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Serie A - Le 5 verità di Napoli-Lazio: gli azzurri di Spalletti da Scudetto, Mertens sostituto perfetto di Osimhen

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Pubblicato 29/11/2021 alle 08:54 GMT+1

SERIE A - La formazione di Spalletti gioca bene, diverte, è organizzata e ha l'obbligo di provare a puntare al primo posto finale. Con un Mertens così, perfetto sostituto del nigeriano, nessun obiettivo sembra precluso. Tra discontinuità e problemi tattici, invece, l'ex Sarri deve ancora trovare la quadratura del cerchio.

La gioia del Napoli dopo la gara vinta per 4-0 contro la Lazio

Credit Foto Getty Images

Napoli-Lazio, match valido per la quattordicesima giornata della massima serie, è terminato sul punteggio di 4-0 per la squadra allenata da Luciano Spalletti che, grazie a questo successo, vola da sola al comando della classifica a +3 sul Milan e a +4 sull'Inter. Di Zielinski, Mertens (doppietta) e Fabian Ruiz le reti dell'incontro. La gara è stata arbitrata da Daniele Orsato della sezione di Schio. Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la partita del Diego Armando Maradona.

1) Napoli da Scudetto: ora non può più nascondersi

Bel gioco, velocità, trame sempre apprezzabili, organizzazione. E tante, tante vittorie. Il Napoli di Luciano Spalletti è una macchina da calcio e da gol, praticamente con la stessa rosa che lo scorso anno non è riuscita a conquistare la qualificazione in Champions League. Impressionante il primo tempo azzurro contro la Lazio. I giocatori di casa sembravano indemoniati nel recupero palla e in ripartenza, tanto da mettere ben presto in ambasce l'ex Sarri nonostante un campo pesante teoricamente sfavorevole. Il Napoli, insomma, si è già lasciato alle spalle la sconfitta in casa dell'Inter che ha consentito ai nerazzurri l'avvicinamento in classifica. È una squadra matura, che non si lascia abbattere dalle difficoltà ed è pronta immediatamente a rifarsi. Una squadra da Scudetto, che ora non può più nascondersi.

2) Mertens dà spettacolo: il Napoli può star tranquillo senza Osimhen

A un certo punto sembrava un ferro vecchio da buttar via, Dries Mertens. "E avevano ragione", come ammesso dal giocatore nel post partita. Colpa, naturalmente, non tanto di qualità tecniche mai venute meno, quanto di problemi fisici che parevano proprio non volergli dare tregua. Tanto che l'esplosione del devastante Osimhen stava costringendo il belga, idolo della piazza, a un ruolo di mero sparring partner. Ma la bravura non si compra al mercato. E Mertens non ha bisogno di farlo. Appena i guai sono svaniti, ha ricominciato a fare quel che gli riesce meglio: giocar bene e segnare. In Europa League, all'Inter, alla Lazio. Anche con prodezze come il meraviglioso lob a sorprendere l'ex compagno Reina. Con un messaggio incorporato: il Napoli può rimanere sereno anche in assenza di Osimhen.
  • Gli straordinari numeri della partita di Dries Mertens contro la Lazio (Fonte Lega Serie A)
Minuti giocati65
Gol2
Tiri 2
Tiri in porta 2
Palloni giocati25
Passaggi chiave1
Passaggi riusciti18
% passaggi riusciti/tentati100%
Palloni in avanti giocati riusciti12
Recuperi 1
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Piotr Zielinski e Dries Mertens esultano durante Napoli-Lazio - Serie A 2021-22

Credit Foto Imago

3) Da Lobotka a Lozano: anche le seconde scelte rispondono presente

Quando i risultati sono positivi, funziona praticamente tutto. Manca Osimhen, ma Mertens ne fa le veci in maniera perfetta. Manca Anguissa e gioca Lobotka, ma nessuno si accorge della differenza. Non c'è Politano, ma c'è Lozano. E poi Demme, Elmas, Petagna. Elementi capaci di inserirsi in un contesto di gioco talmente oliato da esaltare la collettività, facendo sì che la somma non cambi modificando gli addendi. Anche così, con una rosa capace di farsi trovare pronta nel proprio complesso, si lotta per vincere un campionato.
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Lobotka a contrasto con Luis Alberto in Napoli-Lazio

Credit Foto Getty Images

4) Lazio incostante: così è dura andare in Champions

Quinta sconfitta in campionato, la seconda di fila. E terzo scontro diretto stagionale perso – e tutti piuttosto male – dopo quelli contro Milan e Juventus. La Lazio non ingrana. Ne vince un paio, cade la domenica successiva, e insomma, dà sempre una netta sensazione di incostanza. Tra un gioco fluido solo a tratti, i dilemmi di un centrocampo che non può permettersi contemporaneamente Millinkovic-Savic, Lucas Leiva e Luis Alberto e una fase difensiva che spesso fa acqua (già 25 i gol al passivo in campionato...), Maurizio Sarri non ha ancora trovato la quadratura del cerchio. E la classifica, che vede i biancocelesti scivolare a 4 lunghezze dalla Roma e a 7 dal quarto posto che significa Champions League, al momento lo certifica.
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Maurizio Sarri durante Napoli-Lazio

Credit Foto Getty Images

5) Patric e il dilemma terzini di Sarri

La questione non è tanto focalizzarsi su Patric, autore di un primo tempo da incubo in marcatura su Insigne e sostituito già all'intervallo. La questione è che la Lazio è passata dagli anni di 3-5-2 con Simone Inzaghi al 4-3-3 di Sarri. Un altro mondo. Sparisce la difesa a tre e compaiono i terzini veri e propri. Che però non ci sono, perché Marusic e Lazzari hanno caratteristiche offensive, lo stesso Patric è un ex terzo di difesa e Hysaj deve giocare a sinistra perché di mancini non ce ne sono. Un processo di cambio pelle lungo e complicato. E un bel problema.
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