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Milan, senti Theo: "Dette bugie su di me, non volevo lasciare. Leao? Non lo vedo bene come punta"
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Aggiornato 20/12/2025 alle 09:29 GMT+1
SERIE A - Il difensore francese sull'addio al Milan: "Quando sono arrivato c’erano Massara, Boban e Maldini, il mio idolo. Ibra è un top, ma dopo Paolo è cambiato tutto in peggio. Avrei meritato un trattamento migliore. Non me l’aspettavo. Alcuni compagni mi spingevano a restare, ma quando un dirigente ti chiama e ti dice "se resti qui ti mettiamo fuori rosa" io che cosa posso fare? Cerco altro"
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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex terzino del Milan Theo Hernandez è tornato per la prima volta a parlare del suo doloroso addio al club rossonero, avvenuto in estate dopo 6 anni di trionfi ma anche difficoltà. Ora milita in Arabia Saudita nell'Al-Hilal di Simone Inzaghi. Ecco i passaggi principali:
"Inzaghi mi ha detto: 'Andiamo a vincere insieme?'. So che all’Inter lo chiamavano "demone". In campo una persona, fuori un’altra: un gentleman. Ogni tanto mi ha fatto qualche battuta sul fatto che l’anno scorso gli ho fatto perdere la Supercoppa qui a Riad, ma anche lo staff mi ricorda i derby o i duelli con Dumfries".
Sull'addio al Milan
Quando andai via non riuscii ad abbracciarli tutti come avrei voluto. Mi dispiace che abbiano perso. Ho detto "bravo" a Bartesaghi, che si merita tutto, e abbracciato Modric, con cui ho giocato a Madrid. Un genio: è di un altro livello". Ho visto Allegri, Tare e Ibra. Furlani non si è fatto vedere. Non sarei mai andato via. Mai. La mia priorità era restare".
Quando sono arrivato c’erano Massara, Boban e Maldini, il mio idolo. Ibra è un top, ma dopo Paolo è cambiato tutto in peggio. Avrei meritato un trattamento migliore. Non me l’aspettavo. Alcuni compagni mi spingevano a restare, ma quando un dirigente ti chiama e ti dice "se resti qui ti mettiamo fuori rosa" io che cosa posso fare? Cerco altro".
Sulla trattativa col Como
Il mio agente non me ne ha mai parlato. Dicevano che avessi chiesto cifre esorbitanti per il rinnovo, che spingessi per la cessione...tutto falso".
Sul rapporto con Maldini
"Il giorno in cui mi ha chiamato per incontrarci è stato il più bello della mia vita sportiva. Mi raggiunse a Ibiza e parlammo di fronte a un’aranciata. Non volevo crederci. Se sono diventato ciò che sono, e anche il difensore del Milan con più gol, è grazie a lui. Tuttora siamo sempre in contatto. La sua maglia con dedica mi emoziona: "Theo, il mio degno erede". Il suo addio? Mi sono sentito spaesato. L’anno scorso io e Calabria ci presentammo a Milanello con la maglia di Paolo, a qualcuno non andò bene. Hanno strappato una bandiera per nulla. A parte Ibra, la mancanza di milanismo si sente".
Su Leao e Maignan
"È fortissimo, ma ogni tanto ha la testa non si sa dove. In quegli anni io e lui, lì sulla sinistra, abbiamo fatto male a tutti, infatti non lo vedo bene come punta. Rinnovo Maignan? Ha una situazione simile alla mia, e non è finita bene".
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