Non è quello che dovrebbe chiedere la Juventus a questo tipo di profilo. Così come, lì per lì, all’epoca, non fu chiesto nemmeno a Dybala. La questione casomai sarebbe: come può l’eventuale acquisto di Raspadori contribuire a provare a migliorare la manovra offensiva dei bianconeri, per altro già abbastanza povera in questa stagione con la presenza dello stesso Dybala, giocatore dal puro tasso tecnico – inutile girarci intorno – nettamente superiore a quello dell’attaccante del Sassuolo. Ecco, questo è il punto di fondo dell’intera questione: come pensa la Juventus di migliorarsi abbassando tendenzialmente il livello tecnico?
La risposta resta un sostanziale dubbio. O una speranza, in casa Juve. Quella di riaccendere con Raspadori un po’ di freschezza, un po’ di grinta, quella sana fame e voglia di arrivare che il primo classe 2000 con passaporto italiano in Serie A ad andare in doppia cifra potrebbe portare a Torino. Basterà? Da solo, a oggi, è difficile crederlo. Se certo si muovesse dell’altro – non solo a livello di rosa, ma anche di idee tattica da sviluppare in panchina – allora sarebbe un altro discorso. Nel mentre restano i dubbi e il concetto di fondo. Giacomo Raspadori ha discreti numeri e può ambire alla Juventus. Non chiedetegli, però, di ribaltarla come un calzino. Sarebbe controproducente per tutti.
picture

De Zerbi: "Non ci nascondiamo, vogliamo superare il Milan. Raspadori ha la testa di un veterano"

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità