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CALCIO - Santon dice basta a 31 anni e si ritira: "Sono costretto: avevo offerte, ma il mio corpo non ce la fa più"

Iacopo Erba

Pubblicato 09/09/2022 alle 13:42 GMT+2

SERIE A - L'ex terzino di Inter, Roma e Newcastle si ferma per i troppi problemi fisici: "Rischierei le protesi, non piego più il ginocchio ed anche il flessore è andato. Dicevano che rubavo i soldi, ma la verità è che non riuscivo ad andarmene perché non passavo le visite mediche"

Davide Santon durante Inter-Roma - Serie A 2020-21

Credit Foto Getty Images

Una decisione sofferta, ma inevitabile. Davide Santon dice basta con il calcio giocato. L'ex terzino di Roma ed Inter lo ha comunicato in una lunga intervista a Tuttomercatoweb.com: "Sono costretto a smettere di giocare. Non per non aver avuto offerte, non per altro, ma perché il mio corpo, con tanti infortuni avuti in passato, non ce la fa più. Sono costretto a farlo. Non voglio, ma devo".

Sulle sue reali condizioni

"Nel primo anno in cui sono stato messo fuori rosa, ho vissuto un controllo dopo l'altro ma non c'è niente da fare: l'unica cosa sarebbe rischiare di avere delle protesi. Ancora riesco a camminare sulle mie gambe ma per fare il giocatore professionista serve altro. Ho il ginocchio sinistro dove non mi sono operato che però è andato. Mi impedisce tante cose... E poi c'è il famoso ginocchio destro: mi sono operato tre volte. Cartilagine, tolto tutto il menisco esterno ma appena faccio un minimo sforzo, si gonfia e non si piega più. In automatico tutti i miei infortuni al flessore partono da lì. In Serie A devi spingere, il ginocchio destro non si piega, sforzavo la gamba sinistra e il flessore è... Andato. Ogni minimo sforzo c'è sempre da stirarsi, da star fermi. Giochi una gara, ne stai fuori cinque. Mi dicevano 'stai a rubare i soldi a Roma'. Figuriamoci: col club eravamo a posto sul salutarci, il punto è che non riuscivo a passare le visite mediche altrove".
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Davide Santon contrasta Cristiano Ronaldo durante Inter-Manchester United - Champions League 2008-09

Credit Foto Getty Images

Sull'addio al calcio

"Ho sofferto i primi mesi. Ho avuto tempo di pensarci, di riflettere. Quando ero fuori rosa a Roma, ho avuto un primo periodo dove ho sofferto: non mi aspettavo questo finale di carriera. Volevo giocare, divertirmi, purtroppo ho avuto tutto subito ed è andato a scalare. Però bisogna accettare: ho pensato tanto, ho la famiglia, due bambine, ora mi dedico a quello e poi vedrò se restare nel calcio o in un altro ambito. Mi sono abituato e ora inizio a pensare al futuro: non avevo pianificato questo fine carriera, è arrivato tutto all'improvviso".

Sulla sua carriera

"Momento più bello? Il primo periodo all'Inter, quando vincemmo tutto. Ho avuto stop, infortuni, ma è stato bellissimo: ero così giovane e non mi rendevo conto che stavamo scrivendo la storia. Abbiamo perso solo la Supercoppa Europea, è stato il momento più bello. Ero con dei campioni straordinari nello spogliatoio. Ho avuto tanti grandissimi tecnici: Mourinho, Benitez, Leonardo, Gasperini, Mancini, Conte che mi ha convocato in Nazionale, Pioli, Spalletti, Pardew, De Boer, Fonseca, Di Francesco, Ranieri... Senza scordare quelli dei primi anni al settore giovanile all'Inter, chiaro".
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