Serie A - Milan, Pioli valuta il cambio modulo per uscire dalla crisi: pro e contro della scelta di modificare assetto
Pubblicato 02/02/2023 alle 15:15 GMT+1
SERIE A - Buio pesto in casa rossonera. Il gennaio peggiore di sempre. Una batosta dopo l'altra il Diavolo è sprofondato. Lontano dal Napoli e fuori dalla zona Champions. In un mese i Campioni d'Italia hanno perso quasi tutto: Scudetto, Coppa Italia, Supercoppa ed ogni tipo di certezza. Stefano Pioli per ritrovare equilibrio medita un cambio modulo: rinuncerà al 4-2-3-1? Sarà 4-3-3 o 4-3-1-2?
"Così non si può andare avanti". Le parole di Stefano Pioli al termine di Milan-Sassuolo sembrano quelle di un allenatore pronto a stravolgimenti. D'altronde, gennaio che doveva essere il mese della rimonta sul Napoli è stato invece tremendo ed ha azzerato gli obiettivi, oltre a mettere tutti in discussione (nessuno escluso). Una sola vittoria in 7 partite, due pareggi e quattro sconfitte nelle altre. Fuori dalla Coppa Italia, persa la Supercoppa in malo modo e le batoste in A contro Lazio e Sassuolo (che era 17°) hanno tagliato fuori il Milan dalla corsa Scudetto. Un progetto che sembrava lucente si è così ripiegato su se stesso e ora l'unico orizzonte pare essere salvare il salvabile. Ma nemmeno ottenere il pass per la Champions League 2023/24 sarà semplice giocando così male (o non giocando, si potrebbe anche dire). Il 4-2-3-1, assetto che ha regalato la grande gioia del maggio scorso, potrebbe essere allora sacrificato per lasciare spazio al 4-3-3 o al 4-3-1-2. Lo stress test del nuovo modulo sarebbe però il più difficile: domenica 5 febbraio, infatti, c'è il derby di ritorno. L'Inter non è in splendida forma ma almeno ha un'identità, i rossoneri senza una reazione rischiano quindi un'altra debacle, come quella di Riad o peggiore, che costerebbe probabilmente la panchina al condottiero del 19° Scudetto. Ecco perché il tecnico deve correre ai ripari e cercare nuove soluzioni. Sarà la mossa vincente? Vediamo insieme pro e contro del cambio modulo...
IL MILAN CAMBIA MODULO: I PRO
- Maggiore compattezza
Il dato più spaventoso del mese di gennaio è quello dei 18 gol subiti. Un'enormità, e, non a caso, nella storia del club si tratta di un record negativo per un singolo mese. Per alcuni di questi si può incolpare Tatarusanu, che non vale Maignan, e forse nemmeno un qualsiasi altro titolare di Serie A. Ma restano comunque tutte le altre reti - e sono tante - figlie di buchi difensivi, di duelli persi in zone delicate, di disattenzioni o di un pressing registrato male. Quel che è palese è che il Milan non ha più nemmeno un briciolo di equilibrio. E' calata la condizione fisica, per molteplici ragioni, e di pari passo anche la lucidità. Il 4-2-3-1 non è quindi più sostenibile. I quattro attaccanti, che segnano poco e pressano ancora meno, sono una zavorra. Allora il centrocampo a 3 può essere una scelta giusta nella direzione di una maggiore compattezza. L'area, troppo sguarnita, sarà maggiormente protetta con l'uomo in più in mediana. E così anche le fasce, che, con Theo e Calabria in evidente affanno, hanno bisogno di più supporto. Se poi la scelta ricadrà sul 4-3-1-2 con il trequartista di sostanza (Krunic), lo scopo di subire meno gol sarà perseguito con ancora più impegno.
- Interpreti a loro agio
Il Milan di Pioli aveva tra i pilastri, apparentemente irremovibili, il 4-2-3-1. Eppure, il mercato estivo, ha portato a Milanello centrocampisti non adatti a giocare in una mediana, o più funzionali ad un reparto a 3. Pobega, Vranckx, e volendo anche Adli. Nessuno di questi ha potuto far rifiatare Tonali e Bennacer senza che i rossoneri andassero incontro a dei problemi. L'unico versatile è Krunic, che però è stato più infortunato che a disposizione. Così, mese dopo mese, è diventato evidente che Kessié non sia stato rimpiazzato nel modo corretto. E si è pure introdotto il dubbio che la pietra angolare di questo sistema fosse proprio lo stesso ivoriano, con le sue corse instancabili e il lavoro sporco a tutto campo. Ora è giunto il tempo di cambiare assetto e nel 4-3-3 o 4-3-1-2 almeno qualcuno tra Pobega, Vranckx e Adli potrebbe trovare riscatto dopo mesi poco convincenti.
- Rimedio all'assenza di Bennacer
Come anticipato sopra, non ci sono nella rosa di Pioli pedine che possano sostituire adeguatamente Tonali e Bennacer in una mediana a 2. La brutta notizia della settimana di avvicinamento al derby, è che i rossoneri dovranno rinunciare proprio all'algerino. Problema muscolare al bicipite femorale sinistro: salta l'Inter e punta al Tottenham. Piuttosto che collocare vicino a Tonali uno degli altri già menzionati, l'ideale a questo punto sarebbe la linea a 3. Perché i centrocampisti si possano esprimere al meglio. L'unico certo di una maglia è il numero 8 appunto. Vranckx, mai titolare, si candida per riempire il centro. Pobega potrebbe agire da mezzala. La formazione sarebbe più stabile, anche se comunque, eccetto l'ex Brescia, gli altri due sono incognite. E non hanno esperienza nelle stracittadine di Milano. Il belga, infatti, è stato in panchina nei due confronti stagionali, mentre l'ex Torino è entrato a 8' dalla fine nel 3-2 di settembre. Fermo restando che il fedelissimo Krunic se non dovesse giocare sulla trequarti, sicuramente troverebbe spazio nei 3.
IL MILAN CAMBIA MODULO: I CONTRO
- Minor pericolosità
Il Milan cerca di rimettere insieme i pezzi. L'imperativo dopo le ultime figuracce è diventato non subire e quindi la svolta nell'assetto potrebbe tradursi nella rinuncia a molti principi che lo hanno reso vincente tra cui il dominio del campo e il pressing alto. I rossoneri con il centrocampo a 3 tenterebbero giustamente di chiudersi un po'. Allo stesso tempo, però, il rischio è che la proposta offensiva diventi eccessivamente povera. Il 4-3-3 potrebbe essere il giusto compromesso, dato che sacrificherebbe solo il trequartista, e manterrebbe intatte le fasce. Le prestazioni di Diaz e soprattutto di De Ketelaere renderebbero meno dolorosa questa decisione. Al contrario, il 4-3-1-2, soprattutto con Krunic dietro a Leao e Giroud, lascerebbe forse troppo soli in avanti il portoghese e il francese.
- La gestione dei trequartisti
Il cambio modulo "squalificherebbe" alcuni giocatori della rosa, ovviamente provando a valorizzarne altri. Se Vranckx e Pobega sperano di tornare d'attualità, tutti i giocatori offensivi eccetto Giroud e Leao (questioni contrattuali permettendo) potrebbero diventare di troppo e di conseguenza non avere spazio nell'11 titolare. Come già detto, con il 4-3-3 a pagare le spese sarebbero i trequartisti: Diaz, De Ketelaere e Adli. Anche se quest'ultimo non ha avuto un peso di nessun tipo nella stagione in corso. Con il 4-3-1-2, invece, un posto da numero 10 ci sarebbe, ma nel caso in cui se lo aggiudicasse Krunic, ugualmente Brahim e CDK rimarrebbero fuori. Saelemaekers, con questo assetto, sarebbe costretto a reinventarsi terzino destro o mezzala, mentre Messias diventerebbe probabilmente un'alternativa degli attaccanti. In fin dei conti, i più a rischio sono il 10 spagnolo e il giovane belga. E per quest'ultimo, sfiduciato e in cerca del suo valore, giocare ancora meno non sarebbe sicuramente d'aiuto.
- Ancora più caos?
Cambiare principi e modulo, nel cuore della stagione, sarebbe un azzardo. Gli automatismi solidi che hanno condotto allo Scudetto, sono da riscrivere, almeno una buona parte. I giocatori devono registrare i nuovi meccanismi, le giuste distanze, i movimenti senza palla, ecc. Allo stesso tempo, però, gli uomini di Pioli hanno mostrato una condizione fisica e mentale pessima e le novità potrebbero aggiungere altra confusione. Come con ogni esperimento, poi, all'inizio qualcosa può andare storto e solo per tentativi, nel tempo, si può trovare la giusta quadra. Ma il Milan di tempo da investire ne ha veramente poco e i bonus li ha già spesi tutti. Sta scivolando fuori dalla zona Champions e nelle prossime settimane si giocherà il passaggio del turno in Champions contro il Tottenham. Il nuovo assetto accende la speranza ma in quanto tempo rimetterà in piedi il Diavolo? E sarà mantenuto anche se non convincerà fin da subito? Il rischio è che si alimenti la spirale negativa.
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