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SERIE A - Da Immobile a Lukaku-Lautaro, Lazio-Inter: inno ai centravanti di ieri, oggi e, perché no, domani

Roberto Beccantini

Pubblicato 26/08/2022 alle 15:09 GMT+2

SERIE A - Lazio-Inter è una delle sfide più intriganti della terza giornata di campionato. Simone Inzaghi fa visita alla sua ex squadra da capolista a punteggio pieno, ma non si fida e sa che non sarà una partita banale. Maurizio Sarri prepara il suo laboratorio per fare lo sgambetto ai vice-campioni d'Italia. Sullo sfondo, il confronto tra due attacchi che possono essere esplosivi.

Sarri: "L'Inter è la più forte della Serie A ma ce la giochiamo"

Da dieci vittorie su dieci a sei pareggi, quattro dei quali addirittura per 0-0, vade retro, con relativo crollo dei gol: da 34 a 13. E’ il calcio d’agosto. Un calcio di americanate e soste ai box. Lazio-Inter introduce una staffetta che coinvolge Juventus-Roma, sabato, per poi lanciare Fiorentina-Napoli, domenica. E già martedì prossimo, di nuovo in campo. La Lazio di Maurizio Sarri. L’Inter di Simone Inzaghi. La Lazio ha battuto di misura il Bologna (2-1) e sofferto il Toro (0-0). I vice campioni marciano a punteggio pieno, con Napoli e Roma, reduci dal 2-1 di Lecce, risolto dai cambi, e dal 3-0 allo Spezia, sancito dalla forza.
Sulla sfida si staglia la sagoma di Francesco Acerbi, un altro difensore che, nel solco di Stefan De Vrij, sta mollando Formello per Appiano. La scorsa stagione, all’Olimpico s’impose l’Aquila, 3-1, non senza monsoni polemici per via di un sorpasso, quello di Felipe Anderson, realizzato con un avversario a terra. Al ritorno, vinse l’Inter: 2-1. Inzaghino è un ex che non dimentica ma che non può neppure struggersi in eterno. La rosa è forte - la più forte - e punta, parole e musica del mister, ai cento gol. In Puglia segnò Romelu Lukaku; al Meazza, Lautaro Martinez su assist del belga. Decisiva con Antonio Conte, non si capisce perché la coppia non dovrebbe funzionare anche senza. Vicini, duettano e liberano zolle al fraseggio o alle incursioni. Lontani, il lancio per Lukaku costituisce un’arma diversiva, non meno insidiosa, vista la progressione spalla a spalla.
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Inzaghi: "Legame speciale con Immobile, gli auguro..."

Dovunque vada, Sarri sarà sempre un laboratorio. La società gli ha fatto il mercato che voleva. Sta lavorando sodo sulla Maginot, il reparto più esposto. Al primo «giro», l’attacco sfornò 77 reti (a 7 da quello interista, il migliore, 20 in più della Juventus) e il capocannoniere: Ciro Immobile, 27. Fu la fase difensiva a sbracare: 58 gol al passivo, contro i 32 dell’Inter. Alessio Romagnoli, Nicolò Casale e Patric (in gran spolvero) hanno raccolto l’eredità di Acerbi e Luiz Felipe. Il problema è il portiere: doveva essere Luis Maximiano, sarà Ivan Provedel. I pericoli, per "C’era Guevara", possono arrivare - "Lu-La" a parte - dalle sgroppate di Nicolò Barella, dalle geometrie variabili di Marcelo Brozovic e Hakan Calhanoglu, dalle sgommate di Denzel Dumfries e Federico Dimarco (o Robin Gosens, toccasse mai a lui). Dietro, magari, non è tutto oro quel che luccica, ma la permanenza di Milan Skriniar ha tolto un peso.
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Sarri: "L'Inter è la più forte della Serie A ma ce la giochiamo"

Nella Lazio, si esplorano sentieri alternativi al fattore Immobile. Il piano chiama in causa i «poteri» di Sergej Milinkovic-Savic, e, lungo i fianchi, i lampi di Anderson e Pedro, supportati da Manuel Lazzari (in dubbio, se non dovesse farcela spazio a Hysaj) e Adam Marusic. Sì, Pedro più che Mattia Zaccagni: un’idea legata alla brillantezza del momento. Con Luis Alberto in bilico, per via di un’atipicità che sfugge al massimalismo del tecnico, e la coppia Edin Dzeko-Joaquin Correa in panca, gli sbocchi di riserva non mancano. Nel maggio del 2018 una capocciata di Matìas Vecino, garra charrua, firmò un 2-3 che offrì la zona Champions all’Inter. Sarri sta cercando di recuperarlo. Ha fisico, (colpo di) testa: se la gioca con Tomas Basic. La Lazio del 4-3-3, l’Inter del 3-5-2: un inno ai centravanti di ieri, di oggi e, perché no, di domani. La tripla sa tanto di atto notarile, e allora: Inter, di corto muso.
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