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Ufficiale, Stefano Pioli e il Milan si separano: "Grazie di tutto, mister". Il comunicato del club

Davide Bighiani

Aggiornato 24/05/2024 alle 10:26 GMT+2

CALCIO - Stefano Pioli non è più l'allenatore del Milan. Un comunicato e un addio sui sociale ufficializzano la notizia ormai nota da tempo: "Il Milan ringrazia con affetto Stefano Pioli, e tutto il suo staff, per aver guidato la Prima Squadra in questi 5 anni, ottenendo uno Scudetto che resterà indimenticabile e per aver riportato il Milan stabilmente nelle più importanti competizioni europee"

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Stefano Pioli e il Milan si dicono addio. La decisione di terminare anzitempo il contratto del tecnico emiliano è stata comunicata nella giornata di giovedì, ora arriva anche l'ufficialità da parte del club: nel 2024-25 non ci sarà più Stefano Pioli sulla panchina rossonera. Finisce dunque una storia durata quasi cinque anni: lascia dopo aver vinto la Serie A 2021-2022 con il Milan; in archivio anche una finale di Supercoppa persa contro l'Inter (2022) e le semifinali di Champions League, perse ancora contro i nerazzurri (2023). Ecco il comunicato con cui la società rossonera saluta il suo ormai ex condottiero.

Il comunicato

"AC Milan e Stefano Pioli comunicano che nella prossima stagione non proseguiranno insieme, intendendo interrompere il rapporto professionale che li lega da ottobre 2019. Il Milan ringrazia con affetto Stefano Pioli, e tutto il suo staff, per aver guidato la Prima Squadra in questi cinque anni, ottenendo uno Scudetto che resterà indimenticabile e per aver riportato il Milan stabilmente nelle più importanti competizioni europee. Stefano con la sua professionalità e la sua umanità ha saputo valorizzare la rosa e ha incarnato fin dal primo giorno i valori fondamentali del Club. Stefano Pioli ringrazia il Milan per l'opportunità di far parte della Storia di questo glorioso Club e esprime profonda gratitudine nei confronti di proprietà, dirigenti, squadra, staff e tutto il personale di Milanello e di Casa Milan per il supporto e la grande professionalità. Il tecnico rivolge un pensiero speciale ai tanti tifosi che hanno sostenuto il Milan in questi anni, dimostrando un attaccamento incondizionato".

I 5 anni di Pioli al Milan: dal ritorno in Champions allo scudetto, ECCO COME è andata

Stefano Pioli era sulla panchina del Milan dal 9 ottobre 2019: ormai quasi cinque anni fa, l'allenatore originario di Parma prendeva il posto di Marco Giampaolo esordendo con un 2-2 in casa contro il Lecce; la prima vittoria arriverà invece con la SPAL. La prima parte di stagione è un po' complicato, il Milan fatica a ingranare ma grazie all'arrivo di due giocatori esperti come Zlatan Ibrahimovic e Simon Kjaer nel calciomercato invernale, Pioli riesce a dare un senso alla seconda parte dell'annata: il primo anno quasi completo sulla panchina del Diavolo si chiude con un sesto posto e con la qualificazione all'Europa League, mentre in Coppa Italia i rossoneri sono eliminati in semifinale.
La stagione 2020-21, sui cui si scatena la tempesta del COVID, vede un Milan in grande crescita: il 4-2-3-1 impostato da Pioli dà i suoi frutti. Il Milan è compatto e quando attacca si scatena, soprattutto quando gioca fuori casa. A fine stagione saranno ben 16 le vittorie esterne dei rossoneri, un record in Serie A (meglio dell'Inter 2006/07 che ne mise insieme 15), con 43 gol segnati e 17 subiti, sempre lontano da San Siro. Un Milan ancora acerbo a livello di rosa - con 24 anni e 315 giorni di età media è la squadra più giovane della Serie A - ma in grado di raggiungere il secondo posto e una Champions League che mancava da ben sette stagioni.
Pioli viene naturalmente confermato in panchina dal Milan anche per la stagione successiva: gli viene anche adeguato a 3 milioni netti. Il 2021-22 è l'anno della definitiva consacrazione: 86 punti bastano per alzare un trofeo fortemente voluto e strappato dalle mani dei cugini dell'Inter, a cui è fatale la seconda parte della stagione. 10 vittorie e 2 pareggi nelle prime 12 giornate, poi tra novembre e dicembre il Milan va in difficoltà: tre vittorie, tre sconfitte e un pareggio. La sosta però rilancia i rossoneri, che perdono tre giocatori per COVID (Calabria, Tomori e Romagnoli) ma guadagna sicurezza: una sola sconfitta, San Siro contro lo Spezia, poi un cammino inesorabile verso lo scudetto, sublimato dallo 0-3 con il Sassuolo. 44 punti nel solo girone di ritorno, con 9 soli gol subiti: il Milan alza lo scudetto al ritmo di "Pioli is on fire".
L'anno successivo il doppio impegno - campionato e Champions - si fa sentire: il cambio di società (il Milan passa a Red Bird) non sembra influire particolarmente sul rendimento della squadra rossonera, che tiene un ottimo ritmo in campionato soprattutto nelle partite casalinghe (chiuderà con 43 punti a San Siro, meglio solo il Napoli), ma non riesce a tenere il ritmo dei partenopei, dominanti per tutta la stagione. In campionato arriva comunque il quarto posto (dopo la penalizzazione della Juventus) e il posto Champions. La stagione europea toglie parecchie soddisfazioni: dopo aver passato la fase a gironi e aver eliminato il Tottenham agli ottavi, i rossoneri superando di slancio anche il Napoli di Spalletti (1-0 e 1-1) ma si deve arrendere all'Inter in semifinale (0-2 e 0-1). Proprio le sconfitte nel Derby diventeranno un triste refrain, che risulterà decisivo per il futuro di Pioli al Milan.
Gli addii di Paolo Maldini e Frederic Massara non toccano Pioli, che disputa la quinta stagione da allenatore del Milan: l'arrivo di Pulisic consente all'allenatore di sfruttare anche la fascia destra oltre alla solita catena di sinistra Hernandez-Leao, gli arrivi di Loftus-Cheek e Reijnders offrono più fisicità e gamba in mezzo al campo. Il Milan però non fa strada in Champions: i troppi pareggi nelle prime partite vanificano infatti la bella vittoria casalinga con il PSG e gli ottavi rimangono un miraggio. Anche il resto della stagione europea non regala sorrisi: ne è un esempio l'eliminazione in Europa League dopo il doppio scontro con la Roma. Queste sconfitte e le continue débacle nei Derby contro l'Inter remano contro Pioli: nonostante la conquista con largo anticipo del secondo posto dietro l'Inter, tifosi e media non sono più dalla parte del tecnico emiliano, che a fine stagione non può che separarsi dai rossoneri.
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Pioli: "Eliminazione Champions? Conoscevamo la difficoltà del girone"


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