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Milan, tutti i limiti sulla strada verso lo Scudetto: personalità, attacco spuntato e manca un piano B

Davide Bighiani

Aggiornato 05/04/2022 alle 12:18 GMT+2

Tante occasioni da rete segnate, ma zero gol, a sottolineare un trend negativo per una squadra che lotta per il titolo: il Milan rimane impantanato contro il Bologna e ora il Napoli è solo a una lunghezza di distanza. Quali sono i problemi evidenziati dai rossoneri, cosa possono fare per porvi rimedio? Proviamo insieme ad analizzare la situazione.

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Il Milan ha le carte in regola per vincere il campionato? Sì. Il Milan vincerà il campionato? Non è ancora detto, soprattutto dopo la prestazione di lunedì contro il Bologna. Ancora una volta il Diavolo si inceppa sul più bello: è vero, il weekend lungo di campionato non aveva certo arriso ai colori rossoneri, date le vittorie di Inter e Napoli, ma la truppa di Pioli aveva la possibilità di ristabilire le distanze con le dirette inseguitrici, visto che il match alla vigilia non sembrava dei più proibitivi. Il Bologna di Mihajlovic, squadra coriacea, ma non troppo pericolosa. E invece i 70mila di San Siro tornano a casa con le pive nel sacco, un misero punticino e tanti punti di domanda che ancora aleggiano nelle loro menti. Uno su tutti: ma ce la faremo davvero a vincere questo campionato?
Non siamo riusciti a trovare il guizzo, la giocata giusta. Abbiamo fatto 33 tiri e la partita l'ha fatta il Milan, ma non è bastato. (Stefano Pioli)

Difesa registrata ma attacco sterile

I problemi visti contro il Bologna sono gli stessi registrati da qualche tempo a questa parte: il fatto che il Milan arrivasse da tre 1-0 in fila (Napoli, Empoli e Cagliari) non era certo incoraggiante dal punto di vista della facilità a trovare la via della rete. A fronte di una difesa sì "da scudetto", vista la sua recente imperforabilità - 5 gare senza gol subiti se consideriamo anche la gara d'andata delle semifinali di Coppa Italia - c'è da sottolineare un attacco che fa davvero fatica a segnare, con soli 4 gol nelle ultime 6 partite. Qui certamente non un ruolino di marcia da prima della classe. Le vittorie di "corto muso" hanno mascherato i problemi del reparto avanzato che crea sì tante occasioni e tiri - ieri ben 33 - ma senza riuscire a centrare il bersaglio. Nelle ultime tre partite di campionato il Milan ha tirato verso la porta avversaria 69 volte segnando solo due gol; 54 tentativi e una solo rete tra Cagliari e Bologna. Qui c'è qualcosa che non va.

14 punti persi con le "piccole"

Milan-Sassuolo 1-3, Udinese-Milan 1-1, Milan-Spezia 1-2, Salernitana-Milan 2-2, Milan-Udinese 1-1, Milan-Bologna 0-0: il Milan quest'anno ha dimostrato di essere paradossalmente più pronto e performante contro le cosidette "big" che contro squadre di medio e basso cabotaggio e le statistiche sono lì a dimostrarlo. Il Milan ha perso ben 14 punti con i club che vanno dalla decima alla ventesima posizione in classifica. Gli scudetti si vincono sì facendo bene negli scontri diretti, ma una base di punti "facili" (scusate il termine) va messa: nel prossimo futuro il Milan deve ancora affrontare Torino, Genoa e Sassuolo, occhio a non scivolare di nuovo.
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Numeri sconfortanti:

  • 14 punti persi con i club che vanno dalla 10a alla 20a posizione in classifica
  • 33 tiri (7 in porta) e zero gol contro il Bologna
  • 69 tiri (24 respinti, 27 out o legni, 18 nello specchio) e 2 gol nelle ultime tre partite
  • 54 tiri e 1 gol tra Cagliari e Bologna
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Lo sconforto di Davide Calabria durante Milan-Bologna

Credit Foto Getty Images

Poca personalità

Una dei difetti a cui si possono imputare a questa squadra è la mancanza di personalità di alcuni dei giocatori chiave: Leao, che ha trascinato i rossoneri nella fase più esaltante della stagione, fatica a prendersi la squadra sulle spalle nei momenti di maggiore difficoltà; lo stesso si può dire per gli altri attori della fase offensiva, da Messias - ultimamente preferito a Saelemaekers a destra - a Diaz - il cui apporto in termini di gol e assist è fermo al 2021, passando per Rebic - troppo nervoso quando entrato con il Bologna - un po' meglio Giroud (quando ha palle a disposizione), mentre Ibra è da un po' che gioca (e incide) troppo poco.

Dov'è il Piano B?

Nulla da dire all'operato di Stefano Pioli, deus ex machina di questo Milan cresciuto molto nelle ultime due stagioni, ma un piccolo appunto glielo si può fare: perché, una volta appurato che il fortino Bologna (o chi per esso) non si riesce ad aggredire, non provare una variazione sul tema, magari inserendo una punta in più (Ibra oltre a Giroud e non al suo posto)? Oppure, già nel corso del match, perché non provare un Bennacer - indubbiamente il più in forma e il più ispirato sulla linea mediana - più avanzato (al posto di Diaz per intenderci), lasciando ad altri i compiti di interdizione e cucitura del gioco? Insomma un piano B all'altezza, se non altro per confondere le idee agli avversari, che dopo un'ora di "fascia sinistra Theo-Leao" hanno ormai preso le misure.
Il pareggio con il Bologna sa di sconfitta per la ciurma rossonera, che ora dovrà rimboccarsi le maniche in vista degli impegni futuri, che saranno anche più impervi, almeno sulla carta. Il futuro è nelle mani del Diavolo, ma ancora per quanto?
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