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Zlatan Ibrahimovic compie 40 anni: la carriera e il compleanno raccontati in 40 aneddoti

Eurosport
DaEurosport

Aggiornato 03/10/2021 alle 11:50 GMT+2

SERIE A - L'attaccante del Milan spegne 40 candeline ma, causa infortunio, non potrà festeggiare questa speciale ricorrenza in campo. Abbiamo quindi deciso di celebrare Ibra selezionando 40 aneddoti che, anche attraverso le parole di chi lo ha conosciuto da vicino, ne descrivono la grandezza da calciatore e - soprattutto - il suo carattere vulcanico e la sua personalità fuori dal terreno di gioco.

I 40 anni di Zlatan Ibrahimovic

Credit Foto Eurosport

Celebrare i 40 anni di Zlatan Ibrahimovic, considerata la caratura del personaggio, non è certo impresa delle più semplici. La vita e la carriera di uno dei giocatori che hanno segnato il calcio degli ultimi vent'anni si possono infatti raccontare da mille angolazioni diverse. Noi ne abbiamo scelta una. Abbiamo infatti deciso di celebrare il traguardo delle 40 candeline del fuoriclasse svedese del Milan selezionando 40 aneddoti che lo riguardano, alcuni raccontati in prima persona da chi ha avuto la fortuna (o, in alcuni casi, la disavventura) di conoscerlo da vicino e di lavorarci insieme. Tra gag, risse e - perché no - qualche caduta di stile. Buona lettura e... buon divertimento.

"Ca**o guardi?"

L'11 marzo 2012, nel dopo partita di un Milan-Lecce di campionato durante un'intervista al microfono di Mediaset Premium, Ibra si rivolge improvvisamente alla giornalista di Sky Vera Spadini - con cui aveva avuto un vivace scambio di battute poco prima - con un maleducato: "Ca**o guardi?". Una telefonata tra i due, con l'intermediazione del Milan, farà chiarezza.

Le lacrime per il figlio

Durante la conferenza stampa che segna il suo ritorno in Nazionale, Ibra si commuove rispondendo a una domanda di un giornalista sul figlio Vincent.
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Ibra non trattiene le lacrime pensando al figlio

La rissa con Onyewu

Dalle provocazioni ai fatti: nel novembre 2010 Ibra prova a colpire due volte Oguchi Onyewu in allenamento a Milanello. Ne nasce una rissa con pugni, calci e ginocchiate. Allegri (all'epoca allenatore del Milan) è costretto a interrompere la seduta per qualche minuto. Finisce con una costola rotta per il difensore statunitense.

"Io interista fin da bambino"

Il 10 agosto 2006 Ibra si presenta così all'Inter: "Sono molto contento che sia andato tutto bene, per questo sono grato a Branca e Oriali e, ovviamente, anche a Moratti. Secondo me non è solo un bravo proprietario, è anche una persona eccezionale. Quando ho saputo dell'interesse dell'Inter sono stato molto contento perché, quando ero piccolo, ero tifoso nerazzurro".

L'insegnamento di Fabio Capello

"Dopo un mese alla Juventus (nel 2004, ndr) avevo capito che Ibrahimovic non calciava benissimo e che non era fortissimo di testa. Lui lavorò per migliorarsi. Per farlo migliorare gli feci vedere dei video di Van Basten. Lui capì cosa doveva fare e i risultati si sono visti".

Il suo ruolo al Milan

L'8 luglio 2020 Ibra parla così ai microfoni di DAZN: "Al Milan sono presidente, allenatore e giocatore. Ma mi pagano solo per fare il calciatore. Quello è il lato negativo".

Cassano e Ibra, che coppia!

"Con Ibra avevo un rapporto speciale - racconta Antonio Cassano, compagno di squadra ai tempi del Milan -. A lui piaceva giocare con me perché giocavo solo a sua disposizione. Lui impazziva a giocare con me. Con gli altri aveva più difficoltà, diceva sempre ai compagni: 'Mettimi la palla lì'. Per me è il terzo centravanti più grande della storia dopo Ronaldo il fenomeno e Van Basten".
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Zlatan Ibrahimovic e Antonio Cassano con la maglia del Milan durante la stagione 2010-11

Credit Foto Getty Images

Maignan e le pallonate

"Io avevo 17 anni e Ibra calciava pallonate a 400 km/h, manco dovesse segnare a Buffon o a Julio Cesar. Non riuscivo a parare i suoi tiri e a quel punto mi disse 'Sei un portiere di m****'". Io gli parai un tiro e dissi: 'E tu sei un attaccante di m****'".

Galliani e l'addio al Milan nel 2012

"Il Milan quell'estate dovette cederlo per questioni di bilancio. Non volevamo farlo, gli dissi che lo avremmo tenuto. Brindammo con champagne per questo ma Raiola lo mise in guardia. Speravo di non sacrificarlo, e invece fu necessario. Non mi volle rivolgere la parola per un anno. Fu un periodo davvero doloroso".

La lite con Lukaku

Durante il derby di Coppa Italia contro l'Inter del 26 gennaio 2021, Ibra e Lukaku si rendono protagonisti di una clamorosa lite testa contro testa. "Torna a fare la tua me**da voodoo, piccolo asino", le parole dello svedese all'attaccante dell'Inter in riferimento a una vecchia vicenda che riguardava Lukaku ai tempi dell'Everton.
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Ibra-Lukaku: voodoo, asino e cosa si sono realmente detti

L'amicizia con Maxwell

"Quando arrivai all'Ajax il primo mese ebbi problemi fino a quando non arrivò il primo stipendio. Intorno alla metà del mese chiamai Maxwell, che avevo conosciuto il giorno del mio sbarco ad Amsterdam in aeroporto, e gli dissi: 'Senti, non ho cibo in casa, mi serve aiuto'. Mi rispose: 'Ok, vieni da me'. Dormii nel suo appartamento su un materasso per 15 giorni e diventammo amici. Capii in quell'istante che era un ragazzo d'oro, la cosa più vicina a un teddy bear".

Ibra-Mihajlovic, un'amicizia nata da una testata

"Il rapporto d'amicizia con Ibrahimovic è iniziato con una testata in Juve-Inter. Era così arrabbiato che mi dette una testata e venne espulso. Quando è venuto all'Inter volevo ridargliela, il nostro affetto lo dimostriamo così".

La casa di Los Angeles arredata IKEA

"A Los Angeles vivevo in una casa in affitto. Avevo chiesto a mia moglie di sceglierne una già arredata, ma ne aveva presa una senza mobili. Così le ho detto di andare da IKEA e il padrone di casa mi fa: 'Quelli ricchi non comprano da IKEA'. Gli risposi: 'Vero, ma le persone intelligenti lo fanno'.

"Se qualcuno parla lo ammazzo"

"Giocavamo in trasferta contro gli Houston Dynamo e stavamo vincendo 1-0, poi siamo stati ripresi sul 2-2 e alla fine ci hanno segnato il gol del 3-2. A fine gara Zlatan ci disse: 'Se siete venuti qui per andare in spiaggia o passeggiare a Hollywood dovete dirmelo, e dovete farlo adesso. Ho 300 milioni sul mio conto in banca e possiedo un'isola, non ho bisogno di tutto questo. Ora la prima persona che parla lo ammazzo, lo ammazzo davvero". (Joao Pedro Almeida Machado, ex compagno ai Los Angeles Galaxy).

L'I-Pod di Beckham

"Ai tempi del PSG una volta nello spogliatoio misi le mani sull'I-Pod di Beckham. Mi attendevo un sacco di canzoni fighe rock inglesi e dell'hip hop, invece ci trovai tante canzoni di Justin Bieber, Jonas Brothers e Selena Gomez: è bello sapere che anche uno come lui non ha buon gusto in tutto".

Quando salvò il Natale a Galliani

"Zlatan mi chiama ancora Capo. Di recente mi ha salvato il Natale, mi servivano cinque Play Station 5 da regalare a figli e nipoti, ero riuscito a trovarne solo tre e me le ha mandate".

Ibra ad Ancelotti: "Se credi in Dio, allora credi in me"

"Prima di vincere la Ligue 1 2012-13 ci stavamo preparando alla partita contro il Lione. Ancelotti era un po' teso e allora Ibra era andato da lui chiedendogli se credesse in Dio. Ancelotti rispose di sì e Ibra gli disse: 'Bene, allora credi in me. Puoi rilassarti'". (Marco Verratti a Four Four Two).
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Carlo Ancelotti e Zlatan Ibrahimovic ai tempi del PSG

Credit Foto Getty Images

Ibra non paga al McDonald's

"Un giorno io e lui siamo andati da McDonald's. Correva l'anno 2001 o 2002, non ricordo esattamente. Io guidavo, Zlatan ha effettuato l'ordine: 'Voglio due Big Mac, questo, questo e quest'altro'. Una volta fatto l'ordine al drive through, ho parcheggiato la macchina per aspettare che ci portassero il cibo. Vedo arrivare questo tizio con due buste di McDonald's piene di hamburger. Mi giro e chiedo a Zlatan se ha pagato e lui mi fa: 'Hai visto Joey? Io sono Zlatan e Zlatan non paga per McDonald's'. A questo punto siamo scoppiati a ridere ma lui, furbetto, non mi aveva detto che conosceva questo tizio. Una settimana dopo lo vedo arrivare a casa di altri giocatori. Zlatan lo aveva invitato dandogli una cartolina con l'indirizzo scritto sopra. Conosceva il ragazzo ma si comportava come se lui, Zlatan Ibrahimovic il re di Amsterdam, non dovesse pagare il cibo di McDonald's perché era Zlatan, una superstar. Che fenomeno". (Joey Didulica, ex compagno all'Ajax).

Lo strappo in moto per andare a Sanremo

"Stavo tornando a casa a Borgio Verezzi e, fermo nel traffico, vedo questo van nero con due persone a bordo e vedo che uno sembrava Ibrahimovic. Ho pensato: 'Ma questo è Ibra'. A quel punto l'autista abbassa il finestrino e mi dice: 'Ibra chiede se lo porti a Sanremo'. Sì certo lo porto, non c'è problema. Avevo un casco sotto la sella, ho chiamato mia moglie e le ho detto: 'Sto accompagnando Ibra a Sanremo' e lei non mi ha creduto. Io sono anche milanista. Voleva guidare lui, però io gli ho detto: 'No no Ibra, guido io'. Ibra è stato carinissimo, è una persona squisita. Mi ha chiesto come poteva ringraziarmi, mi ha detto che mi manderà la maglia. Non sono neanche riuscito a fare una foto perché quando siamo arrivati lui era di corsissima, è sceso dalla moto ed è entrato all'Ariston. Mia moglie alla fine mi ha creduto, il matrimonio è salvo".

Il primo incontro con Mino Raiola nel 2003

"Andiamo in un ristorante a mangiare sushi e lui (Raiola, ndr) ordina per 7. 'Ma siamo solo 3, chi mangerà tutta questa roba?', gli chiesi. 'Non ti preoccupare', la sua risposta. "Uno si aspetta che un procuratore si vesta bene, lui non era così: aveva dei pantaloncini colorati, una maglietta della Nike e una camicia hawaiana sbottonata".
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Zlatan Ibrahimovic e Mino Raiola durante i Mondiali di Russia 2018

Credit Foto Getty Images

Leonardo e la valigia

"Ibra non ha mai portato le sue valigie in camera da solo sin da quando giocava nell'Ajax e non può concepire che non ci sia una persona addetta a farlo. Era furioso, andò da Leonardo e gli disse: 'Si può sapere perché la mia valigia non è ancora nella mia stanza? Tu dici che vuoi costruire un grande club, ma tutto ciò non è degno di un grande club. A Milano non sarebbe mai successo'. 'Tranquillo, me sto occupando io'", la risposta di Leonardo. (Sylvain Armande, ex difensore del PSG).

Quella foto con Piqué

Nel 2010 spunta una foto che ritrae Ibra in atteggiamenti affettuosi con Piqué. A una domanda di una giornalista del quotidiano spagnolo El Mundo che gli chiede di fare chiarezza, lo svedese risponde così: "Se sono gay? Vieni a casa mia e ti faccio vedere chi è gay. E porta anche tua sorella".

Il bacio di Van der Meyde

"Quando eravamo all'Ajax io mi sedevo sempre vicino a Zlatan per i viaggi in pullman. Una volta, quando lui stava dormendo, mi sono avvicinato e l'ho baciato sulla bocca. Lui si è svegliato e la sua reazione è stata istantanea: un secondo dopo mi ha dato un pugno". (Van der Meyde alla tv olandese VTB).

La gag delle 100 presenze col Milan

Luglio 2020, Maldini e Massara consegnano una medaglia celebrativa a Ibrahimovic che ha appena raggiunto il traguardo delle 100 presenze in maglia rossonera. Lui ritira il riconoscimento e si rivolge ai compagni: "Grazie, è tutto merito vostro perché non ho concorrenza".

I calci notturni a Pienaar

"Di solito ero in stanza con Zlatan o con Rafa Van der Vaart. Io e Zlatan avevamo letti singoli e non c'era molto spazio tra di noi. E a volte, senza motivo, cominciava a prendermi a calci. Non so perché, ma comunque era un bravo ragazzo".

Mourinho e l'addio di Ibra all'Inter (2009)

"Il casino successe a Pasadena, il giorno dell'amichevole contro il Chelsea. Tormentone da giorni: 'Ibra va al Barcellona, non va al Barcellona', lui da superprofessionista quale è giocò 45 minuti, ma poi nello spogliatoio disse: 'Vado, devo vincere la Champions'. I miei assistenti italiani erano morti: 'Senza di lui sarà impossibile vincere'. I compagni non volevano perderlo. Ero preoccupato anche io, ma mi uscì così: "Magari tu vai e la vinciamo noi".
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José Mourinho e Zlatan Ibrahimovic durante un allenamento ai tempi dell'Inter nell'estate 2009

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Maxi Lopez e quel passaggio sbagliato

"Contro il Parma ricevetti un pallone spalle alle porta, lo stoppai, mi girai subito e lo passai in area per Ibra. Lui rimase fermo, all'inizio non si girò neppure e continuava a guardare dove era finita la palla. Poi tutto a un tratto si girò e mi urlò contro. Mamma mia, quante me ne ha dette... Voleva ricevere il pallone sui piedi. Io gli risposi che secondo me era un buon passaggio, che lo avrebbe messo davanti alla porta. Ma niente da fare. Tornammo negli spogliatoi a fine gara. Pensavo mi avrebbe parlato, ma non si avvicinò. Passa un giorno, due, tre e mercoledì dovevamo giocare in Champions. Mi viene vicino e mi dice: 'Mi piace come siete fatti voi argentini. Dite la vostra e avete carattere, non come i brasiliani. Ma la prossima volta che fai così ti spacco la faccia'".

Van der Vaart e un rapporto un po' così

"Una volta mi ha detto che mi avrebbe spezzato le gambe. Ma Zlatan lo diceva un po' a tutti... È anche vero che in quel periodo le cose tra noi due non andavano per niente bene. Però preferisco avere in squadra persone oneste come lui, anche se significa litigare un po'. Non c'è stato un momento preciso in cui abbiamo discusso, non andavamo d'accordo in generale".

Quando Rojo se la vide brutta

"Zlatan voleva sempre il pallone. Stavamo vincendo 1-0 (al Manchester United, ndr), era una bella partita e a un certo punto sono andato avanti, lui mi è venuto incontro e c'era lo spazio per passargliela, ma Pogba era libero sulla sinistra. Ibra ha iniziato a insultarmi, urlandomi di tutto e allora gli risposi 'Stai zitto nasone, vuoi sempre tutti i palloni'. Finimmo il primo tempo discutendo ad alta voce. Negli spogliatoi sono al mio posto mi tolgo gli scarpini e lui entra arrabbiato, calcia non so cosa, si ferma e mi urla: 'Cosa mi hai detto?'. Poi mi fermo anch'io e dico 'e tu cosa mi hai detto?'. Anche se in quel momento dentro di me dicevo 'per favore qualcuno ci separi altrimenti mi uccide'. I compagni di squadra si misero in mezzo e ci separarono. In quel momento entra Mourinho urlando e lanciando bottigliette. Successe un vero casino. Il giorno dopo al campo di allenamento qualcuno mi afferrò al collo da dietro e mi bloccò. Era Zlatan: 'Cosa mi hai detto ieri?', poi scoppiò a ridere".
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Zlatan Ibrahimovic e Marcos Rojo ai tempi del Manchester United

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L'Ajax e le maglie ristampate

David Endt, ex dirigente dell'Ajax: "Alla sua prima stagione Ibra diceva di non voler giocare col cognome di famiglia, Ibrahimovic, ma col più artistico Zlatan scritto dietro la maglia. L'anno dopo feci preparare le maglie proprio così e lui, alla prima uscita, mi sorprese ancora una volta: 'Ma come Zlatan? Io gioco col mio cognome, Ibrahimovic. Mio padre mi ha detto che devo fare così'. Non sapevo davvero cosa rispondergli... Morale della favola: dovetti cambiare di nuovo tutte le maglie ripassando da Zlatan a Ibrahimovic".

I ritagli di giornale per caricarlo

"Ricordo che i primi giorni che era qui al Milan, Pirlo e Nesta tutti i giorni andavano a leggersi i giornali alla ricerca di frasi in cui si parlava male di Ibra, in cui si diceva che non era un campione e cose simili, glie li ritagliavano tutti e glie li attaccavano sull'armadietto per motivarlo. Io dicevo a Pirlo: 'Ma sei rinc****ito? Lascialo stare sennò questo ci lascia in dieci'"- (Gennaro Gattuso).

"Vado al Milan. Anzi no, all'Inter"

"Prima del suo passaggio all'Inter, quando eravamo a pranzo tutti insieme con la squadra, questo anche per farvi capire la personalità di Ibra, ci disse: 'Finisco il pranzo poi vado a Milano a firmare con il Milan. Torno poi stasera così ci salutiamo'. La sera, quando gli abbiamo chiesto come fosse andata, ha risposto: 'Tutto a posto, ho firmato per l'Inter". (Federico Balzaretti ai tempi della Juventus).

Sanremo e Berlusconi

Durante la conferenza stampa di presentazione del festival di Sanremo 2021, Ibra lancia una frecciata all'ex presidente del Milan Silvio Berlusconi: "Secondo me mi avrebbe dato l'ok per venire qui, sono sicuro perché ho un bel rapporto con lui. Mi vuole molto bene anche se mi ha mandato a Parigi (nel 2012, ndr) senza il mio permesso".
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Amadeus e Zlatan Ibrahimovic sul palco dell'Ariston durante il Festival di Sanremo 2021

Credit Foto Getty Images

Raiola convince Ibra a firmare per lui

"Zlatan decise di firmare con me perché fui il primo – e forse l'unico – a dirgli che era uno str***. Tutti gli altri gli dicevano solo delle belle cose, io invece gli avevo detto la verità, per renderlo migliore. L'ho guardato e gli ho detto: pensa a lavorare di più".

Hauge, il fattorino

"Un giorno sono entrato nello spogliatoio del Milan indossando un berretto e Ibrahimovic mi ha chiesto se sono un fattorino della pizza o un calciatore. Amo le persone che scherzano e Ibrahimovic mi ha aiutato molto con la lingua italiana".

Un comandante a Milanello

"A Milanello sto benissimo, mi sento a casa. Ci sto volentieri, sono giornate piacevoli, le persone ti vogliono bene. Dirigenti, mister, compagni, comunicazione, funziona tutto. Se mi hanno dato la camera di Berlusconi? Non esageriamo, però mi trattano come un comandante".

Nocerino e il primo approccio

"Il mio primo approccio con Ibra è stata un'entrata in allenamento: mi ha fatto fare un volo di 5-6 metri".
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Antonio Nocerino e Zlatan Ibrahimovic esultano dopo un gol ai tempi del Milan

Credit Foto Getty Images

La lezione di Ashley Cole

"Una volta ha provato ad alzarmi le mani. A quel punto ho alzato la voce e gli ho detto, in maniera poco garbata, di metterle subito giù. Poteva anche avere ragione, ma le mani non bisogna mai usarle".

Pienaar, l'incendio e la valigia

"All'una di notte il medico ci svegliò avvisando che il bus stava prendendo fuoco ed era proprio sotto la nostra finestra. Dovevamo prendere i nostri bagagli e lasciare la stanza. Ho preso la mia borsa, ma Zlatan disse: ‘Non andartene, devi prendere anche la mia valigia’. Poi tornammo a dormire, ma lo feci con un occhio aperto".

I guanti di Kalulu

"Pierre era all’esordio e faceva freddo, ma gli ho detto di togliersi subito i guanti. Uno che debutta così giovane deve mettere paura agli avversari: la prima immagine è quella che conta".
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Djokovic: "Io e Ibra campioni per la mentalità balcanica"

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