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Nations League, Wilfried Gnonto dopo l'esordio con la Germania: "Mi godo il momento. Inter? Ho rischiato, ma..."

Stefano Dolci

Aggiornato 04/06/2022 alle 23:26 GMT+2

NATIONS LEAGUE - L'uomo copertina di Italia-Germania è il classe 2003 in forza allo Zurigo, Wilfried Gnonto che ha impiegato uno scampolo di partita per ripagare la fiducia di Mancini e prendersi gli applausi dei tifosi della Nazionale. "Essere qua è un privilegio. Devo tutto ai miei genitori. A questa età bisogna giocare. Ho preso un grande rischio lasciando l'Inter ma dovevo giocare".

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Come nelle favole, forse anche meglio. Wilfried Gnonto fino a 10 giorni fa era un 18enne di Verbania nato da genitori ivoriani, che aveva scelto di fare armi e bagagli e trasferirsi in Svizzera per fare esperienza e realizzare il suo sogno di sfondare nel calcio che conta. In meno di una settimana grazie alle sue doti, al coraggio e all’intuizione di Roberto Mancini è diventato la nuova speranza in attacco della Giovane Italia, chiamata a riscattare la cocente delusione per la mancata qualificazione per il Mondiale in Qatar. Gettato nella mischia al posto dell’infortunato Politano, Willy ci ha messo pochissimi minuti per lasciare il segno puntando Kehrer e mettendo dalla destra un assist solo da spingere in rete per Lorenzo Pellegrini. L’highlight di una serata infarcita di accelerazioni, sacrificio, rincorse e giocate di personalità. Una serata coronata anche da parole di grande maturità per un ragazzo che sa che questo è solo l’inizio di un viaggio che sarà tutto da scrivere.
E' stata una settimana un po' strana ed emozionante. Il mister mi ha dato un'occasione e penso di averla sfrutta al massimo: Oggi sono qua. ho fatto una buona partita e sono contento. Emozioni? Diciamo che in Nazionale va tutto molto veloce, mi godo il momento e ogni allenamento. Essere qua è un privilegio. Devo tutto ai miei genitori. Da quando sono piccolo fino ad ora hanno fatto tantissimi sacrifici per me e io cerco di ripagarli come posso e spero siano orgogliosi”.

"Mi piaceva il latino e mi chiamavano il latinista del gol. Zurigo? A 18 anni bisogna giocare..."

"Come nasce l’assist? Sapevo che Kehrer era già ammonito, quando ho ricevuto la palla non ho pensato ad altro. Ero deciso di scartarlo e quel pallone lì è la più difficile per un portiere e un difensore. Se sei un attaccante devi fare la differenza e oggi ci sono riuscito. A questa età bisogna giocare. Ho preso un grande rischio. Ero all'Inter, a casa mia, però ad un certo punto bisogna prendere decisione anche difficile. Per fortuna ho avuto i miei genitori e i miei procuratori che mi sono stati molto vicini. Il soprannome il latinista del gol? E’ vero, ho fatto 3-4 anni di classico e mi piaceva il latino. Penso sia una cosa importante”.

"Foto con Messi? Ho atteso un’ora fuori dallo spogliatoio ma..."

Sterling il mio modello? Penso sia un giocatore di livello mondiale. E' molto duttile e determinante nelle sue giocate. E' quello che provo a fare io. Cerco di giocare in tutte le posizioni d'attacco ed incidere. Se sono riuscito a fare la foto con Messi? Ci ho provato, sono stato un'ora davanti allo spogliatoio ma niente”.
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