Juventus-Inter, Chivu: "L'Inter ha i 25 migliori giocatori in circolazione: non sono qui per stravolgere ma per aggiungere. Calhanoglu è motivato"
CALCIO - Tutto pronto per Juventus-Inter, partita di cartello della 3a giornata di Serie A: ecco le sensazioni del mister nerazzurro Cristian Chivu alla vigilia del match. L'allenatore dell'Inter bada molto ai particolari nel trattare temi legati alla formazione titolare e quando parla dei singoli.
Juventus-Inter, statistiche e curiosità del big-match della 3a giornata
Video credit: Eurosport
Cosa ha studiato Cristian Chivu per tendere una trappola alla Juventus in occasione del Derby d'Italia, in programma sabato alle ore 18.00? I giornalisti hanno provato a chiederglielo in conferenza stampa alla vigilia del match, ed ecco le risposte dell'allenatore rumeno dell'Inter.
"La squadra ha lavorato bene, qualcuno è stato in Nazionale che dà sempre qualcosa dal punto di vista mentale. Oggi è il primo giorno col gruppo al completo: abbiamo lavorato mano a mano con chi tornava, ma stanno tutti bene e sono pronti a giocare questa partita"
Non carichiamo troppo
"Siamo ancora alla 3^ giornata, prima o poi si affrontano partite come questa. Non bisogna caricarla più di tanto: entrambe le squadre conoscono l'importanza di Juve-Inter. Serve l'energia e la mentalità giusta per capire i momenti della partita"
Nessuno stravolgimento
"Non avevo parlato di difettucci, ma di certezze che questa squadra sa fare. Devo essere coerente e avere l'intelligenza giusta nel capire cosa può fare questa squadra senza perdere le certezze. Non sono qua per stravolgere tutto, non è possibile. E l'Inter è da anni ai vertici in Italia e in Europa. Devo solo aggiungere qualcosina affinché il gruppo ritrovi fiduci e passione"
Akanji giocatore importante
"Non credo sia importante come sia arrivato, ma che sia stato fatto. Manuel è un giocatore importante: doveva già venire all'Inter prima di andare al City. Ha valore e spessore internazionale. Sono contento dei giocatori che ho a disposizione"
Non guardare al passato
"Siamo consapevoli della natura di una stagione. Le partite puoi vincerle o perderle, ma il campionato è una maratona con 38 giornate. E non guardo mai al passato, perché si migliora col domani. Siamo consapevoli dell'importanza della partita con la Juve, ma questo non cambia il nostro valore nell'arco della stagione. E bisogna accettare quando le cose non girano, sciacquarsi la faccia e rimboccarsi le maniche perché c'è solo una via per uscirne: imparare dalle sconfitte e andare avanti con coraggio e mentalità. Solo così si capisce l'importanza di una squadra che insegue obiettivi"
tattica conservativa?
"Noi abbiamo un'identità, poi ci sono i momenti della partita da capire. E bisogna trovare soluzioni per reggere l'impatto di ciò che può accadere. Noi andiamo per fare la partita e cercare di essere dominanti mettendo in difficoltà l'avversario. Solo così si ottengono risultati"
Sulla Juve
"Se non guardo il passato non dovrei fare paragoni... Si parla di realtà e gruppi diversi tra Parma e Inter, ma anche Tudor era appena arrivato alla Juve. E poi aveva raggiunto l'obiettivo della qualificazione in Champions. Oggi la sua Juventus ha un'identità e ha fatto un mercato buono per quello che sono le idee dell'allenatore. E poi è tornato Bremer. Non dovremo avere pressioni extra che possono condizionare lucidità e prestazione. Mi affido a ciò che sappiamo fare e all'orgoglio dei miei giocatori"
vigilia
"Io la vivo serenamente perché non mi piace sprecare energie. Lo facevo anche da giocatore con la giusta preparazione mentale e fisica. Se iniziassi a vedere fantasmi fuori dalla realtà, farei dei danni. I miei compagni avevano fiducia in me: sono cose fondamentali che cerco di trasmettere anche ai miei giocatori".
Calhanoglu
"Quello che ho visto nelle ultime 4 settimane, nel suo caso, ho visto un ragazzo sempre motivato nonostante fosse stato fermo oltre 2 mesi. E non ha avuto un'estate abbastanza serena. Ha scelto di rimanere qua ed è pronto a darci una mano"
I miei giocatori sono i migliori e sono felicissimo di lavorare con loro. Ho anche dei giovanissimi che portano energia e alzano il livello dell'allenamento e della squadra"
Bisseck
"La gestione del gruppo è la cosa più difficile per un allenatore, perché devi tenere tutti motivati. C'è bisogna di energia e di gestione individuale della formazione. Penso sia molto facile criticare come accaduto nel caso di Bisseck: se al primo errore gli si tirano sassi, non riuscirai mai a dargli l'autostima di cui ha bisogno in carriera. Ricordiamoci che è giovane e gli errori li commetterà anche in futuro. Noi abbiamo bisogno di lui, ci aspettano tante partite e anche lui era stato fermo per infortunio come Calhanoglu"
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