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Serie A, Inter, Edin Džeko: "Io e Lautaro come il tandem con Tevez al City"

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Aggiornato 26/08/2021 alle 11:48 GMT+2

SERIE A - Dzeko ha rilasciato una lunga intervista a DAZN. L’attaccante bosniaco ha parlato di cosa ha vissuto nell’esordio in Inter-Genoa e il rapporto con Lautaro Martinez. Qui riportate le sue parole a Inter TV.

Edin Dzeko

Credit Foto Getty Images

Edin Dzeko racconta le reazioni in Inter-Genoa: "Ero un po' nervoso, non è da me. Ho giocato tante partite coi club e in nazionale, normalmente non sono nervoso. Poi vedendo tanti tifosi fuori col pullman ho chiesto quanti potessero entrare. Non era la prima a San Siro, ma era la prima in casa. Anche andando nello spogliatoio andavo verso gli ospiti, Ivan Perisic mi ha ricordato che era l’altro. Allo stadio c’era mia madre, anche tanti amici. Sicuramente ho visto uno stadio molto bello, è casa mia adesso. In futuro voglio fare tanti gol e tante cose belle per l’Inter. Il gol? Lo cercavo".
Posso dire che mi sono divertito molto in quei novanta minuti col Genoa, ma anche contro la Dinamo Kiev avevo capito che questa squadra è forte e sa giocare a calcio.

Lukaku e Lautaro

"Lukaku ha fatto negli ultimi due anni grandi cose qui all’Inter. Bisogna dirgli grazie, però non mi piace guardare tanto indietro: io guardo il futuro, sempre avanti, ed è anche qui. Per me conta solo l’Inter e fare bene, so che posso dare tanto a questa squadra. Lautaro Martinez altro compagno argentino? Se facciamo come al Manchester City con Sergio Aguero e Carlos Tévez è la strada giusta. I giocatori forti servono a questa squadra, sono contento che Lautaro Martinez sia rimasto nonostante offerte importanti. Significa molto per questo club, che i giocatori vogliono continuare a crescere qui".

La carriera

"La prima volta numero 9? Non ricordo, sono passati tanti anni. Prima facevo l'esterno destro, numero 7. Quando sono andato in Repubblica Ceca, in seconda serie, mi ha portato un allenatore che è mi ha messo come numero 10. Dopo sei mesi mi sono spostato. La visione di gioco data da quei sei mesi? Può essere. Da piccolo andavo a tirare a muro di sinistro, perché di destro tiravo già bene".

Simone Inzaghi e la nuova Inter

"Posso dire che mi sono divertito molto in quei novanta minuti col Genoa, ma anche contro la Dinamo Kiev avevo capito che questa squadra è forte e sa giocare a calcio. Sono contentissimo di essere riuscito a venire in Italia: da piccolo guardavo il calcio italiano, era il migliore. Italia e Bosnia sono vicine, ho avuto la fortuna di venire qui con le giovanili dello Zeljeznicar per dei tornei. Posso dare ancora tanto".

La Roma

"Rimane sempre un pezzo di cuore, sono stato sei anni lì e non è poco. I tre miei figli sono nati a Roma, per loro sarà sempre casa. Roma mi ha dato tanto, la ringrazierò per sempre. Voglio che fanno bene, ovviamente dietro l’Inter (ride, ndr). Abbiamo vissuto sei anni importantissimi, è stata una grande esperienza".

Soprannome e Kolarov

"I tifosi possono scegliere quello che preferiscono. Ho sentito di nuovo "il Cigno di Sarajevo" (ride, ndr). Chi mi ha dato una mano a venire all’Inter? Beh Aleksandar Kolarov un pochino…".
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