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Olimpiadi, Tokyo 2020, Ciclismo su Pista - Filippo Ganna e i suoi fratelli: un'impresa che riscatta il ciclismo italiano
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Pubblicato 04/08/2021 alle 22:24 GMT+2
OLIMPIADI - Su strada ci era andata malissimo tra la prova in linea e quella a cronometro (proprio Ganna fuori dalle medaglie), per non parlare della mountain bike dove è meglio dimenticare le nostre prestazioni. Avevamo bisogno di una risposta dalla pista e, in attesa di Viviani e Paternoster, abbiamo conquistato un oro insperato quanto meritato. Quanto basta per scordare tutto il resto.
Filippo Ganna, Olimpiadi di Tokyo 2020
Credit Foto Getty Images
Francesco Lamon, Jonathan Milan, Simone Consonni e Filippo Ganna. Quattro nomi che entreranno nella storia dello sport olimpico italiano. Il quartetto azzurro dell'inseguimento a squadre cercava una medaglia a Tokyo, perché questo ci avevano detto gli ultimi Mondiali. Terzi alle spalle di Nuova Zelanda e Danimarca. E, se la Nuova Zelanda, era battibile, la Danimarca no, era di un altro pianeta. E, invece, complice anche lo spostamento di un anno dell'Olimpiade, siamo riusciti ad ottenere un oro clamoroso. Era difficile da credere ancora stamattina, nonostante il record del mondo in semifinale, era difficile da credere a due giri dal termine, quando la Danimarca aveva più di 8 decimi di vantaggio sugli azzurri. A volte succedono i miracoli si suol dire, ma a volte anche la testa fa tanto. Gli stessi ragazzi del quartetto ci credevano, avendo visto una Danimarca non più stellare. Restavano i più forti del mondo, in senso assoluto, ma ogni gara fa storia a sé, anche in una finale olimpica. E hanno fatto la storia, con una rimonta imperiale. Un bel modo di riscattare il ciclismo a queste Olimpiadi, considerando le tante difficoltà incontrate finora. Dalla mountain bike dove non siamo andati oltre la 20esima posizione (sia maschile che femminile), ad un'avventura su strada da dimenticare. Bettiol colpito da crampi, e lo stesso Ganna fuori dalle medaglie nella sua disciplina (la cronometro). Con Longo Borghini e il quartetto azzurro su pista ci riscattiamo, ma non è finita qui. Aspettando l'americana e Paternoster e Viviani nell'omnium.
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#1YearToDream: rivivi l'oro dell'Italia nell'inseguimento a squadre
Video credit: Eurosport
Italia nell'inseguimento a squadre: un oro che mancava da 61 anni
Qual è la Nazionale che ha collezionato più medaglie d'oro olimpiche nell'inseguimento a squadre? Ebbene sì, l'Italia. Siamo arrivati a 12 medaglie, di cui 8 ori, in questa disciplina, e dire che non andavamo a medaglia dai Giochi del '68. Addirittura l'ultimo oro fu quello di Roma '60, con la vittoria di Arienti, Testa, Valotto e Vigna. L'Italia che dominava in lungo e in largo: che vinse l'inseguimento a squadre consecutivamente dal '20 al 32' e poi ancora dal '52 al 60'. Una disciplina spettacolare, ma che non ci vedeva più protagonisti negli ultimi anni, anzi. Dal 2000 in poi non ci siamo più qualificati e abbiamo dovuto aspettare Rio 2016 per rivedere un quartetto alle Olimpiadi.
Le medaglie dell'Italia alle Olimpiadi nell'inseguimento a squadre
| Edizione | Medaglia |
| Anversa 1920 | oro |
| Parigi 1924 | oro |
| Amsterdam 1928 | oro |
| Los Angeles 1933 | oro |
| Berlino 1936 | argento |
| Londra 1948 | argento |
| Helsinki 1956 | oro |
| Roma 1960 | oro |
| Tokyo 1964 | argento |
| Messico 1968 | bronzo |
| Tokyo 2020 | oro |
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Filippo Ganna
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Il capolavoro di Marco Villa
Prima di Rio 2016, l'ultima volta che l'Italia giunse ai giochi per sfoderare il suo quartetto nell'inseguimento a squadre fu nell'edizione 1996 di Atlanta. In campo c'erano Mario Benetton, Adler Capelli, Cristiano Citton e proprio quel Marco Villa che qualche anno più tardi divenne commissario tecnico della Nazionale italiana su pista. Il ricambio generazionale, però, non fu facile da smaltire, tanto che l'Italia della pista (almeno quella dell'inseguimento) scomparve. E dire che ci eravamo andati molto vicini con quattro quarti posti consecutivi alle Olimpiadi dal 1980 al 1996. Una sfortuna clamorosa, ma anche una distanza importante. Distanza aumentata negli anni, considerando che la pista non interessava più a nessuno, o comunque a pochi. Fino all'arrivo di Marco Villa (che in carriera ha una medaglia olimpica nell'americana con Silvio Martinello) che ha resettato tutto. Il ct non ha mai voluto specialisti che facessero solo la pista, ma per portare in casa i campioni, ha sempre dato la doppia chance di fare bene sia su strada che su pista.
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Filippo Ganna e Marco Villa festeggiano il record del mondo a Minsk
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Un po' come fece a suo tempo con Filippo Ganna, dando al verbanese gli stessi sbocchi, dividendo il lavoro durante la stagione per fare bene sia da una parte che dall'altra. Poi ha costruito passo passo il suo quartetto, fino alla qualificazione per Rio 2016. Consonni, Ganna, Lamon e Liam Bertazzo che a questa Olimpiade era stato convocato solo come riserva. All'epoca fu 6° posto, a più di 2'' dal podio e 5'' dalla vincente Gran Bretagna che realizzò il record del mondo. Ma quello fu un primo passo. Arrivarono anche Scartezzini, Plebani e, ultimo, Jonathan Milan. Terzi al Mondiale 2017, terzi al Mondiale 2018, subito fuori ai Mondiali 2019, ma tornammo terzi al Mondiale 2020. A parte la disfatta del 2019, abbiamo sempre mostrato grande continuità con un gruppo che cresceva di edizione in edizione. Che diventava più forte, fino al successo - clamoroso - di Tokyo. Il lavoro ha pagato.
I risultati del quartetto dopo Rio 2016
| Edizione/Competizione | Risultato |
| Europei 2016 | Argento |
| Mondiali 2017 | Bronzo |
| Europei 2017 | Argento |
| Mondiali 2018 | Bronzo |
| Europei 2018 | Oro |
| Mondiali 2019 | qualificazioni (11°) |
| Europei 2019 | Argento |
| Mondiali 2020 | Bronzo |
| Europei 2020 | Argento |
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2021 Review: L'oro da record di Ganna e compagni in tutte le lingue del mondo
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Il capolavoro di Filippo Ganna
Bravissimi Lamon, Milan e Consonni, ma bisognerebbe fare una statua a Filippo Ganna. Proprio lui che aveva concluso 5° nella prova a cronometro una settimana fa ed era furioso per non essere riuscito ad andare a medaglia nella disciplina dove è campione del mondo. Ma è campione del mondo anche nell'inseguimento individuale, anzi. Ha vinto quattro delle ultime 5 edizioni dei Mondiali, ed è il secondo più vincente di sempre alle spalle di un altro italiano che fece la storia in questa competizione: Guido Messina (5).
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Filippo Ganna, Italy - UCI Track Cycling World Championships Apeldoorn 2018 - Getty Images
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Decisive le sue trenate negli ultimi giorni, in semifinale stavamo per lasciarci le penne fin quando non si è messo in testa a tirare e ci ha regalato il pass per la finale, abbassando il record del mondo. Che dire di quanto capitato nella finale quando, dopo essere partiti in testa, siamo stati superati dalla Danimarca. I nostri avversari erano andati sopra di 8 decimi e sembrava finita, davvero finita. Fin quando Ganna ha ripreso la guida e ha fatto una rimonta storica. 8 decimi recuperati in due giri e nuovo record del mondo. Ha messo in campo tutta la rabbia agonistica per non aver preso una medaglia a cronometro, sapendo che invece qui poteva arrivare uno storico oro. Che la Danimarca stava perdendo le sue certezze e che era battibile. Che colpo di Gold Ganna.
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L’INNO DI MAMELI SUONA PER GANNA, LAMON, MILAN E CONSONNI
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Un "quartetto" di 7 corridori e 2 ct
Milan, Lamon, Consonni e Ganna guidati dal ct Villa. Ma non solo, basta sentire le parole di Marco Villa dopo la cerimonia di premiazione. Il nostro ct ha tenuto a ringraziare tutti i componenti di questa squadra, anche di quelli che sono rimasti dietro le quinte. Questo quartetto era quello venuto fuori ai Mondiali 2020 e che dava certezze. Ma in questo quartetto ci poteva entrare anche lo stesso Elia Viviani che più volte si è cimentato nell'inseguimento a squadre, ottenendo diversi risultati. Sarebbe potuto entrare in gioco anche lui, ma ha voluto dedicarsi ad omnium e americana. Ma il nostro portabandiera è rimasto lì ad ogni corsa, appena dietro al ct, quasi come un allenatore aggiunto. Conosce benissimo il quartetto azzurro, ognuno di loro, ed era pronto a caricare ognuno al minimo bisogno. Un vero team leader e fratello maggiore. Complimenti anche a Bertazzo e Scartezzini che hanno fatto da riserve, non digerendo benissimo l'esclusione dal quartetto titolare. Ma tutti conoscevano il proprio ruolo e serviva anche il loro appoggio per trascinare questa Nazionale. E, infine, anche un riconoscimento a Davide Cassani. Sì il ct della Nazionale su strada, ma coordinatore di tutte le Nazionali e che ha lavorato a stretto contatto di Villa nel corso delle ultime due stagioni. Soprattutto per seguire Ganna e dargli la possibilità di eccellere ovunque. Si era preso la responsabilità di seguire il suo avvicinamento a Tokyo e tanto avrebbe voluto essere lì a festeggiare con lui.
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Ganna: "Il segreto dell'oro? Questi ragazzi sono delle macchine"
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SPORT EXPLAINER: Ciclismo su pista
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