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Atalanta, doping Palomino: cosa rischia e quante partite può saltare? Che cos’è il clostebol: le domande al caso doping

Eurosport
DaEurosport

Pubblicato 27/07/2022 alle 17:51 GMT+2

SERIE A - L'analisi del caso doping Palomino dopo la positività al Clostebol Metabolita: l'accusa, il regolamento, cosa rischia di concreto il giocatore, e i casi del recente passato. Se le controanalisi confermeranno la positività, Gasperini dovrà in ogni caso iniziare il campionato senza l'argentino. A prescindere. La prima udienza sulla questione arriverà infatti a campionato iniziato.

Atalantas Palomino des Dopings überführt

Credit Foto SID

La positività di Josè Luis Palomino al Clostebol Metabolita, rilevata durante un controllo antidoping svolto a sorpresa da Nado Italia a inizio mese di luglio, lascia in eredità all’Atalanta una situazione delicatissima. L’argentino è stato immediatamente sospeso in via cautelare dal Tribunale Nazionale Antidoping, che ha accolto l’istanza proposta dalla Procura Nazionale Antidoping: il Clostebol, infatti, non può essere assunto né in competizione né fuori competizione e appare nella lista delle sostanze e dei metodi proibiti della WADA; in un documento identificato come standard internazionale e che viene aggiornato annualmente.

Che cos'è il clostebol e alcuni casi recenti

Il Clostebol è uno steroide anabolizzante derivato dal testosterone, presente soprattutto in alcune pomate cicatrizzanti come il Trofodermin: è la stessa sostanza ad esempio che nel 2017 costò un anno di squalifica a Fabio Lucioni, allora capitano del Benevento; e che nel 2019 costrinse allo stop l’atleta paralimpica Martina Caironi, alla quale furono poi condonati 8 mesi di squalifica. Ma ci sono anche tanti altri esempi. Nel 2016 la giocatrice di beach volley azzurra Viktoria Orsi Toth dovette rinunciare alle Olimpiadi di Rio, alle quali avrebbe dovuto prendere parte in coppia con Marta Menegatti. La giocatrice, che nel 2016 aveva 25 anni, aveva usato una pomata senza consultarsi con i medici federali, ma questa leggerezza le è costata caro.
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Lucioni - Sassuolo-Lecce - Serie A 2019/2020 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Nel 2017 è toccato al ciclista Mattia Luboz. Sempre Clostebol e sempre dopo aver usato uno spray cicatrizzante in seguito a una caduta in Mountain bike in discesa da St-Nicolas. Si era tagliato un ginocchio andando a sbattere contro un muro e per rimediare aveva chiesto un prodotto disinfettante e cicatrizzante in farmacia. La Procura antidoping gli ha poi ridotto la pena da quattro anni a un solo anno di squalifica, riconoscendo il fatto che la concentrazione del metabolita nelle urine faceva pensare che l'uso della sostanza non era stato intenzionale per migliorare la prestazione sportiva, ma dovuto solo a una sua negligenza nel non controllare che si trattasse di una sostanza ammessa.
Il caso più recente prima di Palomino è quello di Riccardo Moraschini, giocatore di basket dell'Olimpia Milano, risultato positivo al Clostebol a inizio ottobre 2021 dopo un allenamento, quindi fuori competizione. Moraschini si difese sostenendo che la contaminazione fosse avvenuta per contatto con una persona che stava usando uno spray cicatrizzante contenente il Clostebol e lui non lo sapeva. L'Olimpia risolse poi il contratto lo scorso marzo. La Procura Antidoping, in seguito, ha riconosciuto che Moraschini è entrato in contatto con la sostanza in modo involontario, ma il giocatore è stato comunque squalificato per il totale di un anno.
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Riccardo Moraschini, AX Armani Exchange Milano, Serie A 2021-22

Credit Foto Getty Images

Doping: l’accusa a Palomino

Nado Italia accusa Palomino di aver violato due articoli del codice sportivo antidoping nazionale: il 2.1, relativo alla “Presenza di una sostanza proibita o dei suoi metaboliti o markers nel campione biologico di un Atleta”, e il 2.2, “Uso o Tentato Uso da parte di un Atleta di una sostanza o di un metodo proibiti”. Per entrambi viene richiamato il principio della “responsabilità oggettiva” dell’atleta per la presenza nel proprio organismo di qualsiasi sostanza vietata, “indipendentemente dalla modalità con la quale vi sia arrivata o dall’intenzionalità di ingannare”: per questo non è necessario che gli organismi antidoping dimostrino “il dolo, la colpa, la negligenza o l’uso consapevole da parte dell’Atleta”.
Per Palomino dunque il rischio di squalifica è di fatto certo anche se molto dipenderà dall’eventuale responsabilità di terzi. Il giocatore non si capacita di che cosa sia potuto succedere e si pensa che ci possa essere stata una contaminazione involontaria.

Doping: che squalifica rischia Palomino?

Per doping i giocatori rischiano fino a due anni se non c’è intenzionalità e fino a quattro se l'intenzionalità viene invece accertata. L’Atalanta per ora si è limitata a confermare in un comunicato di aver ricevuto la notifica della sospensione del suo difensore, “in attesa di valutare i prossimi passaggi procedurali”. La società è comunque certa della buona fede del giocatore e confida che la giustizia possa fare chiarezza al più presto.
Il giocatore in questa giornata farà il punto della situazione con la società: Palomino e l’Atalanta hanno 3 giorni di tempo per richiedere le controanalisi, che ovviamente – in questi casi – vengono sempre richieste. Se fosse confermata la presenza di Clostebol la sua situazione diventerebbe “ufficialmente delicata”, se così la possiamo definire. Palomino infatti andrebbe incontro al giudizio del Tribunale Nazionale Antidoping, con udienza a campionato già iniziato. A quel punto dimostrare la buona fede sull’utilizzo, eventuale, di medicinali che contengano Clostebol, sarebbe fondamentale quantomeno per ridurre il periodo di squalifica; per il quale, però, incideranno parecchio anche eventuali responsabilità di terzi, come ad esempio un medico.
In sostanza Palomino può sperare anche in una via di uscita che, regolamento alla mano, dice che la squalifica non viene applicata se: “dimostri in un singolo caso di non avere colpa o negligenza, il periodo di squalifica teoricamente applicabile è eliminato”. Ma in soldoni, a oggi, Palomino, dopo l’eventuale positività delle controanalisi, salterà senza dubbio l’inizio della stagione. Poi, se riuscirà a dimostrare una contaminazione involontaria, allora la pena potrebbe anche non essere così lunga o addirittura cancellata. A oggi però, è in sostanza certo che per Gasperini la carta ‘Palomino’ resterà bloccata almeno fino dopo l’inizio del campionato, quando andrà incontro al primo giudizio del Tribunale Nazionale Antidoping.
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Gasperini: "Sui falli di mano c'è confusione assoluta"

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