Calcio, Nations League, le 5 verità di Italia-Belgio: Chiesa illegale, Pellegrini e Locatelli sono più che alternative!
Pubblicato 11/10/2021 alle 08:02 GMT+2
NATIONS LEAGUE - L'abbondanza a centrocampo e la continua conferma del nostro splendido stile di gioco. L'Italia di Mancini stende il Belgio 2-1, sfruttando un Chiesa super e sopperendo alle carenze dei propri centravanti ed alle parate del fuoriclasse Courtois.
Italia-Belgio, finale per il terzo posto della Nations League 2020-2021 andata in scena a San Siro, si è conclusa sul punteggio di 2-1. Decisivi nel conteggio finale la splendida rete siglata da Barella al 46' ed il calcio di rigore trasformato da Berardi al 65'. Inutile, nel finale, il 2-1 di De Ketelaere. Italia che chiude dunque al terzo posto nella competizione, a fronte di una vittoria ed una sconfitta. Di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la partita.
1) Chiesa Federico: professione fuoriclasse
Straripante. L'ala azzurra domina il match e lo infiamma con le sue accelerazioni e le sue sterzate. Ingaggia un duello rusticano con Courtois e lo vince abbinando destro e mancino, strapotere fisico e qualità. Il rigore procurato è ciò che resta negli occhi meno attenti, la capacità di rendersi costantemente pericoloso in tutte i ruoli del tridente offensivo, ciò che invece colpisce chi sa leggere il gioco. Questo ragazzo, ad oggi, è un fuoriclasse, l'arma più affilata dell'attacco manciniano in vista della prossima Coppa del Mondo. Lo Stadium lo esalta, la maglietta azzurra lo galvanizza. Ora palla che torna nei piedi di Massimiliano Allegri, chissà che l'Italia non possa
2) Immobile non basta, urgono alternative
Ciro Immobile fuori dai titolari, sia con la Spagna che con il Belgio. Andrea Belotti infortunato, nemmeno convocato. L'Italia di Mancini ha chiuso la propria Nations League senza le due punte portate all'Europeo e qualcosa, là davanti, è evidentemente mancato. Troppo acerbo Raspadori, "spuntato" Berardeschi da "falso nove". Il cronico "morbo del numero nove" continua a tormentare Mancini, al cui intuito è affidato il compito di risolvere l'ultimo rebus di questa Nazionale. Con Scamacca senza troppi minuti in Campionato e Kean imbrigliato nel turnover bianconero, la strada del "senza centravanti, tutti centravanti", potrebbe davvero essere quella che il ct potrebbe continuare a battere. I nomi? Bernardeschi, Pellegrini, Zaniolo e, ovviamente, il jolly Federico Chiesa. La realtà sotto gli occhi di tutti è, che, nelle prossime due sfide contro l'Irlanda del Nord e la Svizzera fra un mese, Mancini - se sarà al 100% - molto probabilmente tornerà a schierare al centro dell'attacco Immobile, il centravanti più criticato ma decisamente più forte nella attuale pattuglia azzurra.
3) Il gioco paga sempre, anche contro i n°1 del ranking
Trenta minuti a Milano, prima del letale doppio giallo a Bonucci, settanta a Torino. L'Italia di Roberto Mancini non ha smarrito il proprio credo: "vincere, giocando". Il Belgio domenica, nonostante la collezione dei legni della porta di Donnarumma, è stato dominato, a discapito del numero uno del ranking globale rappresentato. L'Italia è forte e non ha paura di dimostrarlo, con nessuno. Costruzione dal basso, scambi di posizione, fraseggio e possesso palla, gli azzurri hanno attaccato e creato la solita enorme mole di occasioni, limitati dai voli dell'irresistibile Courtois e dalle carenze della propria ultima generazione di numeri nove. A prescindere dai risultati, se il gioco messo in mostra continuerà ad esser questo, il futuro non può che essere roseo.
4) Courtois vs Donnarumma: i due portieri più forti al mondo?
Un super gol di Barella ed un rigore di Berardi: gli unici due buchi sulla ragnatela dell'uomo-ragno del Real Thibaut Courtois sono due conclusioni pressochè imparabili. Il resto, statene pur certi, le ha parate tutte, con interventi da paura su Chiesa, Berardi e Raspadori. L'estremo difensore madrileno ha messo in mostra una prestazione monstre, che, come spesso è capitato negli ultimi due anni, ha tenuto il Belgio in partita per 90'. Ad esclusione del mortifero tocco di De Ketelerae, anche Donnarumma non è stato da meno, con due super interventi su Alderweireld. I due (mvp dell'ultimo Europeo e Guanto d'Oro all'ultimo Mondiale), ad oggi, sembrano davvero essere i due interpreti del ruolo più decisivi sul pianeta.
5) Centrocampo: la miniera del talento azzurro
Manuel Locatelli e Lorenzo Pellegrini, fari delle mediane di Juventus e Roma, quest'oggi hanno impressionato, partendo titolari e dominando i pari-ruoli belgi. I due, con il subentrato Cristante e l'ormai lanciato Zaniolo, non sono che apparenti riserve per il gongolante Mancini. Il CT azzurro è consapevole che, per il suo gioco, dominare in mezzo al campo è premessa più che obiettivo. E allora ben venga l'abbondanza, con il centrocampista titolare del PSG degli extra-terrestri Verratti e i due candidati al Pallone d'Oro Jorginho e Barella che non hanno il posto assicurato in azzurro. Ben vengano il talento, i piedi buoni, l'intelligenza tattica e la lettura del gioco. Al ciclo della Spagna di Del Bosque sono valsi il Mondiale dopo l'Europeo del 2008, chissà che la storia non possa ripetersi...
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