Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Viviani, sei tutto d'oro! L'omnium si tinge d'azzurro, Elia cade, si rialza e fa l'impresa su pista

Fabio Disingrini

Aggiornato 16/08/2016 alle 09:41 GMT+2

Elia Viviani è l'ottava medaglia d'oro italiana ai Giochi: lo sprinter veronese la vince nell'omnium sulla pista del Rio Olympic Velodrome, sfatando Londra 2012 e la corsa a punti tabù mondiale. Che brivido però per quella caduta innescata da Mark Cavendish (Gran Bretagna, argento) e per quell'unico punto di vantaggio su Lasse Hansen (bronzo, Danimarca) a metà dell'ultima prova...

Elia Viviani 2016

Credit Foto LaPresse

Caro Diario, si fa come quando Nanni Moretti traversò il deserto di Roma nel meriggio di Ferragosto con la sua Vespa modello... Sprint Veloce. Rio 2016, si fa come quando Gassman incontrò Trintignant la mattina del 15 agosto 1962, tessendo sulle strade della via Aurelia Il Sorpasso di Dino Risi.
Due sprint velocissimi e dominanti, il numero quattordici e quindici dell'ultima prova; un sorpasso iniziato contro il tempo nella seconda di gara sul parquet del Rio Olympic Velodrome, a partire dall'inseguimento individuale e da un chilometro di materia perfetta. Settimo nello scratch, terzo nell'inseguimento, primo nella gara a eliminazione, terzo giro lanciato, secondo nel "chilometro": chiusa la corsa a punti, Elia Viviani è l'ottava medaglia d'oro italiana alle Olimpiadi, sfatando i Mondiali e specialmente le Olimpiadi di Londra, quando iniziò in testa l'ultima prova dell'omnium (chilometro da fermo) e lo chiuse al sesto posto. Sono trascorsi quattro anni e lo sprinter di Verona ha ricamato su un iter nettissimo (207 punti), una straordinaria impresa, in concorso di merito con il Team Sky di scuola britannica e casa Pinarello con le sue bici prototipo, più forte di un'icona della pista come Mark Cavendish (medaglia d'argento, 194), del campione olimpico Lasse Norman Hansen (medaglia di bronzo, 192) e dell'iridato Fernando Gaviria Rendon, colombiano, astro nascente del ciclismo mondiale.
Elia Viviani commosso dopo il suo oro olimpico nell'Omnium
S'era ritirato prestissimo dal Giro d'Italia, incassando tutte le critiche di una piazza che fino ad oggi ha rinnegato ogni alternanza di linea e pista; ha sospeso la sua storia veloce su strada per allestire il sogno di una notte di mezza estate, lo spettacolo sportivo di una serata olimpica, l'ottava meraviglia d'Italia. Un'impresa che si carica di simboli: riscattando la caduta di Nibali e rialzandosi dal parquet; travolto dopo il quarto dei 16 sprint a punti, per un domino innescato da Cavendish contro Park; battendo lo sprinter di Man, The Fastest Man on Two Wheels, un fenomeno della pista che ha vinto 30 tappe al Tour de France, che l'aveva sconfitto in volata su strada.
Elia Viviani e l'osservanza del parquet, dei profili alti, delle ruote lenticolari, delle protesi in carbonio, dei muscoli volitivi, degli esatti posturali, della resistenza aerodinamica e della fisica quantistica. Italia che un tempo contava sulla pista in legno del mitico Vigorelli di Milano, dove 9 corridorri da Giuseppe Olmo (1935) e tra cui Fausto Coppi (1942) fissarono il record dell'ora per 23 anni consecutivi; dove il 24 giugno 1965 si esibirono i Beatles! Italia che ha avuto un campione assoluto del ciclismo su pista, Francesco Moser, che mancava nel medagliere del Cycling Track da Sidney 2000 (bronzo Villa/Martinello nell'americana di Sidney 2000), che vince l'oro vent'anni dopo Silvio Martinello nell'individuale a punti di Atlanta. Italia che anche grazie al trionfo di Viviani saprà valorizzare un talento certo come Flippo Ganna, campione del mondo a inseguimento a 19 anni (Londra 2016) e intanto primo vincitore italiano della Paris-Roubaix Espoirs. Poi ci sono i quartetti di inseguimento a squadre, il Treno Azzurro (Simone Consonni, Liam Bertazzo, Francesco Lamon, Filippo Ganna ) e quello Rosa (Beatrice Bartelloni, Simona Frapporti, Francesca Pattaro, Silvia Valsecchi) finalisti olimpici e primatisti italiani.
picture

Filippo Ganna 2016

Credit Foto LaPresse

Si fa come nel Pranzo di ferragosto di Gianni Di Gregorio, che riunì tutta la famiglia intorno a un tavolo come oggi fa Viviani davanti alle tivù d'Italia, per una medaglia d'oro di specie postmoderna, dal sapore antico e con le bici spaziali. Un passato glorioso, un futuro roseo, il presente è pieno di vita. Che bello il ritorno del ciclismo su pista.
VIDEO - La storia di Elia Viviani
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità