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Nations League, Inghilterra-Italia 0-0, 5 verità: bella risposta di Gatti, Pessina dà ragione a Mancini

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Pubblicato 12/06/2022 alle 09:50 GMT+2

NATIONS LEAGUE - Le ottime prove degli esordienti proseguono: anche il futuro juventino viene promosso all'esordio assoluto. Locatelli, Tonali e Pellegrini: piedi buoni per ritrovare il gioco dell'Europeo.

Federico Gatti al cospetto di Jack Grealish, Inghilterra-Italia, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Inghilterra-Italia, match valido per la terza giornata di Nations League, è terminato sul punteggio di 0-0. Gara arbitrata dal polacco Szymon Marciniak.
Qui di seguito le 5 verità che ci ha lasciato la gara del Molineux di Wolverhampton.

1) Bene anche Gatti: gli esordienti rispondono presente

Ormai l'idea di Roberto Mancini si è capita pienamente: attingere dovunque e ovunque, tra Serie A, Serie B e campionati esteri di secondo piano - come quello svizzero - per costruire un serbatoio sempre più ampio di talento potenziale. Federico Gatti è uno degli ultimi due esordienti con la maglia dell'Italia, assieme a Salvatore Esposito. E pure lui se l'è cavata più che bene, nonostante i suoi avversari si chiamassero Abraham e Kane. Da far tremare i polsi. Ma lui no, non ha tremato. Confermando che la Juve pare proprio averci visto giusto, e dando ragione pure alla decisione del commissario tecnico di testarlo in una serata così prestigiosa.
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Federico Gatti, Nazionale Italiana, Getty Images

Credit Foto Getty Images

2) Locatelli, Tonali, Pellegrini: testa e piedi buoni

Che bello veder fraseggiare palla a terra l'Italia. Ancora una volta, anche se solo per un tempo, è sembrato di rivedere gli azzurri sbarazzini ed eleganti degli Europei. Merito principalmente dei piedi buoni del centrocampo: quelli di Sandro Tonali, di Manuel Locatelli e di Lorenzo Pellegrini, anche se quest'ultimo tecnicamente faceva l'esterno d'attacco. Gli ultimi due, in particolare, si sono espressi a tratti ben sopra la media. Da qui può e deve ripartire Mancini per riprendere in mano il discorso parzialmente interrotto a Wembley.

3) Pessina, un calcio a una stagione sottotono

Ogni tanto sembra stonare un po' in attacco, quando compie la scelta sbagliata o quando perde palla. Però Matteo Pessina ha fatto capire perché Mancini gli dia così tanta fiducia, al punto da lasciarlo in campo fino a pochissimi minuti dalla fine: preziosissimo il trequartista dell'Atalanta da un punto di vista tattico, tra recuperi a centrocampo e ripartenze, partecipazione alla manovra e intercetti, costruzione e distruzione. Potrà non piacere a tutti, potrà non rubare l'occhio, ma il Pes ha il diritto di continuare a lottare per la maglia azzurra. Anche dopo una stagione sottotono come è stata quella appena conclusa.
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Pessina contro Trippier, Inghilterra-Italia

Credit Foto Getty Images

4) Di Lorenzo al top: l'asse con Chiesa ci è mancata

D'accordo, non siamo certo usciti contro la Macedonia del Nord perché mancava lui. Ma è altrettanto evidente che avere Giovanni Di Lorenzo al top, e recuperato dall'infortunio che lo ha costretto a perdere quasi interamente il finale di stagione del Napoli, fa la differenza. L'ex empolese è mancato a Spalletti ed è mancato a Mancini, che anche sull'asse con Chiesa aveva costruito i propri piani tattici all'Europeo. Bello rivedere i suoi inserimenti puntuali al Molineux. E per poco, in due occasioni, non ci è scappato il vantaggio.
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Di Lorenzo contro Trippier-Inghilterra-Italia

Credit Foto Getty Images

5) Inghilterra, così è troppo poco

Una traversa nel primo tempo, un timido tentativo di risveglio nel secondo sfruttando l'inevitabile calo fisico dell'Italia. Ma in generale, ancora una volta, l'Inghilterra ha faticato a venire a capo dell'Italia. Anche se la formazione azzurra è lontana parente, nei nomi, di quella che si è seduta sul tetto d'Europa poco meno di un anno fa. Poca fantasia, un potenziale offensivo non completamente sfruttato, poche palle gol create, una scarsa brillantezza. Troppo poco.
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