Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Morte Gianluca Vialli, il ricordo di Roberto Mancini: "Leone fino all'ultimo. Era il migliore di tutti noi"

Stefano Dolci

Aggiornato 07/01/2023 alle 19:21 GMT+1

SERIE A - Il ct Roberto Mancini, in questi 20 giorni drammatici dopo Sinisa Mihajlovic piange per la morte di un altro amico come Gianluca Vialli. Il tecnico della Nazionale era volato lo scorso 29 dicembre a Londra per salutarlo un'ultima volta: "Era privo di forze, con poca voce, ma lucidissimo. Un leone fino all'ultimo. Con la sua forza andrò avanti per dedicargli qualcosa di importante"

Vialli e Mancini amici fraterni: il loro abbraccio a Wembley commosse l'Italia

In tre settimane Roberto Mancini ha perso due fratelli acquisiti con i quali ha vissuto quelli che – parasafrando una celebre hit di Renato Zero – sono stati ‘ i migliori anni della sua vita’ in campo e non solo. Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli non ci sono più e si può solo immaginare il dolore, l’amarezza e la tristezza che pervade il cuore del Mancio in queste ore in cui Luca, il gemello del gol in campo e l’amico fraterno che la vita gli aveva regalato, se n’è andato per sempre. In questi giorni così concitanti e complicati: Vialli ha voluto che ognuno delle persone importanti nella sua vita avessero la possibilità di salutarlo e così è stato anche per Mancini che il 29 dicembre scorso era volato a Londra – in grande riserbo – per abbracciare e spendere qualche ora insieme al suo fido amico ricoverato al Royal Marsden Hospital.
"Una settimana prima Gianluca mi aveva chiesto di aspettare – spiega Mancini nel racconto estrapolato dalla Gazzetta dello Sport - voleva riservare tutte le sue energie migliori all'ultima fase della sua lotta. Era privo di forze, con poca voce, ma lucidissimo. Un leone fino all'ultimo. Abbiamo parlato un po' di tutto, mi ha chiesto perfino com'era andato lo stage di dicembre con i giovani. Anzi, mi ha riempito di domande: voleva sapere tutto, ci teneva a conoscere i progressi del nostro progetto”.

"Saluto un altro fratello, ma con la sua forza proverò a dedicargli qualcosa di importante che entrambi sognavamo"

Anche il Corriere dello Sport, riporta parole di Roberto Mancini da cui emerge la gratitudine per l’amicizia e il rapporto durato 40 anni e la grandezza dell’uomo Vialli.
"Dopo pochi giorni dall’addio di Sinisa, ho perso un altro fratello. Anzi, un fratellino, come amavo chiamarlo, perché ci siamo incontrati a 16 anni e non ci siamo mai più lasciati. Tutto il cammino insieme. Giovanili azzurre, Nazionale, la Samp, le gioie, i dolori, i successi e le sconfitte. E poi le due notti di Wembley. In una abbiamo pianto insieme per il dolore e per l’amarezza, tanti anni fa. Nell’altra abbiamo pianto di gioia, come se fossimo stati uniti dal destino, prima della sua scomparsa. Gianluca era il migliore di tutti noi, un centravanti completo, un uomo perfetto e coraggioso. Ho sperato a lungo che potesse diventare il presidente della Sampdoria, avrebbe aperto una storia meravigliosa come quella da calciatore. Per me è stato un privilegio essere suo amico e suo compagno di squadra e di vita. Ringrazio il presidente Gravina. Lo ha voluto in Nazionale e ne sono stato felice. Ha avuto un ruolo decisivo per la conquista del titolo europeo. I giocatori lo amavano. Gianluca ha avuto la forza e ci ha dato un coraggio che non conoscevamo e che lui usava per combattere la malattia tanto da starci accanto fino a che ha potuto. Mando un abbraccio grande alla moglie, alle figlie, ai genitori, ai fratelli e alle sorelle. Saluto un altro fratello, dopo Sinisa, ma con la sua forza andrò avanti per dedicargli qualcosa di importante che io e lui sognavamo da una vita”.
picture

Gianluca Vialli e Roberto Mancini posano con la maglia della Sampdoria fresca campione d'Italia nella stagione 91/92

Credit Foto Getty Images

"Speravo in un miracolo, era un ragazzo gioioso e con un carisma straordinario"

Nel tardo pomeriggio di sabato, in un'intervista prodotta e diffusa dalla Federcalcio, Roberto Mancini ha reso omaggio alla memoria di Luca Vialli, i cui funerali si svolgeranno in forma privata lunedì 9 gennaio a Londra, la città dove l'ex attaccante è morto a 58 anni e dove viveva insieme alla moglie e alle due figlie.
"Speravo in un miracolo. Con Gianluca ho vissuto quasi tutta la vita assieme, il nostro è stato un legame stretto, un legame che possono avere due fratelli. Speravo che accadesse qualcosa, speravo in un miracolo sinceramente, ci siamo visti, abbiamo parlato, scherzato, era di buon umore come al solito, e mi ha fatto piacere vederlo di buon umore in quel momento. Abbiamo vissuto quasi tutta la nostra vita insieme, c'era un legame fraterno. Ci siamo divisi calcisticamente, ma quando si è amici si è amici per sempre. Per me Luca era questo. Rapporto di grande rispetto, amore, amicizia. L'eredità che lascia in Nazionale? Ha fatto capire ai giovani il valore della maglia della Nazionale. È stata una persona di grande valore per noi, parlava ai ragazzi ed erano momenti molto belli e importanti. Luca non era un ragazzo noioso, era sempre allegro. Pochissime volte l'ho visto arrabbiato e va ricordato per quello che era, molto vivo in tutti i sensi. È stato un grande calciatore, un grande professionista con un carisma straordinario".
picture

Vialli, il dolore del Chelsea: squadra in silenzio, fiori e sciarpe a Londra

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità