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Serie A - Caso Juventus, il Ministro Abodi: "Non sono preoccupato. Procure sono qualificate a dare giudizi"

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Aggiornato 12/12/2022 alle 18:48 GMT+1

SERIE A - Intervenuto ai microfoni della Rai il Ministro dello Sport Andrea Abodi ha parlato del caso giudiziario legato alla Juventus: "Non sono preoccupato, le Procure sono qualificate a dare giudizi".

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A questo punto tutti attendono di sapere quando realmente la Juventus e tutto l'ex Cda bianconero fronteggeranno il processo per i vari capi d'accusa di cui sono imputati dall'Inchiesta Prisma, ma nel mentre tiene come sempre banco anche il polverone mediatico legato alla questione. E' stato protagonista anche il Ministro dello Sport Andrea Abodi, che ha parlato a Rai Radio1, toccando il tema relativo alla Juventus e alla richiesta di rateizzazione dei contributi sospesi ai club di Serie A.

Sul caso Juventus, le Procure sono qualificate a dare giudizi?

"Io non sono preoccupato perché penso che ci deve essere maggior trasparenza e un po’ più di ricerca di reputazione e credibilità".

Su calcio o politica: cosa è più corrotto?

"Una comparazione impropria. Spero che non ci sia corruzione ovunque, ma la cosa importante è non nascondere la polvere sotto il tappeto. Se c’è qualcosa da far emergere che emerga, se c’è qualcuno che deve parlare che parli. Stupito più dal caso Juventus o dal Qatargate? La seconda è certamente inquietante, la prima mi aspetto ancora di accertare i fatti".

Sulla rateizzazione delle tasse per i club

"Non avranno provvedimenti ad hoc. Nei momenti di difficoltà si fa più attenzione alle spese, non è che si spende di più. Non è detto che in quei momenti debbano aumentare i compensi per gli agenti. Ci vorrebbe un po’ più di morigeratezza, invece ci si è fatti prendere nella migliore delle ipotesi dalla competizione. Il problema però non è vincere a tutti i costi. Qualcuno ha perso il controllo. La cosa importante penso sia far quadrare i conti. Ci sono venti società in Serie A: molte rispettano gli impegni assunti, altri preferiscono non pagare qualcosa e non investire nelle infrastrutture per acquistare un giocatore, chi è che sbaglia? Per noi diventa fondamentale l’equa competizione".
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