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Beppe Marotta a 360°: "Alla Juventus il mio culmine da dirigente. Su San Siro non era immaginabile una ristrutturazione, necessario l'abbattimento"
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Pubblicato 14/11/2025 alle 15:02 GMT+1
CALCIO, SERIE A - Un Beppe Marotta a 360°, quello ospite alla RCS Academy: tra la scelta di Cristian Chivu quale nuovo allenatore nerazzurro, il necessario futuro di San Siro e la sua carriera di lungo corso da grande dirigente. Il presidente dell'Inter ha spaziato su diversi temi parlando agli studenti del master in Management dello Sport. Ecco allora le sue dichiarazioni più salienti.
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"Il mio culmine personale l’ho raggiunto alla Juve: avevo quasi 60 anni e una padronanza massima delle mie capacità professionali". Parola di Beppe Marotta, stando a quanto dichiarato dall'attuale presidente dell'Inter agli studenti del master in Management dello Sport alla Rcs Academy. L'esperto dirigente nerazzurro ha spaziato su tantissimi temi diversi, soffermandosi anzitutto sulla scelta di Cristian Chivu per il post-Inzaghi. Ecco allora le dichiarazioni più salienti di Marotta.
Sulla scelta di Chivu
"Io mi meraviglio che le persone si siano sorprese della bravura di Cristian. L’abbiamo scelto perché rappresenta valori importanti, c’è stato il coraggio di andare controcorrente anche a livello mediatico. Qualcuno addirittura evocava Mourinho, che con tutto il rispetto... Se non avessi avuto coraggio mi sarei pentito".
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Un calcio necessariamente sostenibile
"Lo sport oggi senza sostenibilità non avrebbe senso di esistere, il modello del mecenatismo non esiste più. Poi le società sono diventate Srl, con concetti giuridici diversi. Codice penale, civile e di giustizia sportiva a cui rendere conto. Prima l’obiettivo era il traguardo sportivo costasse quel che costasse, oggi la sostenibilità porta a rispettare prima gli equilibri finanziari. Il concetto di passione però resta. Anche quello relativo alla cultura del lavoro, che mi ha portato a imparare tutto quello che so. C’è però tanta ignoranza, alcuni direttori sportivi fanno confusione persino sul concetto di ammortamento...".
La riflessione sul futuro di San Siro
"Per i vecchi romantici, pensare all’abbattimento di San Siro porta amarezza e nostalgia. È stato un contenitore di enormi emozioni. Ma così non si tiene conto dell’innovazione, che passa anche dal concetto di modernità. Non era immaginabile una ristrutturazione, e così si è arrivati all’abbattimento. Bisogna farlo per forza. Lo stadio nuovo porta benefici diretti e indiretti, non avere più una cattedrale nel deserto ma un punto di riferimento anche in settimana, dare vita ad attività sociali. Noi oggi siamo fanalini di coda. Incassiamo 80 milioni l’anno dai matchday, l’obiettivo del Real Madrid è superare mezzo miliardo...".
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