Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Milan, così non va. I 5 motivi del periodo negativo. Dai gol subiti alle poche soluzioni, i problemi non sono pochi

Michele Neri

Pubblicato 19/01/2023 alle 15:32 GMT+1

SERIE A - Il Milan si è inchinato all'Inter nella finale di Supercoppa Italiana. Il risultato di 0-3 testimonia perfettamente una superiorità dei nerazzurri mai messa in discussione dagli uomini di Pioli. Dopo l'eliminazione dalla Coppa Italia, il trofeo perso in terra araba. Di questo passo anche il campionato può sfumare insieme alla Champions League. Perché i rossoneri sono in crisi?

Milan, ecco Devis Vasquez: visite mediche, poi la firma

Al King Fahd Stadium è andato in scena (a sorpresa?) un derby a senso unico: 0-3 senza discussione. Anzi, il finale poteva essere persino più pesante. L'Inter ha stravinto la Supercoppa Italiana, ha surclassato i cugini, i quali nelle ultime settimane hanno smarrito la retta via. Perso un trofeo, eliminati anche dalla Coppa Italia, ai rossoneri restano solo due competizioni da disputare e da provare a vincere (soprattutto la Serie A). Devono quindi trovare in fretta la soluzione ai problemi. Tonali e compagni possono infatti dare ancora senso e valore a quest'annata, ma serve una svolta, altrimenti il flop totale si concretizzerà. Perché vi sia un cambio di marcia, occorre prima individuare cos'è andato storto nei match del 2023, le cui avvisaglie di un calo erano già emerse da prima. Vediamo insieme i 5 motivi del trend negativo.

TROPPI GOL SUBITI

Il Milan ha incassato 9 reti nelle 5 sfide del 2023, comprendendo il ko in Coppa Italia contro il Torino e quello in Arabia Saudita contro l'Inter. Una media, dunque, di 1,8 gol subiti a partita. Son tanti, troppi per una squadra che vuole mirare a vincere più partite possibili e ad alzare trofei. Il dato è aumentato vistosamente proprio dopo i Mondiali qatarioti. Pre sosta, infatti, la media era di 1,05 a partita (22 in 21 match). La formazione di Pioli ora è più fragile. Basti guardare i movimenti della difesa, tutti fuori tempo, in occasione del vantaggio Inter firmato Dimarco. La solidità difensiva era invece un caposaldo in passato. Non dimentichiamoci che quella rossonera è stata la miglior difesa della Serie A 21/22 insieme al Napoli.
picture

Mike Maignan, Milan-Inter, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Come si spiega questa inversione di tendenza? Sicuramente l'assenza di Mike Maignan è uno dei motivi. L'estremo difensore francese è stato uno dei protagonisti dello Scudetto, è stato capace di parare anche l'imparabile, ha tenuto a galla i compagni in situazioni di difficoltà. Anche nel 2022/23. Vedi il derby vinto 3-2, il rigore parato a Berardi e altre situazioni. Trasmette sicurezza, sprona il reparto, è anche un leader oltre ad essere un top player nello scacchiere di Pioli. Lo sostituisce Ciprian Tatarusanu, che è di un livello molto inferiore. Portiere con alcune lacune, non altrettanto affidabile. Tuttavia, si è presto capito che è riduttivo scaricare tutte le colpe sul romeno. Sta giocando ininterrottamente da ottobre, era in campo anche quando i risultati erano incoraggianti. Semmai, nel 2023 è stato più esposto al pericolo. Il Milan è infatti meno compatto. Per una condizione fisica e mentale peggiore, il pressing è meno organico, si aprono più spazi per gli avversari e gli errori individuali (di marcatura e di gestione del pallone) hanno fatto il resto.

GLI APPROCCI SBAGLIATI E I BLACKOUT

Un altro tema sono gli approcci alle partite. I rossoneri hanno giocato molto male nei primi minuti sia di Lecce che di Riyadh compromettendo con quelli l'intera sfida. Questo è avvenuto dopo che avevano invece interpretato alla perfezione le fasi iniziali di Salernitana-Milan e gestito con pazienza il primo tempo contro una Roma attendista. Probabilmente la rimonta giallorossa avvenuta nei minuti finali ha traumatizzato i giocatori di Pioli, i quali nelle due gare più recenti si sono ritrovati a dover recuperare da situazioni di svantaggio per la 10^ e la 11^ volta in stagione. A differenza però di altre occasioni passate (non tutte), l'autorete di Theo Hernandez (a Lecce) e il gol di Dimarco (in Supercoppa) hanno generato lunghi ed inediti blackout. Al via del Mare il Milan si è risvegliato solo nel secondo tempo, dopo aver rischiato di trovarsi sotto almeno per 3-0. In Arabia Saudita, non si è mai risollevato e l'Inter ha raddoppiato, gestito il divario, a tratti ha messo in atto un tiro al bersaglio, ed infine ha trovato pure la ciliegina da piazzare sulla torta con Lautaro. Guardando indietro, solo a Torino contro i granata, nel primo ko in Serie A del 22/23, i rossoneri avevano accusato il colpo perdendo equilibrio. A Bergamo, per fare un altro esempio, il primo tempo fu pessimo ma in particolar modo per una produzione offensiva irrisoria, non per un assetto disordinato. O anche in altri casi si poteva parlare di approccio sbagliato, contro le piccole, perché non si rendeva pericoloso. Il Milan delle ultime due uscite invece è più preoccupante: ha paura e non ha mordente, al primo gol subito si è ritrovato in balia dell'avversario. I tempi del Diavolo arrembante nella rimonta contro l'Inter del 3 settembre scorso sembrano appartenere ad un'altra epoca.

GLI ERRORI INDIVIDUALI

Si legge spesso di un gioco di squadra che non funziona, ed è vero che qualcosa è da sistemare, ma il Milan ha pagato anche errori dei singoli in questo 2023. Soprattutto in fase difensiva. Il nuovo anno si apre con Bonazzoli lasciato libero da Saelemaekers: la Salernitana torna in partita ma non basta. Poi Ibanez viene dimenticato da Tomori in area di rigore in Milan-Roma (2-1) e Vranckx commette un fallo ingenuo grazie al quale i giallorossi hanno il calcio da punizione da cui nasce il 2-2. Nell'azione del pari, Matic colpisce di testa tutto solo, con De Ketelaere assai distratto. Nel vantaggio del Lecce è gravissimo l'errore di Kalulu, il passaggio diretto a Calabria è troppo corto, e il pasticcio è completo con l'autorete di Theo. Il gol di Baschirotto, invece, è quasi una fotocopia di quello di Ibanez: Kalulu salta a vuoto per anticiparlo, gli altri non lo marcano stretto e lui è solo. Infine, anche a Riad alcune letture difensive da rivedere. Tonali fa la staccata per recuperare Dzeko, che sterza e batte Tatarusanu (0-2); Lautaro si prende gioco di Tomori, che sbaglia i tempi dell'intervento, e l'argentino conclude con classe (0-3). Qualche disattenzione può capitare, e il Milan le ha avute anche in periodi felici, ora però sono all'ordine del giorno e rendono impraticabile la strada per i grandi obiettivi.

POCA BRILLANTEZZA

Osservando il Milan nelle partite del 2023, si percepiva già una condizione fisica lontana da quella ideale. Contro l'Inter, questa impressione è diventata molto più forte. Di fronte ad una squadra più o meno dello stesso livello, i rossoneri sono stati parecchio inferiori. Appesantiti e in ritardo su seconde palle, palle vaganti ed interventi. Due velocità diverse: i nerazzurri pimpanti, il Diavolo rallentato. Un divario netto che dall'arrivo di Pioli, era capitato di vedere quasi solo in Europa, contro i top club, e nemmeno sempre. In Italia, per trovare una lezione così esemplare al Piolismo bisogna andare indietro fino al derby del 21 febbraio 2021, sempre terminato 0-3 per l'Inter con la Lu-La scatenata. Oppure a Milan-Atalanta, anch'esso finito 0-3 il 23 gennaio, sempre del 2021. In particolare preoccupa lo stato di forma alcuni giocatori. Theo Hernandez e Olivier Giroud, che hanno disputato la finale dei Mondiali, sono tornati senza energie, il primo addirittura irriconoscibile. Tanti altri, però, non sono al top. Chi perché ha fatto i conti con infortuni (Messias, Calabria, ...), chi forse perché ha dovuto giocare troppe partite da titolare per l'assenza di ricambi dovuta ai tanti infortuni ed a riserve non affidabili. Proprio la "coperta corta", figlia anche di un mercato che non ha colmato le lacune, può aver rovinato i piani in casa Milan, il quale - va detto - già a novembre era calato. I successi contro Spezia e Fiorentina erano arrivati all'ultimo respiro, a Cremona un pareggio scialbo. Resta da capire se la ripartenza lenta sia dovuta anche ad una preparazione atletica, magari differente da quella di altri club che ora stanno giocando meglio. Questo lo si scoprirà solo strada facendo.
picture

Theo Hernandez sconsolato dopo Milan-Inter 0-3, Supercoppa Italiana

Credit Foto Getty Images

MILAN TROPPO PREVEDIBILE

Ultimo dilemma ma non per importanza: il gioco non convince più. Il Milan è povero di soluzioni, gli avversari le conoscono e le partite si complicano. Da quando Leão è diventato Leão, la catena di sinistra (lui e Theo) è stata riconosciuta come l'arma principale dei rossoneri. Mossa azzeccata. Il duo delle meraviglie è stato infatti capace di trainare il gruppo di Pioli. Nel tempo però non si sono trovati diversivi. Alle loro falcate, al loro estro non è stato affiancato granché. Gli altri certamente hanno imparato a muoversi bene senza palla, per raccogliere gli inviti delle due frecce. Qualcuno si è anche divertito molto con loro ed ha finalizzato parecchio: Olivier Giroud.Tuttavia, resta il fatto che quasi tutto nasce da sinistra. E il mazzo di carte spendibili si è ridotto ulteriormente con l'infortunio di Mike Maignan, abile in impostazione. Il piano B, dunque, se c'è, oggi non è chiaro. E il tempo per gli esperimenti, quello sicuramente non c'è. A -9 dal Napoli, il Milan non può lasciare per strada altri punti in Serie A e/o arrivare al doppio incontro con il Tottenham degli ottavi di Champions con disegni tattici confusi e da affinare. Ma perché il Diavolo è un mostro con una sola testa? E' una domanda che solleva dei dubbi soprattutto sulle scelte dell'ultima finestra di calciomercato. Franck Kessié, che aveva un impatto in entrambe le fasi, è stato rimpiazzato con pedine che ora come ora non sono all'altezza (Aster Vranckx, Tommaso Pobega, Yacine Adli). In trequarti, Brahim Diaz è cresciuto ma ancora in molti match non è incisivo, ed è stato comprato Charles De Ketelaere, che secondo tutti quelli dell'ambiente è forte ma dovrà crescere con calma. Un'attesa che a questo punto sarà ripagata solo se poi diventerà un fenomeno. Infine, nel ruolo di esterno destra manca qualcosa da anni ma non è stato fatto niente.
picture

Milan-Inter: statistiche e curiosità sulla finale di Supercoppa Italiana

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità