Serie A, la griglia di Beccantini: Milano in testa, Roma sorpresa, Juventus cantiere
Aggiornato 12/08/2022 alle 14:35 GMT+2
SERIE A - Roberto Beccantini ha provato a stilare la griglia di partenza della Serie A ormai alle porte: davanti a tutte Inter e Milan, Juventus più arretrata. Qui tutto "lo schieramento" al completo fino ai posti finali dove si giocherà anche la lotta salvezza tra neopromosse e non, occhio al Monza...
Con il Mondiale di mezzo, il campionato che comincia sabato e il mercato che chiude il 1° settembre, dopo quattro turni, è difficile quotare le società in "borsa" (traduzione: rischiare una griglia) già oggi, venerdì 12 agosto. Ci provo.
1. Inter
2. Milan
Attorno a Ibra, totem della tribù, Pioli ha tracciato il solco. La meglio gioventù. Buon ultimo, De Ketelaere. Le idee hanno acceso lo scudetto, ma la conferma tocca a "loro", a Maignan e Leao, a Kalulu e Tonali. Il pericolo è il ruttino da abbuffata; il jolly, il recupero di Kjaer; l’incognita, Origi.
3. Roma
E’ qui la festa: Matic, poi Dybala, quindi Wijnaldum. In attesa di Belotti. Con Zaniolo negato al Tottenham: cessioni zero, per ora. Il calcio estivo non conta, contano il carisma di Mou, gli acquisti e le mosse-scosse della famiglia Friedkin. La Conference League è il cameriere che ha stappato la bottiglia. E se fosse champagne? A meno che l’Omarino e c. esplodano in mano e non sul bersaglio.
4. Juventus
Gente che va gente che viene: un grand hotel ostaggio del menisco di Pogba, del ginocchio di Chiesa, dei dribbling di Di Maria, Tutto il resto, mancia: compreso Kostic. I nodi si conoscono (i terzini, la regia, il vice Vlahovic), gli snodi non ancora. Agnelli, Allegri, i giocatori: nessun alibi, nessun dorma.
5. Napoli
Via Koulibaly, Fabian Ruiz, Insigne e Mertens. Dentro Kim, Olivera e Kvaratskhelia. Aspettando Simeone e Raspadori. Rimane competitiva, la rosa, anche se, sulla carta, un po’ meno. Spalletti è abituato a sopire e forgiare. De Laurentiis non è un mecenate alla Moratti, ma Napoli e Bari (da pattugliare) non sono pesi piuma.
6. Lazio
Un mercato a misura di Sarri (e non più di Tare). Lotito parla con i segni, non con i sogni. Lunga vita al 4-3-3, con robusti interventi in porta, in difesa e in regia. Immobile garantisce il solito "ventello"; e se Milinkovic-Savic non si distrae, guai a voi anime prave. Una sola mina vagante: Luis Alberto.
7. Fiorentina
E’ la squadra che, la scorsa stagione, si migliorò di più: 22 punti. Dalla zona salvezza al settimo posto. E, da gennaio, senza Vlahovic. Italiano è un precettore estremo e un po’ estremista, ma il suo calcio cattura. Se Dodo assicura spinta, i gol di Jovic fisseranno i nuovi confini.
8. Atalanta
Lavori in corso. Sarà la settima, per Gasp. Ha creato un marchio, uno stile. La ventunesima della Premier. Quando si cambia spesso, però, non sempre ci si azzecca. Ederson, okay, ma il Papu e Ilicic erano fantasia, non geometria. La mano del mister, allora. Sì: a patto che Zapata ritorni tritolo.
9. Sassuolo
Il "dieci" a Berardi sa di incoronazione. Non sono mai scherzi di Carnevali, le dritte societarie. Scamacca al West Ham, Raspadori verso Napoli: bye bye al tridente in doppia cifra. Il Dionisi-bis si è cautelato con il tremendismo di Pinamonti, mentre l’uruguagio Alvarez rientra nelle sfide «sostenibili».
10. Monza
Chiamarla neopromossa fa senso. La ditta Berlusconi & Galliani ha realizzato una "campagna" da Milan dei tempi d’oro. Da Cragno a Petagna, passando per Pessina e Sensi. Resta, ambiguo, il confine tra album di figurine e gruppo coeso: a Stroppa il compito di tirarne fuori una classifica "di sinistra" (come posizione).
11. Torino
Juric è un piromane, non un pompiere. Per questo piace alla piazza: il braccino corto di Cairo castra i voli. Bremer (alla Gobba, poi), Mandragora, Pobega, Brekalo e addirittura Belotti sono ferite sanguinose. Ma "dondolo" Radonjic, Lazaro e Miranchuk hanno il dribbling facile. Basteranno? Punto su Pellegri.
12. Udinese
Sottil al posto di Cioffi è già una mezza riffa, ma andiamo avanti. La velocità di crociera, con il pieno ripristino di Beto, coinvolge Deulofeu: che non si muova o emigri, sposta parecchio. Molina all’Atletico è sacrificio non lieve. In Friuli, però, ci sono abituati e hanno periscopi sensibili.
13. Bologna
Mihajlovic in panca è un inno alla tenacia. Hanno tolto il disturbo Hickey, Theate e Svanberg; sono arrivati Cambiaso, Lykogiannis e Ferguson, una scommessa. Tutto ruota attorno ad Arnautovic, capolinea e capoclasse: va, resta? Nella speranza che Barrow esploda e Soriano torni il leaderino che fu.
14. Sampdoria
Il cambio di proprietà, sullo sfondo, lega uomini e strategie. Giampaolo invoca rinforzi, dopo che persino Candreva è sceso dal progetto, destinazione Salerno. Djuricic "pareggia" Damsgaard; e dalla Roma, ecco Villar. Dalla cintola in su urge un piano Marshall d’altro (e alto) profilo.
15. Verona
Da Tudor a Cioffi, senza più Caprari, il Cholito (probabilmente), Cancellieri - in pratica, un tridente intero - e i rostri del ruvido Casale. Il popolo è inquieto. A naso, sembra decisamente un’Hellas più spuntata: come ribadito dal 4-1 del Bari in coppa. Ci si aggrappa alle stampelle di Tameze e Barak.
16. Empoli
Il presidente Corsi ci sa fare, ma l’esonero di Andreazzoli non l’ho proprio capito. Auguri a Zanetti. Ceduti il timone (Asllani) e il pugnale (Pinamonti), continuirà a essere il cuore della manovra a indicare la rotta. Con Destro e Satriano coppia d’attacco: l’uno, in cerca di riscatto; l’altro, di luce.
17. Lecce
Corvino ci cova, naturalmente. Dalla B alla A, tanto per ribadire l’eccellenza del suo artigianato. Baroni non si discute, squadra che vince invece sì: stravolta e rivoltata come un guanto, a caccia di equilibri che il salto di categoria non sempre puntella. Frabotta, Di Francesco, Askildsen: "chiedi alla polvere" (dal romanzo di John Fante).
18. Salernitana
Difficile valutare il peso di un miracolo, come fu la salvezza, e della «solita» rivoluzione che sta emergendo dal mercato. La dorsale Sepe-Fazio-Bonazzoli costituisce il ponte fra passato e futuro. Nel menu di Nicola, il mestiere di Candreva affianca la scienza di Ribéry. Con una spruzzata di Botheim.
19. Spezia
Italiano e Thiago Motta lo hanno salvato con il gioco. Gotti, tecnico-gentiluomo, non ne tradirà lo spirito, al di là della staffetta Provedel-Dragowski e dell’innesto di Ekdal. Le ambizioni sono prigioniere delle lune di Nzola, senza dimenticare la curiosità che un Maldini non può non suscitare.
20. Cremonese
Alvini per il dopo Pecchia, e questa è la prima nuvola. Segue, a ruota, l’esigenza di far fronte a una promozione che, siamo sinceri, ha spiazzato il loggione. Se Radu è la lotteria, Chiriches, Ghiglione e Okereke sono i biglietti. In più, Zanimacchia: classe ‘98, con Fagioli tra gli artefici del balzo.
===
Per commentare o fare domande potete inviare una e-mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il suo blog, www.beckisback.it.
===
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Scaricala
Scannerizzala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità