Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Dominio Napoli, solo la Juventus di Capello e CR7 a +8 sulla 2ª dopo 14 giornate di Serie A

Simone Eterno

Aggiornato 09/11/2022 alle 12:38 GMT+1

SERIE A - L'incredibile prima parte di stagione sta mostrando sul campo - e nei numeri - un Napoli semplicemente straordinario. Con un Milan più attardato rispetto alla passata Serie A; con una maturità di squadra insospettabile ai nastri di partenza e con il jolly di un Mondiale che sembra essere 'amico' per la gestione della squadra, il Napoli può andare oltre la scaramanzia e sognare davvero.

Osimhen esulta per il gol in Napoli-Sassuolo - Serie A 2022/2023

Credit Foto Getty Images

In una città che più di ogni altra vive di superstizioni e scaramanzie, le prossime righe sono un automatico rifiuto. Eppure, nella parte di crescita impetuosa di questo straordinario Napoli, prima o poi dovranno anche scendere a patti con le proprie tradizioni: a un certo punto della stagione, la presa di coscienza di essere diventata ‘la squadra da battere’, dovrà pur arrivare. Giornata numero 14: il Napoli di Luciano Spalletti continua a volare. Imbattuto. In Europa, nelle leghe che contano, solo PSG e Benfica possono dire di aver fatto altrettanto.
E non è una pura questione numerica; perché anche lo scorso anno, in fondo, Spalletti era partito alla grande. È, casomai, la chiara sensazione di aver a che fare con qualcosa di diverso, qualcosa che funziona su tutta la linea. Perché se è vero che questo Napoli ha gli stessi punti dell’anno scorso, altrettanto lo è che l’anno scorso mica era stato così brillante su tutta la linea. E’ soprattutto nella profondità della rosa – concetto ormai trito e ritrito in questi primi mesi di stagione – e nella capacità di sapersi adattare alle situazioni più disparate che si nota evidente un segnale di ‘grandezza’ di questa squadra. “Ha vinto da big”, si dice spesso. Ecco, l’esempio della sfida all’Empoli di ieri, così come quelli di Cremona o di Bergamo, sono quelli di una squadra che sembra aver fatto il salto soprattutto nella mentalità. Una squadra che non va mai in panico, che non perde la calma, ma che anzi, con pazienza, sa leggere le situazioni e adattarsi di conseguenza. Questa è una delle caratteristiche più complicate da sviluppare nella mentalità di un club contemporaneo, dove le inevitabili rotazioni degli interpreti sono una necessità più che un lusso. Ecco, il Napoli di Spalletti, oltre a tutti i complimenti che già sono stati scritti da settimane a questa parte, è soprattutto questo: un undici maturo.
picture

L'esultanza collettiva dei giocatori del Napoli dopo il vantaggio di Giovanni Simeone, Napoli-Rangers, Getty Images

Credit Foto Getty Images

I numeri

Poi, evidenti, se volete, ci sono anche i numeri. Lì da sciorinare in vetrina, tra le luminare di una stagione fin qui abbagliante: 54 gol fatti complessivi; di cui 34 in Serie A e 20 in Champions Legaue, miglior attacco sia della prima che della seconda competizione. Per intenderci: il Bayern sta a 47, il City a 39, il PSG a 38.
Ma si può andare avanti. Parlavamo di profondità di rosa? Ecco le statistiche: ci sono i 13 marcatori diversi. E ci sono i 14 gol arrivati dai subentrati (in tutte le competizioni): nessuno ha fatto meglio nei top 5 campionati Europei.
Ma entriamo in dettaglio sulla Serie A. Ci sono le 10 vittorie consecutive in campionato così come il 100% di scontri diretti vinti con le squadre che seguono in classifica: tutti in trasferta!
C’è insomma un cammino che anche a fronte del rallentamento di tutte le altre – Milan in primis – sta facendo apparire il Napoli come una squadra dal rendimento dittatoriale. D’altra parte, dopo 14 giornate e con un +8 sulla seconda, solo in due occasioni nell’era dei 3 punti si era visto qualcosa di simile in Italia. Ed erano state, appunto, due Juventus ‘dittatoriali’: il secondo anno della gestione Capello, con una Juve in sostanza campione già a marzo (titolo poi revocato per la vicenda Calciopoli); e quella di Allegri nel primo anno di Cristiano Ronaldo. Inutile ricordare dove finì il titolo.

L'opportunità e l'obiezione

Così come inutile pare aggiungere altro: quando sensazioni e statistiche si sposano insieme, si è davanti alla realtà dei fatti. E questa dice che il Napoli, al momento, fa quasi un altro sport rispetto a tutte le altre. Poi, giustamente, possono restare altarini e scaramanzie. Spalletti, saggiamente, punta a smarcarsi, giocando sulla vecchia narrativa del ‘noi contro il mondo’ con quel “ci vogliono mettere lì per sentire più forte il tonfo se cadremo”. Un po’ paraculo un po’ pompiere, come comprensibilmente deve essere un buon allenatore. Ma c’è un altro dato di fatto che in tanti non stanno evidenziando dentro questo Napoli e che potrà essere un’altra arma a favore del tecnico toscano: di questo Napoli in pochi andranno a spremersi ai mondiali.
Prendete l’intero fronte offensivo: Lozano escluso, nessuno volerà in Qatar. Non c’è la Nigeria di Osimhen; non c’è la Georgia di Kvaratskhelia; non c’è l’Italia dei Raspadori e Politano; e l’Argentina non convocherà Simeone. Identico discorso in mezzo al campo, dove il vero uomo chiave – l’unico davvero insostituibile e infatti mai sostituito fin qui da Spalletti – Stanislav Lobotka – sarà spettatore con la sua Slovacchia. E poi di nuovo Di Lorenzo a destra, Meret in porta. In sostanza Spalletti perderà solo Zielinski, Anguissa, Lozano, Kim e Mario Rui. Pochi titolari a confronto di altre big italiane ed europee che vedranno le loro rose sostanzialmente decimate nelle partenze e la possibilità di riposo/lavoro totalmente annullate. Un periodo dove il Napoli, invece, nella sua ossatura chiave, potrà riposarsi, ricaricare le batterie e poi riprendere da dove aveva lasciato. Un arco di tempo del tutto inedito nella storia del calcio italiano ma potenzialmente molto prezioso per Spalletti e il suo staff.
picture

Luciano Spalletti dà indicazioni ai suoi durante in Cremonese-Napoli - Seria A 2022/2023

Credit Foto Getty Images

Il Napoli infatti potrà lavorare in maggioranza con giocatori reduci dalle vacanze e potrà perfezionare gli automatismi; dettaglio tutt’altro che di secondo piano in un’ottica di una stagione che non ha fin qui concesso e non concederà nemmeno un minuto di riposo ai calciatori o un minuto tempo ai tecnici per fare lavoro di campo. Insomma, gli scaramantici tifosi napoletani potranno aver abbandonato queste righe di riflessione già parecchie parole fa, ma tutto, almeno per ora, sembra giocare a favore del Napoli di Luciano Spalletti. Gestire questa pressione e tutto ciò che ne comporta, l’unica vera insidia di questa stagione.
picture

Spalletti: "Sorteggio Champions? Napoli vuole partite difficili perché..."

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità