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Serie A Juventus cinica, insuperabile, vincente. Un mese dopo Haifa la squadra di Allegri crede alla rimonta Scudetto?

Michele Neri

Aggiornato 11/11/2022 alle 15:43 GMT+1

SERIE A – La Juventus non si ferma più. A Verona ha trovato la quinta vittoria consecutiva in campionato e ora si trova in zona Champions. Gli uomini di Allegri hanno ritrovato la retta via, migliorando innanzitutto le prestazioni difensive. Solidi e cinici. E non hanno più sofferto per le assenze. Contro la Lazio occasione sorpasso e test importante per capire se la rimonta Scudetto è possibile.

Allegri: "Napoli? Rimonta impossibile se continua così"

Un mese fa, l’11 ottobre, la Juventus abbandonava le speranze di qualificazione agli ottavi di Champions League a causa di una sconfitta tremenda in casa del Maccabi Haifa, squadra sulla carta nettamente inferiore. Si è trattato senza dubbio di uno dei punti più bassi della storia del club bianconero, perlomeno di quella recente. Così, ripartire sembrava impossibile. Anche perché all’apparenza quella di Massimiliano Allegri era una formazione allo sbando, priva dei fondamentali e senza un’anima. C’era chi accusava l’allenatore, chi la dirigenza proprio per aver riportato il livornese sulla panchina. E intanto la crisi era certificata dalla scelta della società di mandare tutti in ritiro. Un mese dopo, invece, ci ritroviamo a raccontare di uno scenario molto diverso. Si potrebbe quasi dire che è tutta un’altra Juve. A Verona, infatti, Moise Kean ha regalato il quinto successo consecutivo in Serie A e il quarto posto. Domenica poi c’è il big match contro la Lazio di Maurizio Sarri, che è seconda. Può arrivare quindi un altro sorpasso importante.

DAL RITIRO A VERONA: LA SVOLTA NASCE IN DIFESA

Non possiamo sapere se il ritiro post Haifa sia stato utilizzato da Massimiliano Allegri per spiegare meglio alcuni dettami tattici o appena per curare l’aspetto emotivo del gruppo. Fatto sta che la Juventus vista dopo quei giorni è apparsa un po’ diversa. Tuttora non è spettacolare, in fase di impostazione è lenta e povera di idee. Tant’è vero che in Europa ha perso comunque, sia contro Benfica che contro PSG, ancora distanti anni luce. Al contrario, in Italia, ha dimostrato di aver imparato a soffrire, a resistere durante le difficoltà e a sfruttare le occasioni da gol che riesce a creare. In questo avvio di campionato, ci aveva abituati a lunghi blackout o a dei crolli improvvisi. Vedi le partite contro il Monza e il Milan (e non solo). Ora invece la squadra è solida, un osso duro per tutti, anche per l’Inter, e vincere aiuta a vincere. La difesa è il reparto che sicuramente sta funzionando meglio. Non a caso è la migliore in Serie A (7 gol subiti), e nei top campionati in Europa solo il Barcellona ha fatto meglio (5).
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Danilo e Bremer in campo

Credit Foto Getty Images

La firma della retroguardia su questa striscia positiva di risultati è evidente. Oltre alle cinque vittorie, infatti, ci sono altrettanti clean sheet. Una combinazione così a Torino non si verificava dal dicembre 2018, in panchina c’era sempre Max. Il dato sulla porta inviolata è merito di chi difende ma anche dell’intera squadra, che ha cambiato atteggiamento. Tutti hanno più voglia di lottare, di portare a casa i tre punti. Certamente poi Danilo e Bremer, quando c’è stato, hanno dato un grande contributo. Il primo ha persino ottenuto la fascia da capitano per l’esperienza, per il temperamento e per i valori umani. Raramente sbaglia una partita, è imprescindibile nel gruppo di Allegri, come lo è l’ex Torino, che contro l’Inter, club che lo aveva a lungo corteggiato, ha mostrato il meglio del suo repertorio. Entrambi ora sono in grande forma e andranno ai Mondiali con il Brasile. I bianconeri devono sperare di riaverli indietro dopo il Qatar, così come sono ora, senza un graffio.

C’È ANCHE UN PÒ DI VECCHIO "CORTO MUSO" IN QUESTA JUVE

E’ sempre difficile fidarsi della Juventus del secondo ciclo di Allegri. E’ tornata ma è ancora troppo vicino il ricordo di quanto visto nello scorso anno e mezzo. Poi, come detto, continua a giocare poco bene. Ma non è nemmeno un obiettivo per il tecnico che la sua squadra giochi bene. Non lo è mai stato. Perchè lui deve vincere e il fine giustifica i mezzi, in un certo senso. Il livornese, ad esempio, ha applaudito Alex Sandro per aver commesso un fallo da espulsione nei minuti finali contro il Verona. Questo intervento ha infatti permesso di difendere il prezioso 0-1. Un risultato caro all’allenatore. Il buon vecchio “corto muso”, proprio nel momento del bisogno, è tornato. In trasferta sono arrivati tre 0-1 consecutivi, tre vittorie di misura quindi. L’adozione di questa pseudofilosofia non è però ancora stata integrale. Contro l’Empoli abbiamo assistito ad una goleada, 4-0. Il Derby d’Italia è terminato 2-0. La Juve però non è pensata per assediare gli avversari, contro l’Inter ad esempio i tiri in porta sono stati appena 3. I bianconeri sembrano quindi essere di nuovo, a tutti gli effetti, una creatura della guida livornese, che solo un mese fa sembrava destinato a concludere la stagione anzitempo oppure ad arrivare in fondo ma totalmente sfiduciato.

LA JUVE NON DIPENDE PIÙ DAI GRANDI ASSENTI

Nei primi mesi di stagione, ogni passo falso sembrava in fondo giustificabile con le assenze di Federico Chiesa e Paul Pogba. L’allenatore non voleva offrire un alibi, tuttavia tra le righe anche lui si appellava agli indisponibili. Come la volta che disse: “Provate a togliere 5 titolari al Milan...”. Nessuno ha mai messo in discussione quanto siano forti i due calciatori citati. Tuttavia, considerati i loro lunghi tempi di recupero, si sottolineava la necessità di una soluzione in tempi rapidi. La Juve doveva trovare un modo di vincere anche senza di loro. E, lentamente, sembra che ce l’abbia fatta. In questi cinque successi di fila, infatti, non c’è stato il centrocampista francese e l’azzurro è solo entrato pochi minuti contro l’Inter. Inoltre, anche Angel Di Maria, acciaccato, non ha preso parte alla cavalcata (30 minuti disputati in 2 presenze). Leandro Paredes mai titolare e assente in due sfide, anche lui non al meglio. I bianconeri hanno dovuto fare i conti persino con la pubalgia di Dusan Vlahovic, out nelle ultime tre. In Lecce-Juventus i giocatori di movimento tra i convocati erano soltanto 16. Eppure gli uomini di Allegri hanno vinto queste cinque partite, scoprendo tanti marcatori diversi: Vlahovic, Kean, Rabiot, Fagioli, McKennie e Cuadrado.
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Nicolò Fagioli festeggia il gol contro l'Inter

Credit Foto Eurosport

L’infermeria piena ha avuto come conseguenza positiva quella spalancare la strada ai giovani, soprattutto a Nicolò Fagioli, che aveva giocato solo a sprazzi. Una perla contro il Lecce come primo gol in Serie A, e da lì titolare fisso contro PSG, Inter e Verona. E’ sempre stato amato dai tifosi, la rete allo Stadium nel Derby d’Italia ha fatto il resto. Allo stesso modo, abbiamo potuto conoscere Samuel Iling-Junior, che ha stupito addirittura in Europa prima di infortunarsi pure lui. Nella crisi sono emersi poi anche alcuni leader. Danilo lo abbiamo già menzionato, un altro è Adrien Rabiot, il quale poche settimane fa aveva affermato di esserlo, provocando non poche risate in Italia. Sempre titolare, sempre in campo per 90 minuti in queste cinque partite, ha lasciato l’impronta con tre gol e due assist. Che sia definitivamente entrato nelle grazie del popolo bianconero, dopo anni di ininterrotta disistima? Beh, si spera di sì.

IL NAPOLI NEL MIRINO?

Resta da capire se la Juventus sia ancora in corsa per lo Scudetto o se debba limitarsi ad obiettivi inferiori. In queste settimane è risalita dall’ottavo al quarto posto. Si trovava a -7 dalla zona Champions, mentre ora la abita con orgoglio. Il Napoli, però, dista ancora 10 punti perché non si è mai fermato. Sembra che nessuno possa placare i partenopei, tuttavia Massimiliano Allegri un po' crede nella rimonta. “Il Napoli sta facendo cose straordinarie. Nel calcio non puoi sempre vincere, ma neanche sempre perdere”, ha detto dopo Verona-Juventus. E poi ha aggiunto: “C'è da essere ottimisti”. E’ un’impresa molto difficile. Ma non è da escludere che da gennaio inizi un campionato differente. I bianconeri, poi, potranno contare sull’intero organico, ammesso che non ci siano nuovi problemi. L’ultima sfida prima della sosta, intanto, ci dirà molto del livello raggiunto ora dalla Vecchia Signora. Allo Stadium arriva la Lazio, seconda insieme al Milan. Serve una grande prestazione per sorprendere i biancocelesti. In caso di sesto squillo, allora potremo effettivamente dire che la Juventus è competitiva.
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Allegri: "Fascia da capitano, ecco come cambiano le gerarchie"

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