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Serie A - De Laurentiis lancia la "sua" Superlega: "Basta eventi UEFA, serve un torneo con top 6"

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Aggiornato 02/03/2023 alle 15:44 GMT+1

SERIE A - Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha detto la sua sul futuro del calcio: "Basta coppe UEFA: serve un torneo in cui le prime sei di un campionato importante e la prima di uno minore giocano contro tutti, partite secche".

Aurelio De Laurentiis, presidente Napoli

Credit Foto Getty Images

E' un fiume in piena Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, nel corso della sua intervista rilasciata quest'oggi a 'Radio 24'. Il patron del Napoli ha parlato a tutto tondo: dai diritti TV al futuro del calcio, De Laurentiis non si è risparmiato e ha toccato tanti temi. Queste le sue parole a partire dallo stato attuale del pallone: “Giochiamo troppo, roviniamo troppo i nostri giocatori e li sottoponiamo a rischi particolari che poi in caso di gravi infortuni possono trasformarsi in pesanti minusvalenze. Qui non si fa mai luce su ciò che è la logica dell'economia: a me sta benissimo il merito e lo spirito della sportività, ci mancherebbe altro, perché è ciò che accomuna la passione per lo sport. Però poi dopo bisogna combinare i fattori della produzione con le esigenze di un mercato che è sempre più esigente. Ma se i proventi per investire sempre di più questo calcio è morto, non funziona. E se chi non riesce a farlo lievitare perché è lì?"

Ancora sul calcio attuale: ADL contro il presente

"Vedo che a Radio24 state parlando sempre più spesso di noi, è bellissimo. Pardo (conduttore di 'Tutti convocati' e telecronista DAZN, ndr) è nemico della qualità perché lavora per l'emittente che manda in onda sempre in ritardo e con una qualità scadente le partite. Io qui volevo inventarmi Radio Napoli e qualche estate l'abbiamo fatto. Si facevano delle incursioni nel mondo calcistico che ogni tanto perde colpi perché c'è un gioco al massacro, come se ci fosse un certo masochismo. Il calcio è seguito da 28 milioni di tifosi in Italia, immaginate quindi nel mondo. Gli Stati Uniti sono un paese giovane e vanno sempre un passo avanti. Mi fa molto ridere quando mi danno del visionario. Ma poi vedo che tutti gli altri continuano a vivere meschinamente una condizione schiava del passato, fatta di Federcalcio, Leghe, UEFA e compagnia bella".

Sui problemi: anche ADL contro la UEFA

"Mi ha colpito un'intervista di una giovanissima signora che ha una squadra minore, l'Entella, che ha espresso un concetto molto chiaro: è possibile che tutto quello che è imprenditorialità sia nelle mani di menti che non hanno cultura dell'impresa, ma sono ex calciatori, ex procuratori? Fare l'imprenditore è un'altra cosa. Siamo sempre schiavi del vecchio perché è facile da cavalcare, se fai il prenditore e non l'imprenditore si cerca sempre il vecchio, si parla del passato e non del futuro. Noi siamo tutti responsabili dell'allontanamento delle giovani generazioni. Il gioco del calcio non si è mai rinnovato, è estremamente vecchio. Poi capita il Covid e ci si inventano le interruzioni ogni dieci minuti perché si gioca in estate. Io ho sempre sostenuto il VAR per primo e infatti in Italia sta funzionando. In Italia non si fa tesoro delle esperienze del mondo. Se l'NBA e il Football Americano fanno 10 miliardi di incasso all'anno una ragione ci sarà. In Europa invece non ci riusciamo perché siamo ancora alla Champions, all'Europa League e alla Conference League. Ma chi vuole farla la Conference League? E vale anche per l'Europa League. Nessuno vuole rendersene conto".

La ricetta De Laurentiis: un campionato europeo con le Top6

"Se volevo la Superlega? Assolutamente no. Io ad Agnelli dissi giammai... Lui voleva farla per una élite. Oggi è sbagliato continuare a fare le competizioni europee, è sbagliato che la UEFA incassi 800 milioni che non si sa che fine fanno. Facciamo un campionato europeo e mettiamo 10 miliardi sul tavolo dove le prime 6 di un campionato importante o la prima di un campionato minore deve giocare contro tutti, partite secche. Ma questi signori non sanno che sulle piattaforme il tifoso virtuale vuole vedere un calcio interessante?".

Sui club come broadcaster

"Noi dobbiamo prendere atto del fatto che nel 1986 c'erano 16 squadre in Serie A e oggi siamo 20. E di certe partite, se andiamo a vedere lo share televisivo, non interessa a nessuno. Non a caso in Inghilterra alcune gare non vengono trasmesse. Io già due anni e mezzo fa dissi che dovevamo essere direttamente coinvolti coi nostri tifosi virtuali. Allo stadio siamo noi a vendere i biglietti e perché non dobbiamo vendere noi i biglietti virtuali usando tutte le piattaforme esistenti riconoscendo loro una piccola parte del tagliando?"

Sul bando dei diritti tv

"La Melandri ha distrutto prima il cinema e poi il calcio. È la più grossa stronzata del mondo, perché nessuno ha mai avuto il coraggio di dire come si è permessa la Melandri di diminuire la produttività del calcio e limitare le nostre possibilità di gestione dell’impresa. Non ci deve essere nessuna legge che mi limita, è anticostituzionale”.
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