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Il presidente Vigorito tuona: "Il mio Benevento non può andare in A? Lascio la squadra"

Luca Stamerra

Aggiornato 11/03/2020 alle 22:50 GMT+1

Il patron del club campano non vuole sentire nemmeno per scherzo dell'eventualità che il campionato possa concludersi senza un vincitore. Quando sarà passata l'emergenza coronavirus, spera che il suo club abbia tutte le possibilità esistenti per raggiungere la promozione in Serie A.

Oreste Vigorito, FIlippo Inzaghi - Benevento-Perugia - Serie B 2019/2020 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Il patron del Benevento, Oreste Vigorito, non ci sta. Con la sospensione dei campionati, il Decreto vigente indica come data di ritorno alle 'normali attività' il 4 aprile, ma questo dovesse rientrare l'emergenza coronavirus. Dovesse continuare, invece, potrebbero non esserci i tempi tecnici per concludere i campionati.
Una delle ipotesi fatte dalle FIGC è quella di cristallizzare i campionati, evitando retrocessioni dalla Serie A alla Serie B e, viceversa, evitando promozioni dalla cadatteria alla prima serie. Un danno epocale per il Benevento che, ormai, dall'inizio della stagione sta facendo campionato a sé, con ben 20 punti di vantaggio sulla seconda.
La Lega B vuole terminare questo campionato. Non è normale dopo 28 partite, annullare i sacrifici economici, finanziari di una tifoseria, di una società, di una città. Nell'ipotesi in cui dovessero negare al Benevento di salire in Serie A, io cercherò di capire se tutto viene fatto in nome di un sacrificio generale. Se invece vengono premiate istanze di natura soggettiva per club che hanno maggiore rilevanza nazionale, il Benevento dovrà cercarsi un altro patron. [Oreste Vigorito a Radio Punto Nuovo]

La salute è la priorità, ma dopo che succede?

La questione prioritaria è la salute dei cittadini, ciò che mi vede critico sono le soluzioni che ci saranno quando tornerà la normalità. È giusto che i giocatori abbiano la stessa tutela sanitaria di tutti, il problema è capire cosa si farà quando tutto sarà stabilizzato. Mi sembra evidente che qualcuno parla di non proseguire il campionato, far fare playoff e playout, cristallizzare il campionato, tutte proposte fatte da chi ne ha interessi nel farlo

Occorre fare, subito, due piani d'azione

C'è bisogno di stilare due programmi uno in caso di non risoluzione del problema e uno in caso di ritorno alla normalità. Il riferimento al baratro è a tutta l'economia. Contratti, sponsor, televisioni. Sono certo che la FIGC ci stia già pensando, ma noi abbiamo tanti dubbi e incertezze e le voci sempre più assordanti. Noi italiani abbiamo un problema serio, pensiamo sempre a ciò che devono fare altri, io penso sempre a ciò che posso fare io. Noi come sistema calcio dobbiamo pensare a cosa potrà fare il calcio domani, non guardare al Ministero alla Salute

Anche il Presidente del Frosinone, Stirpe, è dello stesso avviso

Se non si potessero disputare i playoff e noi da terzi non andiamo in Serie A, io mi ritiro dal campionato. Penso che dobbiamo aspettare gli eventi, dobbiamo aspettare cosa deciderà il Governo tra fine marzo e inizio aprile. Bisognerà vedere se potranno esistere le condizioni per riprendere il campionato almeno a porte chiuse. Anche se questo sarebbe una mortificazione per il calcio, per almeno tre motivi. I tifosi non lo meritano, non è uno strumento idoneo per proteggere i tesserati e viene sottratto personale sanitario che può servire altrove. Entro il 30 giugno ci può essere la disponibilità per la finale playoff. Fino a quel momento Lega e Federazione devono fare di tutto per non limitare le possibilità che esistono. Se questo non fosse possibile, ritengo che le ultime 3 di Serie A debbano retrocedere e le 3 di Serie B salire. [Maurizio Stirpe a Radio Marte]
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