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Inter, 8 gol subiti in 5 match e Handanovic torna nel mirino: le statistiche lo condannano. Quando tocca a Onana?

Michele Neri

Aggiornato 05/09/2022 alle 17:52 GMT+2

SERIE A – L’avvio di stagione dell’Inter non è stato positivo. Tre vittorie sì, ma anche due sconfitte pesanti contro Lazio e Milan. Sono emersi diversi problemi. La squadra non ha carattere, ha dei crolli di prestazione inspiegabili. Ci sono state poi disattenzioni dei singoli, soprattutto in difesa. Infine, Handanovic non ha convinto. Che sia giunto il momento di provare André Onana?

Alla fine la decide comunque Onana: rivivi il rigore parato

"A livello di gerarchia, partirà Handanovic come portiere titolare. Se l'è meritato per la stagione che ha fatto l'anno scorso, che è stata ottima. Onana è un calciatore giovanissimo, un classe 1996, è il portiere del futuro dell'Inter e avrà occasioni di mettersi in mostra, ci abbiamo puntato fortemente già un anno fa". Era il 5 luglio e la stagione dell’Inter si apriva con queste dichiarazioni di Simone Inzaghi, con le quali metteva subito a tacere le voci di un possibile ballottaggio perenne tra i due estremi difensori. Tuttavia, appena due mesi dopo, con cinque giornate disputate e 8 gol subiti, le gerarchie tra i pali traballano e forse è già il caso di rivisitarle. Premessa fondamentale: il principale problema dell’Inter non è in porta. Dunque, non è giusto individuare Onana come l’uomo della svolta. I nerazzurri hanno mostrato delle lacune nell’intera fase difensiva, con molti errori individuali tra Bastoni, De Vrij, Dimarco. Contro la Lazio e soprattutto nel derby contro il Milan è emerso anche un difetto di personalità, la squadra si è spenta per un periodo troppo lungo, che le è costato caro. Fabio Capello ha detto che l’Inter non ha un leader in campo. Ed è vero, ci sono leader tecnici ma non ci sono trascinatori in grado di richiamare l’attenzione nei momenti di appannamento.

NUMERI, PRO E CONTRO DI HANDANOVIC

Ma torniamo al tema portiere. Samir Handanovic è il titolare dell’Inter dalla stagione 2012/13. Ha attraversato annate tremende e si è goduto poi il ritorno ai vertici, con le qualificazioni per la Champions e i vari trofei nazionali. E’ un veterano, un esempio e anche il capitano. Quanto basta per complicare le scelte di Simone Inzaghi. Sull’aspetto umano dello sloveno non ci sono veramente dubbi. Però bisogna guardare anche i numeri, il posto in campo dopotutto bisogna guadagnarlo con le prestazioni. Handanovic, in questa stagione appena iniziata, ha il peggior dato del rapporto tra i possibili gol derivanti dai tiri verso la porta (5,50) e i gol subiti (8). La differenza è quindi -2,50. Questo significa che prende più reti rispetto a quelle previste. I tiri in porta ricevuti sono 19, quelli parati appena 11. La % di salvataggi è quindi 57,9. Si colloca così al 18° posto tra i portieri di Serie A. Sono statistiche abbastanza sconcertanti ma sull’ultima bisogna anche ammettere che appena sopra ad Handanovic, nella % di parate, ci sono Mike Maignan e Rui Patricio. Come si spiega? Parano di più i portieri delle “piccole”, che sono bersagliate per intere partite.
Se ci separiamo dai numeri e svolgiamo un’analisi basata sulle azioni di gioco, la percezione non cambia. Il gol di Giroud, esattamente come quello decisivo nel derby di ritorno, era lento, angolato sì, ma parabile. Nulla poteva invece contro le reti di Leao, così come quelle di Luis Alberto e Pedro in Lazio-Inter. C’è poi un tema legato alle uscite: lo sloveno non è più così atletico e molte se le risparmia, portando la linea difensiva troppo vicina alla porta. Un esempio? L’azione del cross del 17 del Milan conclusa con il quasi autogol di Bastoni di testa. E’ stato fischiato fallo ma che pericolo. Lo si poteva evitare con un’uscita alta.
Handanovic si è meritato la titolarità con la stagione dell’anno scorso. Questa è la tesi di Inzaghi. E’ vero? In parte sì. Alcune prestazioni sono state superlative, su tutte quella di Bergamo contro l’Atalanta. Anche a Firenze contro la Fiorentina giocò molto bene. Con il Napoli in casa. Ce ne sarebbero anche altre. Non si può dire però che abbia dato sicurezza, in alcune occasioni ha messo in difficoltà la squadra. Nel derby di ritorno, con la Lazio e il Venezia a San Siro, a Marassi con la Sampdoria. Insomma, a fine stagione, come pure nella sfida di sabato, è stato lampante che se la sponda rossonera ha tra i pali un santo a cui affidarsi, quella nerazzurra deve pregare tutti i santi perché l'uomo in porta non la combini grossa.
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IL VALORE AGGIUNTO DI ONANA

L’importante mercato dell’Inter ha portato a Simone Inzaghi anche questo portiere in più: André Onana. Camerunense, classe ’96 (non così giovane come il tecnico nerazzurro vorrebbe far credere), ex Ajax, scuola Barcellona. E’ arrivato a titolo gratuito ma l’ingaggio è già importante: quinquennale a 3 milioni a stagione. 148 presenze in Eredivisie con 125 gol subiti e 60 clean sheets. Che tipo di portiere è? E’ molto esplosivo e reattivo. Ma soprattutto è abile con i piedi. Potrebbe diventare un valore aggiunto nella costruzione proprio come Maignan lo è per il Milan e perché no, anche lui potrebbe fornire assist. Con lui in campo aumenterebbero quindi le soluzioni, anche quelle offensive. E’ capace poi di parate molto difficili, ormai sconosciute all’1 nerazzurro. Se c’è un aspetto su cui deve crescere sono le uscite. Troppe volte l’istinto lo ha fregato in questi anni.
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Dal Burkina Faso al Burkina Faso: le papere di Onana

Ma come anticipato sopra, l’Inter ha un problema sulle uscite anche con Handanovic. Un altro dubbio sul camerunense è legato al fatto che non ha giocato nel finale di stagione con l’Ajax per un infortunio all’inguine. Tuttavia, l’unico modo per fargli ritrovare il feeling con le partite, è farlo giocare. Secondo Oliver Kahn potrebbe diventare il più forte al mondo. Può bastare questa investitura per convincere Simone Inzaghi? Lo scopriremo nelle prossime settimane. Sia chiaro, André Onana oggi non vale Mike Maignan né altri grandi portieri d’Europa. Dunque, è possibile che schierarlo comporti dei rischi, che qualche errore lo commetta pure lui. Ma i suoi margini di crescita sono importanti, come pure lo è il suo ingaggio. Ha le carte in regola per inserirsi nella tradizione nerazzurra di portieri straordinari, dove ci sono Julio Cesar, Walter Zenga, Francesco Toldo, il primo Samir Handanovic. Aspettare troppo per dargli spazio potrebbe essere un’occasione persa.
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Da Onana a Sangaré: la top 5 delle papere viste in Camerun

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