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Serie A - Le 5 verità di Juventus-Fiorentina 1-0: Vlahovic domato da De Ligt-Rugani, chi l'avrebbe mai detto?

Lorenzo Rigamonti

Pubblicato 07/11/2021 alle 09:59 GMT+1

SERIE A - Quali verità estrapolare dalla vittoria in Zona Cesarini della Juventus sulla Fiorentina? Il calendario e il gioco espresso dagli uomini di Allegri non promettono continuità. A centrocampo, la Juventus è un cantiere in continua evoluzione.

Matthijs De Ligt, Daniele Rugani, Juventus, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Juventus-Fiorentina, match valido per la dodicesima giornata di Serie A, si è concluso col punteggio di 1-0 in favore dei Bianconeri. La zampata di Juan Cuadrado al 91' allevia di poco la pressione di una classifica burrascosa dalle spalle dell'ammiraglio Allegri. La Juventus sale a 18 punti in classifica, agganciando una Fiorentina affossata dall'espulsione di Milenkovic al 73'. Di seguito le 5 verità della gara.

1) De Ligt-Rugani, la coppia che non ti aspetti ha domato Vlahovic

Il più chiaro verdetto che emerge dallo scontro dell'Allianz arriva dalla difesa. A pochi minuti dal fischio d'inizio, la situazione del reparto arretrato bianconero era critica: Bonucci era stato fermato da un problema al flessore, Chiellini aveva dato forfait durante il riscaldamento. Daniele Rugani, l'esubero riconvertito a innesto di necessità in un mercato scarnificato dalla crisi Covid, si è fatto trovare pronto. Prima di questo match, aveva accumulato in stagione la miseria di 8 minuti spalmati su due gare.
A braccetto con de Ligt, il centrale ex Cagliari e Rennes è riuscito ad arginare il prolifico impeto di Dusan Vlahovic. E' stata soprattutto la tempra inossidabile dell'olandese a confinare le ambizioni del serbo, silenziato in pressochè tutti i duelli fisici. Il clean sheet maturato all'Allianz Stadium inoltre, costituisce una vitale infusione di fiducia in vista dei prossimi appuntamenti con Ciro Immobile e Duvan Zapata.
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Dusan Vlahovic, Juventus-Fiorentina, Getty Images

Credit Foto Getty Images

2) Campionato e Champions, questa Juve ha due anime diverse

Un bene o un male? I Bianconeri hanno adottato due approcci diversi alle due competizioni: in Serie A è prevalso il solito vecchio conservatorismo allegriano, votato all'interpretazione abbottonata della partita e al risparmio energetico; in Champions invece, la squadra di Allegri ha dimostrato di potersela giocare a viso aperto con chiunque.
La dinamica della vittoria sulla Fiorentina non fa altro che confermare l'esistenza di questa duplice anima. Nel primo tempo la Juventus si è affossata da sola nell'ultimo quarto d'ora, e nella ripresa ha rimesso la testa fuori dal guscio solo in situazione di superiorità numerica. Con una qualificazione agli ottavi di Champions già in tasca però, urge un cambio di passo anche in campionato.
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Juventus-Fiorentina

Credit Foto Getty Images

3) Juve alla ricerca di continuità, contro calendario e classifica

Dopo le tetre sconfitte contro Sassuolo e Verona, i tre punti contro la Fiorentina servivano come il pane. Questa settimana ci ha pensato un messianico Cuadrado, dalla panchina. Ma la prossima? I bianconeri stentano a produrre gioco. E se non produci gioco, non puoi attirare in eterno la fortuna. E se non hai fortuna, beh, non hai continuità. La continuità di cui questa Juve ha disperatamente bisogno, dopo uno schizofrenico avvio stagionale.
E non sarà di certo il calendario a propiziare continuità: sabato la Juve è attesa al crash test Lazio, poi, la settimana dopo, a sferrare il colpo di machete ci proverà l'Atalanta. I bianconeri dovranno uscire da questo ingorgo di big match (nel mezzo c'è anche la sfida per la testa del girone di Champions League contro il Chelsea) con almeno due risultati utili, per sperare perlomeno in una corsa Champions.
Superato questo nodo, i bianconeri potrebbero pensare di recuperare terreno nei match più abbordabili contro Salernitana, Genoa, Venezia, Bologna e Cagliari.
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Federico Chiesa, Riccardo Saponara, Juventus-Fiorentina, Serie A 2021-22, Getty Images

Credit Foto Eurosport

4) McKennie, Rabiot e Locatelli: il centrocampo è un cantiere

Corsa, lucidità degli inserimenti e aggressività: Weston McKennie, già scintilla solitaria nei naufragi contro Sassuolo e Verona, si è distinto come migliore in campo per la terza volta consecutiva. L'americano ha corso più di tutti: è stato l'unico in campo, tra giocatori bianconeri e viola, a toccare i 12 km in 90'.
Tuttavia Allegri, rimane perplesso riguardo la sua posizione in campo: "Sia lui e sia Locatelli fanno fatica a fare la mezz’ala sinistra, si trovano meglio a destra", ha dichiarato il tecnico livornese nel post-partita, alludendo a un collocamento temporaneo dell'americano. A queste incertezze, aggiungiamo anche lo strano esperimento di Rabiot sulla fascia sinistra, e un Locatelli fin troppo ibrido, che tocca decisamente pochi palloni. Il risultato è un centrocampo liquido, instabile, privo degli incastri ideali per essere competitivo.
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McKennie

Credit Foto Getty Images

5) Fiorentina a testa alta, ma con le big...

Di prestazioni, quest'anno, la Fiorentina di Italiano ne ha sbagliate ben poche. Per i risultati invece, è un altro discorso. L'unica gioia contro una "big" l'ha regalata la partita contro l'Atalanta (2-1 in favore dei Viola). Per il resto, la squadra di Italiano non ha saputo concretizzare le ottime prestazioni contro squadre più blasonate: Roma, Inter, Napoli, Lazio e Juventus hanno punito i Viola più sulla gestione mentale della gara che sul gioco espresso.
Contro la Vecchia Signora, i Viola hanno minacciato di sfondare verso la mezz'ora del primo tempo, comandando il gioco per la prima parte della ripresa. Nemmeno questa volta tutto ciò è bastato. Pazienza. Fa parte della crescita.
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Allegri: "Io bollito? Le critiche mi divertono..."

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