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Nations League: nasce l’Italia di Zaniolo? Mancini, la rivoluzione continua

DaOAsport

Pubblicato 03/09/2020 alle 13:21 GMT+2

Dal nostro partner OAsport.it

Zaniolo - Italia-Finlandia - Euro 2020 qualifier - Getty Images

Credit Foto Getty Images

Dove eravamo rimasti? 30 punti nelle qualificazioni agli Europei con 37 gol fatti e 4 subiti. Un rendimento che mai si era avuto, ottenendo contro l’Armenia (18 novembre 2019) il successo più rotondo (9-1) della storia delle qualificazioni continentali (il precedente primato era Italia-Turchia 6-0 del 1962). Una vittoria che va a collocarsi alle spalle del 9-0 delle Olimpiadi del ’48 con gli USA.
Così aveva concluso il proprio percorso la Nazionale di calcio di Roberto Mancini. Il “Mancio” era stato fautore della rivoluzione, dopo che l’Italia doveva rimettere insieme i cocci dell’esperienza “s-Venturata” coincidente con l’esclusione clamorosa dai Mondiali 2018 di calcio. Sembra passato un secolo, come anche sembra passato un secolo da quell’ultimo match contro la selezione armena. La pandemia, purtroppo, ci ha messo lo zampino.
Certo, nei 10 incontri delle citate qualificazioni, l’Italia non ha affrontato rivali di grandissimo spessore, tuttavia la nuova guida tecnica ha dato il via al cambiamento: il desiderio di vincere, proponendo un calcio offensivo. Come fare? Affidarsi alla tecnica del centrocampo. Mancini è ripartito da lì, dando le chiavi della zona nevralgica a Jorginho, Marco Verratti, Nicolò Barella, Stefano Sensi e Luca Pellegrini, con Nicolò Zaniolo nel ruolo di mezzala realizzativa, capace di spaccare le partite con percussioni palla al piede e di andare a segno con un mancino micidiale, come in quella doppietta al “Renzo Barbera” di Palermo (Italia-Armenia).
La selezione del Bel Paese è rifiorita e si riparte per questa nuova esperienza in Nations League contro la Bosnia domani (già affrontata e sconfitta in due circostanze nelle menzionate qualificazioni europee) proprio dal giocatore della Roma e dalla voglia di tanti giovani di mettersi in mostra, come Alessandro Bastoni dell’Inter, Gaetano Castrovilli e Federico Chiesa della Fiorentina. Il riferimento “manciniano” è sempre il saper giocare bene a calcio e puntare su calciatori che danno del tu al pallone.
Questa squadra non ha le individualità strepitose degli anni d’oro, però ci sono calciatori molto interessanti e, per quanto si è visto precedentemente, vi è stato un modo diverso di intendere la partita: vincere e divertirsi. A Firenze, contro i bosniaci, si vorrà dar seguito a questo concetto basilare, sperando che le bocche da fuoco (Ciro Immobile, Andrea Belotti e Lorenzo Insigne per fare delle citazioni) diano conforto.
giandomenico.tiseo@oasport.it
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