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Tokyo 2020, Calcio, appello di Maya Yoshida agli organizzatori delle Olimpiadi: "Vogliamo giocare davanti al pubblico"

Lorenzo Rigamonti

Pubblicato 18/07/2021 alle 17:40 GMT+2

TOKYO 2020 - Il difensore della Sampdoria, nonchè capitano della Nazionale di calcio nipponica, ha chiesto agli organizzatori dei Giochi di aprire le porte al pubblico. "Ti chiedi per chi sono le Olimpiadi e a cosa servono. Ovviamente gli atleti vogliono giocare davanti ai tifosi"

Maya Yoshida

Credit Foto Getty Images

32 anni, quasi 50 presenze in due stagioni con la maglia blucerchiata. Maya Yoshida non è solo un pilastro difensivo per la Sampdoria, è anche il simbolo di un Giappone impaziente di ripartire. Per la nazionale maggiore nipponica conta 107 presenze, molte delle quali con la fascia di capitano al braccio.
Yoshida ha ben presente il valore sacro delle Olimpiadi: con il Giappone ha preso parte a ben due edizioni (2008 e 2012). Il roccioso centrale ha girato il mondo spinto dall'amore per la sua maglia e il suo popolo: tra Mondiali, Coppe d'Asia e Olimpiadi, le destinazioni, i protagonisti, i formati variavano sempre; ma ciò che Yoshida ha sempre trovato in ciascuna di queste spedizioni è stato il calore del pubblico.

L'appello di Yoshida

Ora che la tanto attesa manifestazione sportiva si è spostata nel suo paese natale, il pubblico non potrà accompagnare la Nazionale ospitante. A poche settimane dalla Cerimonia d'Apertura, Tokyo ha annunciato lo stato d'emergenza: un nuovo picco di contagi ha imposto le porte chiuse.
E come se non bastasse, proprio nelle ultime ore, il virus ha varcato i cancelli del Villaggio Olimpico innescando le prime misure precauzionali. Tuttavia, Yoshida non ci sta: il capitano del Giappone ha invitato gli organizzatori olimpici a riconsiderare la loro decisione di bandire i tifosi dagli eventi.
Il quotidiano Asahi ha citato il giocatore durante una conferenza stampa online:
Penso che queste Olimpiadi sono finanziate dalle tasse della gente. Nonostante ciò, la gente non può assistere alle gare. Quindi ti chiedi a chi servano le Olimpiadi e a cosa servano. Ovviamente gli atleti vogliono giocare davanti ai tifosi.

La sofferenza delle famiglie

Yoshida ha poi aggiunto la difficoltà psicologica dei giocatori, consapevoli della distanza dei propri cari durante l'evento: "Le nostre famiglie si sono sacrificate e hanno sopportato tanto, ci hanno sostenuto quando gareggiavamo in Europa", ha continuato il capitano nipponico. "Non erano solo i giocatori che stavano gareggiando, ma i membri della famiglia, ognuno di loro. Quindi se non possono guardare la partita, beh, per chi e per cosa è quella partita? Questa è la domanda. Spero davvero che possano ripensarci".

Il programma della nazionale giapponese

L'ultima partita di preparazione del Giappone contro la Spagna sabato ha visto un gruppo ridotto di tifosi accedere allo stadio di Kobe. Il pubblico è escluso dalle Olimpiadi, nonostante esistano altri eventi sportivi giapponesi che stanno proseguendo col pubblico sugli spalti.
Le partite di calcio femminile iniziano mercoledì, mentre Yoshida e i suoi compagni di squadra affronteranno il Sudafrica nella loro prima partita giovedì.
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