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Sarri alla vigilia di Lazio-Roma: "Derby della Capitale? Mi intriga, ma ero più teso per Sangiovannese-Montevarchi"

Stefano Dolci

Pubblicato 25/09/2021 alle 20:56 GMT+2

SERIE A - Il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri si approccia al suo primo Derby della Capitale con grande curiosità ma senza pressione o particolari patemi: "Quello che sbagliano i giornalisti però è che la pressione mediatica spesso non è la stessa che vive una persona. Io la partita in cui ho sentito più pressione è stata un Sangiovannese-Montevarchi in Serie C, una rivalità centenaria".

Maurizio Sarri, allenatore della Lazio

Credit Foto Getty Images

Maurizio Sarri è un tecnico che non è mai banale in conferenza stampa e anche alla vigilia del primo derby della Capitale da allenatore della Lazio, l’ex allenatore di Napoli, Chelsea e Juventus spiazza tutti i giornalisti a chi gli chiede di descrivere il proprio stato d’animo alla vigilia di questa partitissima, la più attesa dai tifosi biancocelesti e giallorossi.
È una partita che mi intriga tantissimo, poter dare una soddisfazione al popolo laziale sarebbe qualcosa di grandioso. Quello che sbagliano i giornalisti però è che la pressione mediatica spesso non è la stessa interna di una persona. Io la partita in cui ho sentito più pressione è stata un Sangiovannese-Montevarchi in Serie C, una rivalità centenaria anche con qualche morto nel dopoguerra, da come mi hanno detto. La pressione mediatica non corrisponde sempre alla pressione interna di una persona. Le sensazioni sono diverse, intime, dipendono da qualcosa che si ha nell’anima. Ma questa è sicuramente una partita che dentro lo stomaco qualcosa ti muove, lo senti, lo percepisci. Non è una partita normale, ma qualcosa di molto di più. Un piacere giocarla, sarebbe bello giocarla al 110% delle proprie possibilità”.
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Immobile e Lazzari esultano dopo il gol in Lazio-Roma

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"Come si vince? Giocando bene"

Penso che con una buona prestazione abbiamo più chance di fare un buon risultato. La Roma è una squadra forte, questo ci porta ancora di più sulla partita con la testa. È una delle partite più importanti d’Europa. Un onore giocarla. Tutti da bambini, vedendo Lazio-Roma in tv o ascoltando alla radio la partita come quando ero piccolo io, hanno sognato di giocarla. Ora ci siamo, giochiamola. Come sta la squadra? La squadra ha fatto bene le prime due gare, a Milano è stata in grande difficoltà, qualcosa dentro è chiaro che può essersi rotto. Ma è normale perdere delle partite, le reazioni devono esserci. Io in allenamento non vedo una squadra spenta, ma bella viva, si allena bene. C’è qualcosa che ci impedisce di giocare al 100%, anche a livello tecnico. La percentuale dei passaggi riusciti non è quella di una squadra che vuole stare nell’alta classifica. Dobbiamo migliorare in tutto, è un percorso, in questo momento i giocatori sono più propensi a pensare al movimento da fare che a giocare a calcio. Questo li blocca un attimo. Non è la playstation, ma calcio vero, con 25 cervelli. Il percorso è complicato per chi vuole fare un calcio collettivo come noi. Qualche squadra ci mette meno tempo, qualcun altra più tempo, alcune invece non ci riescono mai. Noi speriamo di essere tra quelli che ci riescono e di metterci il minor tempo possibile”.
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Luis Alberto - Lazio-Roma Serie A 2020-21

Credit Foto Getty Images

"C’è troppo negativismo intorno a noi..."

I ragazzi devono avere consapevolezza. La Lazio è stata 5 volte sotto nel risultato e ha fatto comunque 8 punti. Avrà mille difetti ma anche dei pregi. Qualche pregio c’è se si fanno 8 punti andando sotto così tante volte. E poi dico due-tre numeri: la Lazio l’anno scorso aveva una media di 8,9 punti ogni 5 partite, ora ne ha fatti 8. L’anno scorso prendeva 7,2 gol ogni 5 partite, ora ne ha presi 7 giocando con un difensore in meno. L’anno scorso faceva 8 gol ogni 5 partite di media, ora siamo a 12. Tutto questo negativismo che sento aleggiare intorno a noi mi sembra eccessivo. La squadra deve avere la consapevolezza di avere già qualche dote”.
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