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Hakan Calhanoglu: “Sono il numero 1 dei registi in questo momento. Dopo di me Rodri e Kroos”

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Pubblicato 22/02/2024 alle 11:22 GMT+1

SERIE A - Il centrocampista turco: "Se guardate i miei gol, non li faccio solo da vicino a 5 metri, ma anche da 25-30 metri, o anche su punizione. Sono cose difficili e, se guardo gli altri, non vedo cose simili. La seconda stella prima del Milan? Guardiamo avanti piano piano"

L'esultanza di Hakan Calhanoglu dopo il rigore del 2-1 contro il Salisburgo nella sfida della fase a gironi di UEFA Champions League 2023-24

Credit Foto Getty Images

Lunga intervista di Hakan Calhanoglu ai microfoni di DAZN. Il centrocampista turco si racconta tra il suo arrivo all'Inter, il suo futuro e i suoi segreti. Parole sincere di un giocatore diventato ormai colonna di una squadra che sogna in grande. Ecco le dichiarazioni:
"Anche se tutti ridevano e non ci credevano, io ci ho sempre creduto e mesi fa ho letto che sono fra i migliori registi in circolazione. So quali sono le mie qualità e non ho paura di nessuno. Ora mi metto al primo posto davanti a Rodri, Kroos, Kimmich ed Enzo Fernandez. Perché mi sento il più forte di tutti? Perché i gol che riesco a fare io non sono simili a quelli che fanno loro. Se guardate i miei gol, non li faccio solo da vicino a 5 metri, ma anche da 25-30 metri, o anche su punizione. Sono cose difficili e, se guardo gli altri, non vedo cose simili. Tutti sanno gestire la palla, ma fare passaggi di cinque metri non mi serve, preferisco fare passaggi che aumentino la percentuale di gol. Cosa devo migliorare? Ora gli avversari cercheranno di giocare contro di me uomo contro uomo, dovrò essere più intelligente in queste situazioni cercando spazi. Ma con Barella e Mkhitaryan che mi aiutano è più facile. Sono cresciuto in fase difensiva, ma c'è ancora da fare. Con lo staff guardiamo tanti video".

Sugli obiettivi

"Voglio vincere tanti titoli, è l'obiettivo di ogni calciatore. La seconda stella prima del Milan? Guardiamo avanti piano piano. Ognuno guarda la sua situazione, noi guardiamo a noi stessi. Ripetere il percorso in Champions League? Noi lottiamo su tutti i fronti, è l'obiettivo di tutti. Noi ci siamo. Al Milan non ero ancora pronto per ricoprire questo ruolo, quando Inzaghi me lo ha chiesto invece ho detto subito sì, perché volevo provare in quel ruolo e mi sentivo pronto. E' stato importante per il mio percorso. Il passaggio a Dimarco durante Inter-Juventus? Cercherò sempre quel tipo di passaggio. Non mi piace gestire sempre da dietro, mi piace verticalizzare subito in avanti, giocare veloce, mi piacciono i giocatori che vanno in profondità. Prima che mi arrivasse la palla, avevo già visto Dimarco che correva. E' stata una bella azione. Sappiamo quali sono queste qualità, siamo insieme da anni e ogni anno conosciamo meglio i nostri compagni. In fase difensiva mi piace scivolare, ovviamente prendendo il pallone. Mi piace correre e lavorare. Ho fatto tanti sacrifici e quando faccio queste cose mi diverto. Come faccio a tirare così i rigori? E' un segreto".

Su Inzaghi

"Se si parla poco di Inzaghi? Io di certo parlo sempre bene del mister: è colui che mi ha portato qui all'Inter. Mi ha chiamato dopo l'Europeo perché mi voleva all'Inter e lo ringrazierò sempre. Poi mi ha messo in questo ruolo di regista. Merita che si parli bene di lui. E' una persona che magari non parla tanto, ma ha un cuore caldo. Sa come parlare ai giocatori. C'è stata una grande crescita di tutti in questi anni".

Sull'amore per l'Inter

"Le offerte dall'Arabia? L'ho già detto, è vero. Ma voglio bene all'Inter. Piero (Ausilio, ndr), il mister e i compagni mi hanno dato una grande mano. Qui è una famiglia enorme. Poi, sono arrivato a parametro zero: alla fine decide sempre la società. Io ho già detto loro: 'Voi decidete, io voglio rimanere qua. Alla fine è vostra la decisione'. Dico questo perché mi sento rinato all'Inter. Ho avuto un periodo difficile personalmente, ma qui mi hanno aiutato. Come uomo mi sento motivato. Mi hanno aiutato i compagni. I tifosi con i loro cori mi hanno dato ancora più energia. Sono emozioni che non si possono spiegare, all'Inter è sempre stato diverso".
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Calhanoglu: "All'Inter ho trovato una mentalità vincente"

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