Ciclismo su pista, Mondiali Roubaix - Il ct Marco Villa: "È l'Italia migliore di sempre, tutto merito di Elia Viviani"
Pubblicato 27/10/2021 alle 19:34 GMT+2
CICLISMO SU PISTA - Parole al miele da parte del ct Marco Villa che ha voluto celebrare Elia Viviani dopo i Mondiali. Non solo per l'oro iridato nella Corsa ad eliminazione (più il bronzo nell'Omnium), ma per ciò che ha rappresentato Viviani in questo sport. La vera rifondazione della pista italiana che dall'avere un solo corridore, appunto il verone, oggi è punto di riferimento internazionale.
I Mondiali di Roubaix sono ormai alle spalle, con l'oro di Elia Viviani ad impreziosire una rassegna già ottima per i colori azzurri visto le 10 medaglie complessive (record di sempre). Per molti, quasi tutti, la stagione si è ormai conclusa anche se fra qualche giorno comincerà la nuova UCI Track Champions League (tutto quello che c'è da sapere sulla competizione che potrete vedere su Eurosport Player e Discovery+). Il ct Marco Villa ha fatto un po' il bilancio della stagione 2021, anche considerando le Olimpiadi, e ha voluto fare i complimenti allo sprinter veronese. Tornato a vincere pesantemente quest'anno - dopo qualche anno a vuoto - per il classe '89, il titolo iridato nella corsa ad eliminazione è stata la degna conclusione di un ciclo vincente, fatto partire proprio da Viviani. Nel 2012, alle Olimpiadi di Londra, c'era un solo corridore iscritto: Viviani. Gli altri? Semplicemente non esistevano. Ecco che è giusto dare un peso importante alle prestazioni del corridore della Cofidis che ha permesso tutto ciò. Da quest'anno comincia, si spera, un nuovo ciclo e il ct è convinto che questa Italia potrà essere faro e punto di riferimento dell'intero movimento internazionale.
Che dire di Viviani
Era giusto che fosse lui a conquistare l’ultimo oro, per quest’anno, sia ben inteso. Se non ci fosse stato Viviani, che per noi è il Profeta della pista, non ci sarebbero stati neanche Filippo Ganna, Jonathan Milan, Simone Consonni, Liam Bertazzo e via elencando, fino a Manlio Moro
Un corridore che ha cambiato la pista italiana
Da noi c’è sempre stata la cultura della specializzazione. Elia ha sfatato questo tabù. Ha fatto capire che la multidisciplinarietà era un’opportunità tecnica, ma anche psicologica, per rompere certi meccanismi, per mettersi in gioco con qualcosa di nuovo e quindi anche di 'giocare', cercando di non intossicare la testa e le gambe
L'Italia migliore di sempre
Solo dieci anni fa eravamo considerati poca cosa, davvero una cenerentola dei velodromi, adesso possiamo dire che siamo considerati un po’ da tutti. È l’Italia migliore di sempre. Non ci sono paragoni da fare, non siamo mai stati così competitivi. Adesso l’asticella si è alzata e anche di molto. Ci saranno tante attese e dovremo lavorare ancora di più per non deluderle. Io sono orgoglioso come non mai di essere la guida di un gruppo giovane e forte
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