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Ritiro Ribery: "In futuro vorrei allenare. Sono stato nella top5 mondiale"

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Pubblicato 22/10/2022 alle 12:30 GMT+2

SERIE A - L'intervista d'addio del campione francese: "Alla prima contro la Roma ho giocato col dolore, per i 3 giorni successivi non sono riuscito a muovermi. I dottori hanno detto che la situazione era molto grave. Ho provato a recuperare. Non riuscivo a credere di essere costretto a smettere. Invece il mio calcio è finito. Il giro di campo sarà un momento particolare e molto difficile"

Ribery

Credit Foto Eurosport

Frank Ribery lascia. Il fantasista francese, dopo l'annuncio di venerdì, saluterà per sempre il calcio giocato davanti ai 15mila spettatori del match tra Salernitana e Spezia. L'ex stella del Bayern Monaco ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport in cui ha raccontato le motivazioni dietro il ritiro, ma non solo:
"Nell’ultima settimana ho pensato un po’ di più a questo momento, ma la verità è che non ci arrivo davvero preparato. Ancora tre mesi fa mi sentivo bene. Un ritiro precampionato alla grande, poi le prime fitte al ginocchio dopo un triangolare a luglio. Alla prima di campionato contro la Roma ho giocato sul dolore. Non sono una persona fragile, ma per i 3 giorni successivi non sono riuscito a muovermi. I dottori hanno detto che la situazione era molto grave. Ho provato a recuperare. Non riuscivo a credere di essere costretto a smettere. Avrei voluto scegliere io quando dire basta. Invece il mio calcio è finito. Il giro di campo sarà un momento particolare e molto difficile".

Sulle emozioni

"Ieri ho rivisto il video commemorativo della mia carriera, e ho pianto. Ho una mia sensibilità, un cuore. Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato, ma così è brutto. È successo tutto molto di fretta. Troppo. E mi fa male. Meno di un mese fa sono andato a Monaco di Baviera per un consulto. Pensavo: forse si trova una soluzione. Invece dovrò operarmi, ma solo per riuscire a condurre una vita normale. Però, appena sono rientrato alla Salernitana, tutti mi hanno aiutato. Mi hanno chiesto di restare in qualsiasi altro ruolo avessi voluto. Questo mi è servito a non pensare troppo".

Sul futuro

"Sono molto contento: in futuro vorrei allenare. Mi piace stare sul campo ed essere vicino alla squadra. Ai compagni ho detto che la cosa più difficile per me non era smettere, ma non poter aiutare loro tutti i giorni. Invece continuerò a farlo, in una città dove il calcio si vive come piace a me: con passione. E io sono innamorato del calcio. E poi il presidente Iervolino ha cambiato e sta cambiando le cose: si percepisce che c’è un progetto, una visione del futuro. Salerno merita grandi cose".

Sul Bayern Monaco

"Mi sono trovato bene perché le persone sono rispettose, educate, vivono la loro vita senza guardare quella degli altri. Il Bayern? Una macchina di vittorie. Strutture e organizzazione: c’è tutto".

Sull'eredità

"Lascio tante cose, credo. Il mio stile di gioco, la mia mentalità, la mia fame. Sono uno venuto dalla strada, e forse oggi non sono più tanti che come me hanno il dribbling, il guizzo, la fantasia… Penso che sia questo che le persone ricorderanno del sottoscritto. Non posso dire di essere stato il migliore, ma certamente sono stato diverso. Io uno dei primi cinque giocatori al mondo? Sì".
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