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Nations League, Roberto Mancini: "Nessuna rivincita con l'Inghilterra. Italia del futuro con giovani, Verratti e..."

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Pubblicato 10/06/2022 alle 20:57 GMT+2

NATIONS LEAGUE - Roberto Mancini tra presente e futuro della nazionale italiana in un'intervista alla Gazzetta dello Sport. Undici mesi dopo si gioca di nuovo Inghilterra-Italia, il ct degli azzurri: "È una partita molto differente, non è una finale e non c'è pubblico".

Mancini: "L'Italia non è ancora squadra ma questi giovani hanno futuro"

Sembra passata un'eternità, invece sono trascorsi soltanto undici mesi. In mezzo, tra un'Inghilterra-Italia e l'altro, la gioia di salire sul tetto d'Europa ma anche il terribile dolore del mancato accesso ai Mondiali in Qatar. Poi di nuovo il Wembley per chiudere una parentesi nera e riaprire un nuovo ciclo dalle ceneri, una sorta di "Mancini-bis". Gli azzurri tornano in Inghilterra con una rinnovata fiducia, capolista nel proprio girone di Nations League dopo il pareggio contro la Germania e il successo sull'Ungheria. Un primo posto da cercare di mantenere nella sfida a porte chiuse di Wolverhampton.
Intervistato alla Gazzetta dello Sport, il ct della nazionale italiana presenta la sfida contro gli inglesi: "Rivincita degli Europei? Per l’Inghilterra potrebbe anche esserlo - afferma Roberto Mancini - ma è una partita molto diversa: questa non è una finale, non c’è pubblico, non è Wembley. Forse anche l’Inghilterra pensa più a sperimentare per il Mondiale che alla Nations League. La rivincita vera ce la giocheremo in futuro". E aggiunge: "Sarà una partita dura, come tutte quelle contro l’Inghilterra. Peccato lo stadio vuoto. Il calcio senza pubblico non è calcio, a maggior ragione in uno stadio inglese".
Molto probabile veder scendere in campo un altro undici sperimentale: "Vedremo come recupereranno i ragazzi che hanno giocato l’ultima partita. Cristante, per esempio, ne ha disputate due di fila. Esposito al suo posto? È bravo, è uno dei pochi nel ruolo, oltre a Locatelli che può fare il centrale".
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L'Italia del futuro

Roberto Mancini ne approfitta per spegnere le polemiche di un cambio generazionale avvenuto in ritardo: "Non c’era tempo, perché abbiamo ripreso a giocare subito dopo l’Europeo. E non c’era logica, perché, a parte Bonucci e Chiellini, non avevo giocatori sopra i 30 anni. Bastava segnare uno dei due rigori sbagliati o uno dei 20 tiri in porta contro la Macedonia a Palermo. Questa è la verità. Ma non è il caso di tornarci sopra".
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Tanto spazio ai giovani ma non solo, il ct azzurro ha in mente di riportare qualche senatore nei prossimi mesi: "Uno come Verratti, che ha 29 anni, può fare ciò che hanno fatto Bonucci e Chiellini per aiutare a crescere i giovani del primo ciclo. Qualche reduce dell’Europeo potrebbe rientrare già in autunno se saremo in corsa per la Nations League, di sicuro torneranno utili per le qualificazioni al prossimo Europeo. I ragazzi che stanno giocando ora, messi insieme a quelli dell’Europeo faranno una bella squadra".
E chissà che non possa tornare Balotelli in Nazionale, chiodo fisso di Mancini: "Voglio veramente tanto bene a Mario. Se avesse fatto quello che sa, sarebbe stato con noi. Forse avrei potuto chiamarlo a novembre per la Svizzera, quando avevamo tanti infortunati". Anche se il commissario tecnico gli chiude le porte al momento: "Nel calcio mai dire mai, ma noi vogliamo costruire qualcosa di importante per il futuro, la squadra per vincere il Mondiale 2026, e devo guardare a giocatori più giovani".
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