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Serie A, pagellone del Milan campione d’Italia 2021/22: Pioli da Oscar, Leao MVP, Theo Hernandez e Maignan leader

Matteo Zorzoli

Aggiornato 23/05/2022 alle 14:45 GMT+2

SERIE A - Diamo i voti ai protagonisti della cavalcata rossonera: la faccia dello Scudetto numero 19 del Diavolo è quella di Rafael Leao, Mvp del campionato. Subito dopo vengono i clean sheet di Maignan con la partecipazione del duo Tomori-Kalulu, le incursioni di Theo Hernandez, i gol pesanti di Tonali e Giroud e la promessa mantenuta da Ibrahimovic: in una parola, "Piolismo"

Milan, Campione d'Italia! Le tappe dello Scudetto n°19 in 220"

Il Milan è Campione d'Italia per la 19ª volta nella sua storia. Un trionfo di tutti, come si suol dire in queste occasioni, ma qualcuno più di altri ha messo la sua firma su questo successo atteso ben undici anni. Scopriamo allora i voti dei protagonisti della formazione forgiata da Stefano Pioli ricordando che le valutazioni sono attinenti solo al campionato e non includono le altre competizioni.

Portieri

Mike MAIGNAN 9 – Con il suo carisma e i suoi interventi decisivi ha zittito quasi subito i nostalgici di Donnarumma. C’è chi dice che il Milan gli debba addirittura 23 punti totali, un calcolo forse esagerato ma che racconta alla perfezione la stagione da protagonista dell’ex Lille che non si limita a parare, ma aiuta anche a fare gol come in occasione dell’assist di 70 metri a Leao contro la Samp. Un autentico capolavoro firmato Massara-Maldini che hanno speso “solo” 13 milioni di euro per assicurarsi uno dei migliori portieri del mondo.
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Mike Maignan e Olivier Giroud

Credit Foto Getty Images

Ciprian TATARUSANU 6,5 – Il suo interregno è durato 540’, ovvero le sei partite in cui ha sostituito Maignan, out per l’infortunio al polso. Bilancio tutto sommato positivo: l’Uomo Ragno è stato, infatti, decisivo nel derby di andata grazie alla parata sul rigore di Lautaro Martinez e nella vittoria sofferta contro la Roma all’Olimpico. Meno bene con la Fiorentina.

Antonio MIRANTE S.V. – E' sbarcato in fretta e furia a Milanello per coprire il vuoto creato dall’infortunio di Maignan. Di fatto non è mai stato chiamato in causa.

Difensori

Pierre KALULU 8,5 – Un’altra perla del duo Maldini-Massara, impreziosita dal lavoro quotidiano di Stefano Pioli. L’ex Lione aveva già fatto intravedere doti non banali nella scorsa stagione, ma quest’anno ha stupito tutti: riadattato da centrale difensivo per necessità, il francese classe 2000 partita dopo partita ha affinato l’empatia con Tomori (la coppia d’oro ha subito 2 soli gol nelle ultime 10 uscite) ed è diventato un pilastro della retroguardia rossonera. Il rinnovo è d’obbligo.
Fikayo TOMORI 8 – Fondamentale per 28 milioni di motivi, così come il prezzo che il Milan ha pagato per riscattarlo dal Chelsea (5ª operazione più costosa dell’era Elliott). L’inglese ha preso le redini della difesa nella notte nera di Marassi in cui Kjaer ha alzato bandiera bianca e l’ha condotta dritta dritta allo Scudetto.
  • I numeri di Tomori e Kalulu insieme
Vittorie8
Pareggi2
Sconfitte0
Gol subiti 2
Clean sheet8
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Tomori e Kalulu, MIlan-Empoli, SERIE A 2021/22

Credit Foto Getty Images

Alessio ROMAGNOLI 6 – Stagione altalenante: avvio discreto, conclusione pessima tra infortuni, panchine e le voci di un possibile trasferimento alla Lazio. Quando è stato chiamato in causa, però, ha sempre risposto presente senza fiatare.
Simon KJAER 7 – Pioli ha perso il suo Vichingo dopo solo 10 partite causa infortunio al crociato nei primi minuti della trasferta contro il Genoa. Un episodio che avrebbe potuto minare le certezze dell’intera squadra e, invece, anche grazie alla vicinanza del difensore danese nei momenti più duri, il gruppo è diventato ancora più compatto.
Davide CALABRIA 8 – Le prestazioni del capitano rossonero per larghi tratti della stagione non hanno rubato l’occhio, ma l’interpretazione del suo ruolo, inserito nel contesto del Milan di Pioli, va al di là della singola giocata (che pure ha, vedasi gol contro l’Atalanta e assist contro Napoli e Inter): il bilanciamento difensivo, con un terzino di sfondamento come Theo Hernandez, passa anche e soprattutto dall’intelligenza calcistica del numero 2 che, assieme allo spirito di sacrificio e all’amore per la maglia, ne fa un giocatore unico nel panorama italiano.
Alessandro FLORENZI 7,5 – Arrivato in sordina, di settimana in settimana si è guadagnato la fiducia di allenatore e tifosi mettendo a disposizione esperienza, duttilità (ha giocato sia terzino che esterno alto) e garra, in campo e fuori: durante i numerosi stop fisici, infatti, è sempre stato vicino alla squadra dando il suo contributo dalla panchina. La ciliegina sulla torta è arrivata a Verona: dopo un mese e mezzo di assenza, primo-pallone-toccato-gol. Il riscatto dalla Roma è obbligatorio.
Theo HERNANDEZ 8,5 – Assieme a Leao il giocatore più desiderato dell’intera rosa rossonera. Fa tutto: corre, crossa, si inserisce, tira, segna e, da quest’anno, difende. Ebbene sì, il Concorde francese è diventato un terzino moderno all’ennesima potenza. Un giocatore completo che dà sempre valore aggiunto in campo e fa impazzire i tifosi sugli spalti con le sue sgroppate sulla sinistra, ormai leggendarie (il gol all'Atalanta è arte), ma anche le sue scelte folli, come in occasione della scivolata da rosso su Dumfries nel derby di ritorno.
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Theo Hernandez festeggia con Stefano Pioli

Credit Foto Getty Images

Fode BALLO-TOURÉ 5 - L’ultima presenza dell’esterno senegalese è datata 19 dicembre. Inutile girarci attorno: Pioli non si fida di lui in alternativa a Theo Hernandez. La fotografia della sua stagione è il derby di andata: dopo aver anche causato un calcio di rigore per un fallo ai danni di Darmian è stato sostituito nell’intervallo. Una delle pochissime mele marce dell’albero Milan.
Matteo GABBIA 6 – Riserva affidabile e con ampi margini di miglioramento. Con Calabria e Maldini è il fiore all’occhiello della cantera rossonera. Anche se, per onor di cronaca, due delle 4 sconfitte stagionali del Diavolo sono arrivate con lui in campo: Fiorentina e Spezia.

Centrocampisti

Sandro TONALI 9 – Milanismo allo stato puro e per questo idolo della Curva. Da manuale di psicologia la sua crescita rispetto alla passata stagione: i mezzi c’erano già, mancava solo la consapevolezza. Ora è diventato un leader a tutti gli effetti: palla al piede tiene sempre la testa alta, è il primo ad aiutare il compagno in difficoltà (citofonare Dumfries, ricordate la sfuriata in difesa di Theo nel derby vero?) e non molla mai. Mai. In più se aggiungiamo i 5 gol, tutti decisivi, segnati in stagione, beh, l’azzurro un po’ sbiadito della Nazionale di Mancini torna a risplendere. Il futuro è ai suoi piedi.
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Esultanza Sandro Tonali, Lazio-Milan, Imago

Credit Foto Imago

Ismael BENNACER 8 – È il faro del centrocampo milanista. Recuperatore seriale di palloni, spesso tira fuori dal cilindro la giocata illuminante e i missili da fuori area, vedasi Bologna e Cagliari. L’empatia con Tonali, così come successo tra Kalulu e Tomori, si è affinata nel corso della stagione. Quella del Milan è la mediana più forte del campionato. Chi l’avrebbe ma detto a settembre?
Tiemouè BAKAYOKO 4,5 – Stesso discorso fatto per Ballo-Tourè, con un’aggravante: il francese conosceva già ambiente e alcuni compagni avendo fatto parte del Milan di Gattuso. L’impressione è che il centrocampista cresciuto nel Rennes, relegato in panchina dallo scorso gennaio, abbia perso l’ennesima occasione per mettersi in mostra. Anche perché, complice l’assenza di Kessie e Bennacer causa Coppa d’Africa, ce ne sono state tante.
Franck KESSIE 7 – Annata complicata per il gladiatore ivoriano anche a causa della sue promesse estive, poi smentite dai fatti. Fischiato a San Siro per gran parte della stagione, l’ex Atalanta ha, però, contribuito con qualità e, soprattutto, spirito di sacrificio a riguadagnare la fiducia dei tifosi. Nel finale di stagione i fischi si sono trasformati in applausi e l'addio con gol nella vittoria che ha sancito lo Scudetto è la degna chiusura del cerchio. Non poteva essere altrimenti.
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Olivier Giroud, Rafael Leao, Franck Kessié, Sassuolo-Milan, Getty Images

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Rade KRUNIC 7,5 – Il jolly di Pioli. Ormai ci siamo dimenticati qual è il suo ruolo. In questo campionato li ha coperti tutti: terzino, trequartista, mediano e falso nove. Gli manca giusto mettere i guantoni e andare in porta. È sceso in campo 26 volte, ha firmato l’assist della vittoria contro il Torino all’andata e rappresenta in carne e ossa il “piolismo”. Cosa gli si può chiedere di più?
Brahim DIAZ 5,5 – Il punto interrogativo della rosa rossonera: doveva essere il sostituto di Calhanoglu si è rivelato un flop. I numeri parlano per lui: la miseria di 3 gol e 3 assist in 30 presenze, tutti concentrati nella prima parte di stagione. Rimane una valida alternativa a match in corso, ma da titolare Pioli gli ha preferito due giocatori fuori ruolo come Kessie e Krunic. Il riscatto al Real Madrid (previsto nel 2023) si allontana…
Daniel MALDINI 6 – A segno alla prima da titolare. Una favola degna del suo cognome che gli vale la sufficienza. Anche se, dopo l’acuto contro lo Spezia, ha giocato pochissimo.

Attaccanti

Rafael LEAO 9 – Capocannoniere e primo assistman rossonero. Senza ombra di dubbio MVP della Serie A: il portoghese è poesia in movimento, una ventata di fantasia, velocità e imprevedibilità che a Milanello non si vedeva dai tempi di Kakà. Gli chiedevano di essere più incisivo sotto porta? Detto, fatto: quando la volata Scudetto è entrata nel vivo lui ha messo il turbo sulla sinistra a suon di gol e assist. Pioli e il Milan se lo coccolano in vista del rinnovo che sarà discusso nelle prossime settimane.
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Rafael Leao

Credit Foto Getty Images

Ante REBIC 5,5 – Iniziamo dalle attenuanti: i vari infortuni l'hanno tenuto lontano dal campo per almeno un terzo di stagione, impedendogli di trovare continuità. Quando era arruolabile, però, il rendimento non è stato nemmeno lontanamente parente di quelli delle annate passate: il suo apporto allo Scudetto si ferma ai gol salva-sconfitta a Torino contro la Juve (1-1) e a Salerno (2-2). Stop. Del giocatore capace di mettere in fila nel girone di ritorno 10 gol lo scorso campionato e 11 due anni fa, non c’è più traccia. Basti pensare che solo due compagni hanno saltato più gare di lui: Kjaer e Ibra.
Alexis SAELEMAEKERS 6 – Infaticabile sulla fascia destra, non è stato utilizzato da Pioli solo in due occasioni. Poi, però, se si vanno a consultare i freddi numeri si nota che alla voce gol c'è un misero "1" e a quella degli assist un "3": francamente troppo poco considerato minutaggio e zona di competenza.
Junior MESSIAS 6,5 – Usando lo stesso metro di giudizio del suo alter ego, l'ex Crotone è stato più decisivo a livello realizzativo (5 gol) a fronte di un minor coinvolgimento (25 presenze). Il riscatto è fissato a 5,4 milioni: sarà riuscito a convincere Maldini e Massara?
Zlatan IBRAHIMOVIC 7 – Due anni e mezzo fa, sbarcando a Milano sponda rossonera per la seconda volta nella sua carriera, l'aveva promesso: "Voglio riportare il Milan dove merita". Era l'inizio dell'Ibra 2.0, passato dal mito del superuomo a leader "umile": lo svedese ha dimostrato il suo profondo amore per il calcio in campo e, soprattutto, fuori facendo da chioccia ai giovani e dando fiducia e supporto a 360° al progetto tecnico di Pioli. Nell'ultima stagione la carta d'identità ha presentato il conto, ma Zlatan ha comunque lasciato il segno con gli 8 gol nel girone di andata e l'assist Scudetto a Tonali contro la Lazio. Se è stato l'ultimo ballo, beh, poteva andare decisamente peggio...
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Zlatan Ibrahimovic festeggia con lo Scudetto, Sassuolo-Milan, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Olivier GIROUD 7,5 - La doppietta nel finale del derby lo ha consacrato nell'Olimpo dei 9 rossoneri, invertendo la tradizione sfortunata della maglia lasciata in eredità da Pippo Inzaghi. 11 i gol segnati in campionato, quasi tutti pesanti (da circolino rosso quelli a Napoli, Lazio, Torino e, appunto, Inter). Dopo 10 anni mette in palmares un titolo nazionale, il secondo in carriera dopo la Ligue 1 vinta con il Montpellier. Redivivo.
Samu CASTILLEJO 6 – Tanti infortuni, solo 5 presenze, nessuna da titolare. Però è riuscito comunque a mettere la sua firma sul capolavoro rossonero con i due assist contro l’Hellas nella super-rimonta dell’andata da 0-2 a 3-2. Mica pizza e fichi…
Marko LAZETIC S.V. – Unico acquisto della sessione invernale. Non è mai sceso in campo. Impossibile dare un giudizio.

Allenatore

Stefano PIOLI 10 – Il deus ex machina del capolavoro rossonero. Se si pensa alla crescita di ogni singolo giocatore della rosa, c'è il suo zampino. Professionista umile (a 2 milioni a stagione il suo è solo il 7° stipendio tra gli allenatori della Serie A) e calmo. Mai una parola fuori posto in un calcio che urla e fa polemica ad ogni fischio arbitrale. La lezione di Pioli entra nella storia dello sport italiano per l'educazione e la pazienza, per la capacità di adattarsi e di superare le difficoltà. Guai a chi lo chiamerà "perdente": da oggi Stefano Pioli è Campione d'Italia (con il record di punti nella storia del Milan). Una sola parola: chapeau.
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Milan, Campione d'Italia! Le tappe dello Scudetto n°19 in 220"

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