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La Supercoppa fra Juventus e Lazio va ben oltre la rivincita

Roberto Beccantini

Aggiornato 20/12/2019 alle 09:05 GMT+1

La formazione della Lazio è chiara per tutti, meno quella della Juventus, che si presta a molteplici dubbi. Qul è il vostro pronostico per la sfida?

Focus Supercoppa

Credit Foto Eurosport

La Supercoppa nacque al ristorante Dongiò di Milano. Erano gli anni Ottanta, Paolo Mantovani aveva radunato a cena un manipolo di giornalisti amici suoi e della sua Sampdoria. Fra questi, Franchino Rossi, il nostro Oscar Wilde, ed Enzo D’Orsi, colonna, allora, del «Corriere dello Sport-Stadio». La scintilla si deve proprio a lui:
Perché, presidente, non facciamo anche noi come gli inglesi, una partita secca fra la vincitrice dello scudetto e la detentrice della Coppa Italia?». Mantovani gradì e portò l’idea in Lega che, a sua volta, la portò in campo.
Morale: da Milan-Sampdoria 3-1 del 14 giugno 1989 a Juventus-Lazio di domenica a Riad (ore 17,45). Sono al quinto atto, i duellanti «arabi», fermi sul due pari. Nell’ordine: 1-2, 4-0, 2-0, 2-3 (all’Olimpico, gol di Alessandro Murgia). Madama ha giocato mercoledì a Marassi, superando una Sampdoria incerottata e, per un tempo, prigioniera. La Lazio vi arriva dal rocambolesco lunedì di Cagliari: stava perdendo e sembrava persa, salvo ribaltare il destino per la coda.
Sono così otto, le vittorie consecutive, compresa quella nello snodo del 7 dicembre, 3-1 in rimonta. Uscito Rodrigo Bentancur, si spense mezzo lampadario, ed espulso Juan Cuadrado si fulminarono anche le lampadine residue, mentre Luis Alberto e Sergej Milinkovic-Savic, fin lì né carne né pesce, si accesero come luminarie di Natale, galvanizzando Ciro Immobile e Joaquin Correa. Gli 11 assist di Luis Alberto costituiscono il record europeo in materia. Bravo, Simone Inzaghi, a ricavare il massimo dall’impiego contemporaneo dei suoi tenori. Senza trascurare le reti preziose che Felipe Caicedo continua a estrarre dalla riffa dei recuperi.
La formazione della Lazio è, oggi, un libro stampato. Non altrettanto quella della Juventus. Tanto per cominciare: tridente sì o tridente no?
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Leonardo Bonucci e Ciro Immobile - Lazio-Juventus Serie A 2019-20

Credit Foto Getty Images

Con l’Udinese nessuna rogna, ma a già a Genova, per evitare le fisiologiche turbolenze, sono stati licenziati prima Gonzalo Higuain e poi Paulo Dybala. Cristiano, no: «questo» Cristiano, almeno. Per età e logorio non è più il cannibale di Madrid, ma rimane un implacabile cacciatore di episodi. Il gol di testa a Marassi ha ricordato, per stacco imperiale e permanenza in aria, «un numero da Nba» (Claudio Ranieri dixit). Apriti cielo. Di pregevole fattura pure il sinistro liftato di Dybala.
I problemi, a Maurizio Sarri, li hanno risolti le giocate, non il gioco. Problemi che sono i soliti: distrazioni assortite (da Merih Demiral ad Alex Sandro) e un possesso palla non sempre incisivo come le esigenze imporrebbero. In attesa che Aaron Ramsey e Douglas Costa diano segni di vita, immagino che il tecnico scelga il «bidente», Cristiano e Dybala o Higuain, più Bentancur ad arieggiare il centrocampo. La Lazio l’aspetterà al varco, raccolta attorno alla fionda di Luis Alberto.
Prevedo un’altra sfida mossa, divertente, a carte scoperte, in bilico fra la volontà di riprendersi il territorio e l’intenzione di entrarvi ancor più massicciamente, ora che di scudetto si parla, finalmente, al plurale. Il mio pronostico: Juventus-Lazio 2-1.
Il vostro? E le vostre sensazioni?
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Sarri: "Sui gol di Ronaldo e Dybala ho pensato c***o! Higuain arrabbiato? Non mi interessa"

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