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Napoli, Victor Osimhen racconta l'infortunio contro l'Inter: "Quasi un'esperienza pre-morte, non ho dormito"

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Aggiornato 26/06/2022 alle 16:08 GMT+2

SERIE A - In un'intervista, l'attaccante del Napoli rivive gli attimi che hanno portato all'infortunio al volto nel big match di San Siro contro l'Inter. Osimhen paragona l'impatto violento con Milan Skriniar a un'esperienza pre-morte.

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E' il 21 novembre 2021, Inter e Napoli si incrociano in un match ad alta quota. Al 55', Milan Skriniar e Victor Osimhen si sollevano in aria: il nigeriano sovrasta lo slovacco, ma un duro contatto con la nuca del giocatore nerazzurro lo fa rovinare a terra. Per Osimhen è l'inizio di un calvario che durerà 90 giorni. Victor esce dal campo sulle sue gambe, ma poche ore dopo gli esami svolti all'ospedale Niguarda, piomba sulle sue spalle una diagnosi spaventosa: sul suo volto sono state riportate numerose fratture ossee, in particolare nella zona di zigomo e occhio sinistro. Sette mesi dopo, a stagione conclusa, Osimhen ripercorre a mente fredda quella serata maledetta.
Queste le parole del nigeriano ai microfoni di Wazobia FM:
L’infortunio che ho subito contro l’Inter è stato come un infortunio pre-morte. Posso spiegare solo io come mi sono sentito, perché il viso era mio e il corpo era mio, sono l'unico che sa cosa ha sentito.
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Osimhen, l'infortunio contro l'Inter

Credit Foto Getty Images

Gli attimi di terrore si sono riproposti nelle successive ore all'ospedale: "Sono riuscito ad uscire dal campo da solo, senza barella, ho capito che potevo gestirlo. Quando sono arrivato in ospedale, ho detto al mio medico che sarei stato fuori per due settimane al massimo. Dalle radiografie era venuto fuori che avevo molteplici fratture ossee che hanno dovuto rimuovere e riparare di nuovo all’interno. Ho qualcosa come 18 viti sotto la mascella".
Il purgatorio, per Victor, si è materializzato in tutti gli aspetti della sua vita post-operazione: "Ne ho passate tante: per molte notti non ho potuto dormire, non ci riuscivo, dal dolore mi era impossibile anche mangiare. Ma alla fine sono un leone e conosco il tipo di mentalità che ho. Nella mia mente, avevo già programmato il mio ritorno dopo l’intervento chirurgico”.
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