Le 5 verità che ci ha lasciato Juventus-Napoli: Cuadrado fondamentale, azzurri molli
Aggiornato 21/01/2021 alle 11:09 GMT+1
SUPERCOPPA ITALIANA - La squadra bianconera ha avuto la meglio su quella azzurra. Determinante il rientro di Cuadrado, solido il centrocampo a tre. Insigne ha tradito ancora una volta il Napoli, a cui sembra sempre mancare la personalitá per imporsi in queste grandi sfide. Entrambe devono concentrarsi subito sul campionato.
Juventus-Napoli, finale di Supercoppa Italiana disputata al Mapei Stadium di Reggio Emilia, si è conclusa con il punteggio di 2-0. Decisiva la rete di Cristiano Ronaldo nella ripresa, chiude Morata nel recupero. Primo trofeo per Andrea Pirlo da allenatore, sconfitta la squadra di Gennaro Gattuso. Vediamo insieme i cinque spunti che ci ha offerto la finalissima tra bianconeri e azzurri.
1) Cuadrado uomo chiave di questa Juventus
Fuori 15 giorni per il Covid, rientrato in fretta e furia oggi stesso, dopo due tamponi negativi, ma subito determinante. Juan Cuadrado in versione uomo bionico. Il colombiano non ha accusato il periodo di inattività, ma al contrario è tornato ad essere il vero regista di questa Juventus. L'uomo in più a destra, che ha disinnescato Insigne e ha spinto e creato per tutto il match. La sua fuga al 95' in contropiede ha preparato il 2-0 di Morata. Ennesimo assist stagionale per lui, elemento chiave per Pirlo e per il suo progetto tattico.
2) Juventus più solida, meglio con i tre centrocampisti
Arthur e Bentancur in mezzo, McKennie largo a destra, ma bravo ad accentrarsi di continuo, nei raddoppi in fase difensiva e negli inserimenti in fase offensiva. I tre si amalgamano bene, danno copertura e sembrano rendere la Juventus più solida e compatta. Un atteggiamento, anche mentale, completamente differente rispetto alla sconfitta contro l'Inter. L'americano porta dinamismo, il brasiliano geometrie, Bentancur è più utile in interdizione. Magari l'indicazione più importante della finale di Reggio Emilia è proprio questa: tre centrocampisti fissi e un esterno a sinistra.
3) Insigne, dov'è la personalità?
Terzo rigore (su quattro sbagliati in totale) sprecato contro la Juventus. Anche questo discretamente pesante, visto che il punteggio era sull'1-0 e mancavano poco più di 10 minuti alla fine. Invece Lorenzo Insigne ha mostrato ancora una volta i suoi limiti di personalità, quelli che forse ne hanno sempre limitato una carriera comunque abbastanza brillante. Il capitano del Napoli, in lacrime, è stato un po' il simbolo della finale giocata dagli azzurri. Molli, troppo superficiali, poco concreti. Ci si aspettava un ben altro Napoli.
4) Petagna generoso, ma al Napoli davanti serve altro
Non ce ne voglia Andrea Petagna, che resta un ottimo centravanti, abituato a giocare per la squadra. Ma per come interpreta il calcio questo Napoli, sia il rientro di Mertens che quello atteso di Osimhen sembrano essere fondamentali. La squadra campana ha bisogno di una punta mobile, che sappia giocare palla a terra e che non dia punti di riferimento per gli inserimenti degli esterni. Più qualità, insomma. Gattuso ne è sicuramente consapevole.
5) Ora il campionato: alla Juve serve continuità, al Napoli una reazione
La Juventus, con questa vittoria, allontana momentaneamente gli spettri della debacle di San Siro e ora, contro il Bologna, ha bisogno di confermarsi e trovare continuità. Il Napoli, al contrario, deve dimenticare in fretta questa sconfitta e deve rilanciarsi in campionato, pur in un campo difficile come il Bentegodi di Verona. Risultati opposti, ma stessi obiettivi. Per non perdere troppo terreno dalle due milanesi, bianconeri e azzurri hanno necessità di evitare nuovi passi falsi, già dal prossimo weekend.
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