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Alberto Zaccheroni rivive l'incidente: "Io vivo per miracolo. Non ricordo nulla della caduta in casa e del mese in coma"

Stefano Dolci

Aggiornato 26/05/2023 alle 11:31 GMT+2

CALCIO - In un'intervista al Corriere della Sera, Alberto Zaccheroni ex tecnico fra le altre di Milan, Inter, Juventus, Lazio racconta il suo calvario e la sua ripresa dall'incidente domestico avuto venerdì 10 febbraio nella sua casa a Cesenatico: "Del mese in terapia intensiva non ricordo nulla. Ho rischiato la vita, non giriamoci attorno. Ho ancora problemi con la memoria a breve termine ma..."

Alberto Zaccheroni

Credit Foto Getty Images

Alberto Zaccheroni si definisce un uomo fortunato. Nonostante non ricordi nulla di quel venerdì 10 febbraio in cui, in seguito a un incidente domestico, ha rischiato grosso e gli ha lasciato in dote un trauma cranico che lo ha costretto al ricovero per un mese in terapia intensiva. Tre mesi e mezzo dopo quel giorno però il 70enne ex tecnico di Milan, Inter, Juventus, Torino, Lazio e di molte altre squadre, in una lunga intervista al Corriere della Sera, racconta di aver ripreso a camminare, guardare il calcio in tv e riprendersi in mano quella vita, che gli è stata salvata dai sanitari che lo hanno curato “facendo un capolavoro” e dall’affetto dei familiari che dopo aver chiamato tempestivamente i soccorsi non lo hanno lasciato un attimo.
"Sono vivo per miracolo, ma del mese in terapia intensiva non ricordo nulla – racconta Zac - della caduta in casa non mi ricordo nulla, so solo quello che mi ha raccontato mia moglie Fulvia. Lei era al piano terra, io stavo verosimilmente scendendo le scale e sono scivolato. Sono ruzzolato per otto-dieci gradini. Lei è accorsa perché ha sentito le mie urla. Avevo battuto la testa, lei dice che ero in un lago di sangue, con la testa aperta e un occhio fuori dall’orbita. Può immaginare il suo spavento. L’indomani fui operato per ridurre l’emoraggia, ho una grossa cicatrice sulla testa a ricordarmelo. Mi avevano intubato, avevo il sondino”.

"Sono senza patente ma non ho riportato danni cerebrali"

"La prima immagine che ricordo dopo essermi svegliato dal coma è stata nella stanza dell’ospedale con solo il personale medico, non era stato ammesso nessun familiare. Mi siedo e mi guardo le gambe: dopo un mese steso a letto, sembravano quelle di un anziano. ‘Dove sono finiti i miei muscoli?’ ho chiesto incredulo. Ho rischiato la vita, non giriamoci attorno. La botta è stata tremenda, il grande sollievo è non aver riportato danni cerebrali. Ho fatto fisioterapia, lavorato con logopediste. Devo ringraziare i medici e tutto il personale dei due istituti (l’ospedale Bufalini di Cesena e il Marconi di Cesenatico) che mi hanno seguito. Sono stati straordinari. Noi spesso diamo per scontato il loro lavoro ma se cammino mentre parlo con lei, devo dar merito ai dottori. Ho perso due diottrie dall’occhio, il male minore considerando il danno iniziale. Sono senza patente perché prima di riottenerla dovrò sostenere dei test e ho qualche deficit di memoria a breve. Che paziente sono stato? Sono stato dimesso il 22 aprile, ho atteso qualche giorno e poi sono andato a salutare il personale del Bufalini. Non ho riconosciuto neanche l’ospedale. A mia moglie Fulvia ho detto “ma che posto è?”. Le infermiere mi hanno riferito che sono stato ribelle, mi agitavo e mi strappavo i tubicini”.

"Cammino per riprendermi la mia vita e la Romagna si rialzerà"

Se prima camminare era un hobby, adesso è una necessità. Ieri ho fatto 10 chilometri, mi sto impegnando a recuperare tono muscolare. Voglio riprendere in mano la mia vita, devo riuscire a tornare in possesso della mia quotidianità. L’alluvione? La mareggiata ha mangiato parte del litorale di Cesenatico. Mio figlio ha uno stabilimento balneare e quindi il problema ci tocca da vicino. Ma noi romagnoli siamo geneticamente gente laboriosa, ci risolleveremo. Mi ha colpito, la coscienza civile dei ragazzi. In tanti si sono messi a disposizione, come volontari, per aiutare. Il calcio? Ho ripreso a riguardare il calcio in tv. Sarei dovuto andare in panchina per la prossima gara della Nazionale italiana Non Profit di cui sono c.t. ma ho preferito temporeggiare. La finale di Champions? In gara secca può succedere di tutto. L’Inter se la può giocare”.
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